ROMA

Per chi suona l’IFEST? A Roma un festival indipendente che non si accontenta di resistere

Da martedì 25 a sabato 29 giugno a Parco Ponte Nomentano nel quartiere di Montesacro, la sesta edizione dell’IFEST – Roma Independent Festival. “Non solo un festival per resistere, ma soprattutto per progettare la città che vorremmo”, spiegano gli organizzatori.

Ci sono scommesse che nascono per caso, per un’intuizione, e che poi diventano una certezza. È il caso dell’IFEST – Independent Festival Roma, nato sei anni fa dall’azzardo degli attivisti del Lab! Puzzle e del Csa Astra, e che ora è un appuntamento fisso nel calendario estivo della capitale. L’edizione 2019 prenderà il via martedì 25 giugno e andrà avanti fino a sabato 30. L’idea era quella di far nascere “un’oasi nel deserto dell’Estate Romana”, come raccontava il claim della prima edizione. Un’iniziativa per rispondere alla progressiva desertificazione appunto dello spazio pubblica nella città, grazie al disinvestimento nelle politiche culturali, ma anche allo sgombero degli spazi sociali e a una stretta securitaria fatta di regolamenti e divieti opprimenti, che stanno tutt’ora trasformando il volto della città.

Così quello che nasceva da un “bisogno di spazio” da parte di una comunità politica da tempo priva di luoghi fisici adeguati per molte delle sue aspirazioni, ha colto il tempo politico giusto e un bisogno sociale: da qui il successo di un festival che propone un cartellone e un’offerta culturale di qualità, coniugata a una politica di accessibilità con prezzi popolari. E poi i dibattiti, gli incontri e la costruzione di uno spazio che ha saputo trasmettere la sua politicità senza fare di questa un dato esclusivo o respingente.

“È difficilissimo portare avanti questa iniziativa – spiegano gli organizzatori – I costi e i regolamenti da rispettare per metterla in piedi sono sempre più alti, soprattutto se non si vogliono finanziamenti pubblici né padrini politici. Fare un’iniziativa culturale in uno spazio pubblico è praticamente impossibile, così questi finiscono per essere abbandonati o diventano monopolio dell’iniziativa istituzionale e privata. Noi ormai ci siamo imparati come si fa e andiamo avanti, ma ogni anno viene posto qualche nuovo ostacolo: anche per questo Roma è ormai una periferia culturale in Italia e in Europa”.

‼️ -1 ‼️Da domani alle 18.00 si aprono i cancelli:? Martedì 25 giugno ?Tutte le strade portano ar core+ Giancane…

Pubblicato da IFEST – independent festival Roma su Lunedì 24 giugno 2019

Poi la riflessione si fa più baricentrata su Roma: “Dopo gli anni della sbornia veltroniana, di Roma capitale della cultura, delle notti bianche e dei maxi eventi, il sipario è calato e non si è più rialzato. Quella stagione oggi sembra i fasti decadenti di un’età al tramonto che ha lasciato solo macerie. Invece oggi più come mai servirebbe una politica culturale che investisse sulla città, sugli spazi di periferia e i luoghi pubblici svuotati di senso. Una stagione che metta al centro il protagonismo dei quartieri e le tante novità che nascono qui e là nei nostri territori e che rischiano di finire soffocate o di rimanere invisibili. Insomma, questo è il senso dell’IFEST: “Non solo un festival per resistere, ma soprattutto per progettare la città che vorremmo”.

La foto è di Gian Marco Volponi: il concerto di Rancore IFEST 2018