ROMA

Spodestiamo il tiranno, Frati dimettiti!

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Il 13 dicembre abbiamo organizzato e animato una giornata di mobilitazione radicale nell’università La Sapienza, per rispondere con forza alle vergognose cariche ordinate il 12 dicembre dal rettore Luigi Frati contro gli studenti e le studentesse[..] che contestavano la presenza di esponenti del governo all’interno dell’università, quell’università martoriata dalle politiche d’austerity di cui il governo Letta si fa esecutore.

Dopo una notte in occupazione nella facoltà di Scienze Politiche ci siamo riuniti in un’assemblea pubblica nelle facoltà di Lettere per poi partire verso il Rettorato e occuparlo. Anche nei dipartimenti di Igiene e di Fisica sono nate assemblee spontanee dalle quali molti studenti e studentesse ci hanno poi raggiunto. Una volta entrati ci siamo trasferiti in aula magna, proprio dove ieri si teneva il convegno su Green Economy e biodiversità. In centinaia di studenti ci siamo riuniti in un’assemblea che partiva da una richiesta ben determinata: le categoriche dimissioni del magnifico rettore. Conclusa l’assemblea abbiamo attraversato la città universitaria e le strade limitrofe in corteo, portando la richiesta di dimissioni a gran voce sulle strade e nel colore della vernice sulle pareti dell’ateneo.

Non c’è dialogo possibile con chi autorizza l’ingresso e le violenze del reparto celere fra le mura dell’università contro gli studenti, quelli che tutti i giorni la vivono e l’attraversano. Luigi Frati più che un rettore sembrerebbe un monarca che sistema i suoi parenti e vassalli fra le cattedre universitarie, si arrocca nel rettorato che mette a disposizione dei pezzi grossi dello Stato per passerelle mediatiche e militarizza lo spazio dell’università. Non ci sorprendiamo di fronte a questo: le cariche di ieri sono la goccia che fa traboccare il vaso, in perfetta continuità con il “regime” Frati che da anni distrugge l’università speculando sul nostro futuro.

Reprimere lo spazio pubblico e politico dell’università è gravissimo, si tratta di una manovra perfettamente in linea con la stretta dei tagli e delle valutazioni dell’anvur sugli atenei. La dismissione dell’università si accompagna, come da copione, alla repressione violenta dei movimenti e del dissenso degli studenti.

A Roma come a Londra dove, dopo le proteste degli studenti delle scorse settimane, nelle maggiori università sono state proibite le attività politiche per i prossimi sei mesi, gli studenti non si piegano e continueranno quei percorsi comuni di lotta che da anni sperimentano all’interno dell’università e delle città attraverso l’autorganizzazione e la creazione di pratiche condivise che possano mettere in discussione la condizione di precarietà decretata da un sistema economico fallimentare.

Anche per tutelare questi percorsi quindi, pretendiamo con forza le dimissioni del rettore. Se Frati fa il tiranno all’università la richiesta di proroga del mandato che ha rivolto al ministro Carrozza non servirà a nulla; se Frati fa il tiranno all’università lo spodesteremo come tale!