ROMA

Società della cura e convergenza dei movimenti, tre giornate a Roma

La società della cura lancia un forum dal 25 al 27 febbraio nella capitale dedicato al ripensamento di una società alternativa che esca dalla dinamica del profitto, con un occhio di riguardo ai diritti sociali e sul lavoro

Cura è una parola che negli ultimi due anni abbiamo sentito ripetere in maniera compulsiva, la ricerca di un antidoto al virus del Covid per uscire dalla pandemia che, nonostante i governi ne abbiano decretato la fine a marzo 2022 non si è ancora trovato. In questo scenario a Roma dal 25 al 27 febbraio si apre il “Forum della convergenza dei movimenti”, organizzato da “La società della cura”, un percorso nato durante il lockdown che ha visto l’adesione di 1400 tra collettivi, associazioni, cittadine e cittadini.

Una tre giorni che si terrà a Scup Sportculturapopolare, strutturata in cinque sessioni e che si concluderà con un’assemblea collettiva.

Visione cardine dell’iniziativa è che la soluzione alla pandemia non può essere un vaccino così come non può essere una pillola, quindi non può essere immediata, proprio perché è una malattia che si è manifestata nella sua forma più violenta tramite il virus, ma che trova le sue origini in un sistema che interseca tutte gli ambiti della società in cui viviamo.

La pandemia ha rivelato anche a chi non voleva vedere come l’individualismo imperante e il capitalismo che questo nutre abbia portato alla costituzione di una società che pone il profitto al di sopra di ogni bisogno umano e ambientale. L’isolamento vissuto, ha mostrato nella maggior parte dei casi le difficoltà pratiche e psicologiche che oggi hanno i loro strascichi e al contempo la costrizione e distruzione che operiamo sull’ambiente e che ricade comunque sulla nostra salute.

Le pratiche di mutualismo che si sono attivate in ogni città, spesso nate spontaneamente e autorganizzate suggeriscono la possibilità di una relazione diversa, basata su una cura reciproca per uscire da quella che forse è più corretto definire sindemia.

La memoria è labile e il trauma di questi anni ci porta a riconfigurare le nostre vite a quella che abbiamo vissuto come “normalità”, ma se l’obiettivo è quello di una cura alla sindemia è necessario fare uno sforzo maggiore e riconoscere i fattori che ci hanno condotti alla situazione odierna, i problemi già preesistenti e iniziare ad affrontarli.

Così si struttureranno le tre giornate di discussione:

Il primo tema sarà la crisi eco-climatica. Da Extinction Rebellion a Fridays for future è anni che la questione ambientale viene posta sempre con maggiore insistenza all’attenzione dell’agenda politica così come di cittadine e cittadini. Giovanissime e giovanissimi sono i più attivi, ma sono decenni che collettivi, comunità indigene e scientifica evidenziano anomalie e catastrofi dettate dal consumo di risorse, dall’emissione di sostanze nocive e inquinamento dell’ambiente.

I governi e le aziende di tutto il mondo si nascondono dietro al greenwashing, ma l’evidenza della catastrofe in atto (la siccità ne è solo un esempio) non gli permetterà di tirare avanti ancora per molto questa strategia economica.

La repressione sistematica di attiviste e attivisti da parte delle istituzioni non può essere la risposta è necessario iniziare a progettare, ma soprattutto ad attuare un’alternativa «Dal cibo all’acqua, dall’energia alla produzione di beni e servizi, come si attua la transizione ecologica della società?» è la proposta di discussione del forum.

Il secondo incontro sarà dedicato al lavoro che pare essersi tradotto in precarietà, data i licenziamenti a tappeto come è stato per i GKN e Alitalia, la disoccupazione, i morti sul lavoro che in Italia solo nel 2021 sono state 1221 e che nel 2022 vedono tra le vittime due studenti minorenni. La richiesta di garanzie, non solo sulla sicurezza, ma anche sui salari e sui contratti esprime la necessità di un ripensamento delle attività e della funzione del lavoro.

La giornata di sabato sarà dedicata alla cooperazione internazionale in campo economico, dei diritti sociali, delle migrazioni e delle democrazie. «Crisi internazionale, Democrazie del comune e Diritti sociali universali» sono i nomi dei tavoli che si svolgeranno.

Ognuno di questi tavoli si interseca con l’altro, non è possibile costruire un percorso di cura della società analizzando a compartimenti stagni le crisi che ci travolgono e il piano di ripresa e resilienza del governo non risponde a necessità di cittadine e cittadini, bensì della crescita, concorrenze e competitività delle aziende.

Immagine di copertina di Andrea Tedone