ROMA

Roma, movimenti per la casa in piazza: «Risorse ci sono, manca piano di edilizia pubblica»

Il Movimento per il diritto all’abitare, Asia USB e Noi Restiamo Roma hanno incontrato gli assessori della Regione Lazio per passare dalle parole ai fatti e decidere insieme quali provvedimenti mettere in campo per superare l’emergenza abitativa, che si è aggravata con la crisi pandemica

Ancora una volta il Movimento per il diritto all’abitare, AS.I.A-Usb e Noi Restiamo Roma hanno manifestato sotto la Regione Lazio, per sollecitare la risposta dell’istituzione alle questioni in tema di politiche abitative. Il 20 maggio i movimenti avevano chiesto di essere incontrati per discutere delle questioni relative all’emergenza abitativa, resa ancora più drammatica dalla pandemia. Non avendo ricevuto alcuna risposta sono tornati per ottenere l’incontro, che finalmente si è svolto ieri mattina.

Nonostante all’interno della manovra economica regionale approvata a fine gennaio ci fossero molti articoli dedicati alle politiche abitative, non si è mai messo a punto l’iter per tradurre quanto previsto in soluzioni concrete per le famiglie che vivono negli immobili occupati e minacciati di sgombero, primo fra tutti viale del Caravaggio. Così come nulla si sa sui processi di regolarizzazione degli occupanti senza titolo di abitazioni Ater e comunali e come si intenda incrementare del 10% la quota di alloggi pubblici da destinare a famiglie minacciate dallo sgombero.

 

«Siamo qui anche per avere una risposta sulla questione di via Volonté» – dice Paolo Di Vetta. La struttura, costruita con finanziamenti pubblici per il 90%, è occupata dal 2007 da 30 famiglie.

 

La cooperativa che l’ha realizzata è fallita e il nuovo proprietario l’ha acquistata per soli 400mila euro attraverso un’asta pubblica, nell’indifferenza della Regione. «Oggi – aggiunge Di Vetta – la proprietà chiede un canone di affitto di 500 euro a unità immobiliare, ai quali vanno aggiunte le spese per le utenze e condominio. Quelle famiglie non possono pagare 700 euro al mese. Deve intervenire la Regione perché sia stabilito un prezzo di locazione equo, legato al reddito, visto che quell’immobile è stato realizzato con soldi pubblici».

Mentre la delegazione era salita al tavolo di discussione, gli interventi nella piazza ricordavano la situazione che si sta vivendo a Roma. Margherita Grazioli dei Blocchi Precari Metropolitani ha messo in evidenza come senza il supporto di molte realtà di mutualismo molte famiglie non sarebbero sopravvissute: «il bonus spesa era una miseria e non arrivava. Solo l’aiuto che ci siamo dati fra di noi come comunità solidali ha consentito a molti di mettere insieme il pranzo con la cena. E questo è inaccettabile! E abbiamo anche dovuto sopportare che ci facessero la morale sulla legalità. Quale legalità è possibile senza giustizia sociale?» Anche Maria Vittoria Molinari di Asia USB ha fatto il quadro delle difficoltà che già c’erano e di come si siano aggravate a seguito della pandemia, con le persone rimaste senza lavoro e di come ci sia il tentativo da parte della destra di strumentalizzare il disagio.

Zingaretti la settimana scorsa ha presentato il piano di investimenti varato dalla Regione Lazio per oltre 2 miliardi di euro destinati a opere pubbliche. A questi si aggiungono 4,8 miliardi inviati alla Regione dal Governo. Un pacchetto di risorse cospicuo che, ha detto, sarà investito in opere per la viabilità, per riqualificare il patrimonio Ater, per interventi sulla difesa del suolo, per l’edilizia sanitaria e per le scuole. Duemila cantieri che partiranno subito! Al di là degli annunci i movimenti chiedono di conoscere i dettagli di questi investimenti, leggere nero su bianco il pacchetto di misure previste e incontrare gli assessori che se ne occuperanno per capire qual è la visione di insieme di questo megapiano e come si collega a quanto deciso con la finanziaria regionale in tema di politiche abitative.

 

La questione abitativa resta sullo sfondo e non si parla mai di come affrontarla. Intanto la crisi ha fatto aumentare gli inquilini morosi che, secondo i dati Nomisma, arriva al 40% del totale, e il blocco degli sfratti non li riguarda, essendo destinato a provvedimenti già avviati.

 

I bonus previsti dalla Regione e gestiti in maniera del tutto inadeguata dal Comune non possono certo rappresentare la soluzione per una platea così ampia. Il bonus affitto straordinario, per il quale al Comune sono arrivate 49mila domande, doveva coprire il 40% del canone solo per tre mesi. La difficoltà a poter avere accesso a un’abitazione degna non è certo frutto della crisi dovuta alla pandemia, ma di anni di assenza di politiche per la casa. Adesso è arrivato il momento di pensare a un piano di nuova edilizia residenziale pubblica, da realizzare recuperando il tanto già costruito, senza ulteriore consumo di suolo. Un grande progetto per una città pubblica che garantisca ai suoi cittadini il diritto alla casa e a una vita degna.

Angelo Fascetti, che faceva parte della delegazione, alla fine dell’incontro ha comunicato che è stato avviato un percorso che dovrà trovare risposte condivise alle questioni poste, prima fra tutte un piano per risolvere la questione delle occupazioni con il passaggio da casa a casa. «Da parte della Regione sono state comunicate alcune proposte che si stanno mettendo a punto, fra cui la ristrutturazione del patrimonio Ater e di quello comunale utilizzando il bonus del 110% previsto dal governo. Si è parlato anche della sanatoria per gli inquilini senza titolo delle case pubbliche e della volontà di annullare le richieste di arretrati e sanzioni che arrivano fino a 100mila euro a inquilino».

La prossima tappa vede un incontro fissato per il 23 giugno, quando saranno messe sul tavolo proposte concrete da entrambe le parti. Il presidio si è sciolto fissando altri appuntamenti, il primo sarà il 16 giugno sempre sotto la Regione per protestare per il ritardo con cui viene pagata la cassa integrazione e per le misure del tutto insufficienti che sono state predisposte per aiutare chi aveva perso il lavoro.

Per sabato 13 è stata annunciata un’iniziativa in contemporanea agli stati generali fissati dal governo per discutere il futuro delle politiche economiche che finora – ricorda Luca Fagiano – «hanno visto molti provvedimenti di aiuto alle imprese e solo briciole per le famiglie».

Foto via Blocchi precari metropolitani