ROMA

Roma dice NO alla riforma costituzionale

Domenica 20 novembre si terrà alle 18, al Nuovo Cinema Palazzo, si terrà un confronto pubblico sui temi della riforma e sulle implicazioni sociali reali delle riforme istituzionali di questo governo

Il 4 dicembre avrà finalmente termine questa infinita campagna elettorale e si voterà sulla riforma costituzionale del governo Renzi. Visto il carattere politico e plebiscitario di questa consultazione, imposto mesi fa dallo stesso governo, è bene ricordare che questo progetto di riforma della costituzione, in combinato con l’Italicum, è frutto di una lunga concertazione fra la nuova dirigenza rottamatrice del Partito Democratico e quanto di peggio è rimasto dei lunghi anni di Berlusconi.

La riforma della costituzione serve a legittimare una volta e per sempre le modalità di governo introdotte dal 2011 in poi su decisa sollecitazione dell’Unione Europea e dei poteri forti di questo Paese. Di fronte a un’economia stagnante e nel bel mezzo di uno scenario globale in costante rivolgimento, servono governi rappresentativi di tutte le componenti politiche che hanno governato negli ultimi decenni, in Germania come in Italia. Servono quindi leggi elettorali che che isolino le forze antisistema e garantiscano ampi premi di maggioranza al partito che deve rappresentare la nazione nella sua totalità; serve avere un arco costituzionale che dia maggiore margine di manovra a esecutivi forti, senza che sia necessaria una reale rappresentatività.

Quello che questa riforma e questa legge elettorale suggellano è il totale distacco della politica istituzionale dai cittadini, formalizzando una lontananza iniziata con la crisi delle forme partitiche degli ultimi venti anni, con la insufficienza del ruolo sindacale tradizionale, con i sempre maggiore disinteresse di massa verso le tornate elettorali, nazionali come locali, mai così poco partecipate dalla nascita della Repubblica.

Con questa riforma una classe politica sempre meno rappresentativa, sempre più corrotta, sempre più rispondente agli interessi particolari di questo o quel gruppo di potere (si vedano i tripli fili che legano questo governo ai vertici bancari e industriali) potrà autoriprodursi eleggendo, in totale autonomia dai cittadini, un intero ramo del Parlamento (il nuovo Senato, composto da rappresentanti regionali e comunali, non eletti dai cittadini, tra l’altro in un sistema che priva gli enti locali di qualunque autonomia!), godrà di incredibili numeri in Parlamento con appena il 15 o il 20% di voti degli aventi diritto (visti i livelli d’astensione dal 40% in su), potrà proseguire in politiche antisociali forte di un riconoscimento popolare che Renzi spera di ottenere con il voto del 4 dicembre.

Su questa riforma è in gioco molto più che il funzionamento formale delle istituzioni di questo Paese: si tratta dei futuri margini di democrazia reale di questo Paese, della capacità di affermare ancora istanze sociali e popolari di fronte alle istituzioni locali e nazionali, si giocano le future chance dei cittadini italiani di influenzare le scelte politiche, si gioca la possibilità di non farci rappresentare più dagli amici (e dai parenti!) delle cricche di banchieri, costruttori, industriali e finanzieri responsabili della devastazione economica, sociale e culturale in atto da anni in Europa e non solo. Devastazione che nell’Italia di Renzi ha assunto diversi nomi e diversi volti: Jobs Act, Buona Scuola, Expo, Sblocca Italia, Tav, trivellazioni, frodi bancarie, speculazioni immobiliari, mafie e corruzione ad ogni livello.

Per questi motivi, chi nei territori anima percorsi partecipativi, di potere popolare, di autogoverno, di pratica ed affermazione dei beni comuni, è chiamato a prendere parola, a mobilitarsi, a mettere in campo capacità di ragionamento e azione sociale per contrastare questo disegno di ristrutturazione politica del Paese, per affermare un deciso a NO a questa riforma e ai piani di questo governo.

La rete DecideRoma ha da tempo raccolto la sfida della partecipazione democratica e della riscrittura collettiva dei principi e delle pratiche di gestione dei territori, sfida che in tutta Italia i territori hanno ripreso contro questa riforma.

Invitiamo quindi gli e le abitanti di Roma a un confronto pubblico sui temi della riforma e sulle implicazioni sociali reali delle riforme istituzionali di questo governo, domenica 20 alle 18 al Nuovo Cinema Palazzo, in piazza dei Sanniti a San Lorenzo (qui l’evento Facebook). Un luogo che con la sua sola esistenza da anni dimostra, insieme a numerosissime esperienze analoghe in tutta Roma, quale sia l’alternativa alla logica del libero mercato sfrenato, un’alternativa fatta di partecipazione democratica, di riappropriazione diretta di diritti erosi da politiche di austerità, di mutualismo come antidoto alla crisi.

Parteciperanno fra gli altri:

–Gaetano Azzariti, docente di diritto costituzionale all’Università La Sapienza

–Silvia Niccolai, docente di istituzioni di diritto pubblico all’università di Cagliari

–Ida Dominijanni, giornalista, già docente di filosofia a RomaTre

–Claudio De Fiores, docente di diritto pubblico e parlamentare alla Seconda Università di Napoli