MONDO

Rojava, come funziona la confederazione dei movimenti delle donne

Fidan, responsabile delle relazioni diplomatiche per Kongreya Star nel cantone di Cizire, racconta come funziona questa organizzazione di donne e per le donne

«In un momento molto critico per la Federazione Democratica della Siria del Nord, per noi è molto importante la vostra visita, sia per confrontarci sul nostro sistema etico e politico che per costruire dei percorsi comuni», ci accoglie così Fidan, responsabile delle relazioni diplomatiche di Kongreya Star. Una confederazione dei movimenti delle donne che si batte per i loro diritti nella Siria del Nord.

Prima di parlare della storia di Kongreya Star, le chiediamo come è stata vissuta dall’organizzazione l’invasione di Afrin.

«Afrin è stata invasa dalle truppe di Erdogan, ma quello che ci ha colpito ancora più duramente è il silenzio della comunità internazionale. Perché è stato un segnale della contrarietà al nostro progetto e, di conseguenza, un attacco diretto alle rivendicazioni delle donne. Non solo di quelle del Rojava, ma delle donne di tutto il mondo. Le immagini di una nostra compagna delle YPJ uccisa e del suo corpo mutilato dai mercenari di Erdogan ci ha ferito profondamente. E oggi da Afrin ci arrivano notizie di rapimenti, sparizioni, stupri e altre violenze contro le donne. Tutto questo viene fatto dalle truppe turche e dalle bande jihadiste, con metodo e coscienza, per annientare la nostra rivoluzione, la rivoluzione delle donne. Vogliono spezzare l’idea della donna forte che lotta per i propri diritti. Perciò Kongreya Star guarda oltre il Rojava e il suo scopo è di stare affianco a tutte le donne che rivendicano i propri diritti contro tutte le forme di oppressione che gli Stati Nazione applicano su di noi, ovunque. Per questo ci appelliamo a tutte le donne e gli uomini per sostenere la campagna che abbiamo promosso Women Rise Up For Afrin».

Come ha avuto inizio la vostra organizzazione?

«All’interno della lunga battaglia del movimento curdo contro il regime di Assad è stato fondamentale il protagonismo delle donne, fin dai primi anni. In quella prima fase storica è stato importante far prendere coscienza alle donne del loro ruolo centrale nel cambiamento della società. Da lì, abbiamo costruito la nostra prima organizzazione di donne curde, nel 2005: Yekitiya Star. Dopo la rivoluzione, sono nate organizzazioni di donne arabe e cristiane, alcune di queste sono entrate in Yekitiya Star, mentre con altre abbiamo intessuto collaborazioni. Nel 2016, sotto la spinta di tutte queste realtà eterogenee, abbiamo deciso di cambiare nome e di dare vita ad una nuova organizzazione capace di riflettere tale inclusione. È nata così Kongreya Star. Oggi, questa organizzazione è diventata un “ombrello” per tutte le associazioni di donne che, da diversi orientamenti politici, si riconoscono nel percorso della rivoluzione».

Quali sono le tematiche di intervento sui cui si concentra il vostro lavoro?

«Partiamo dal presupposto che il contesto storico che stiamo vivendo in Siria è drammatico. Questo non ci ha impedito di sperimentare immediatamente un nuovo modello di società, dove la donna è protagonista alla pari degli uomini. Oggi Kongreya Star gioca un ruolo attivo in tutti gli aspetti della vita della donna, partendo dalla consapevolezza che sono le donne stesse a doversi organizzare autonomamente. Il nostro intervento si struttura in 10 commissioni che con le loro attività raggiungono l’80% delle donne nella Siria del Nord. Ad esempio, con la commissione economica abbiamo sostenuto negli ultimi anni la nascita di decine di cooperative che oggi danno lavoro a 5mila donne, garantendo un’emancipazione economica che è centrale per la loro indipendenza. Mentre con la commissione educazione organizziamo corsi che permettono alle donne di avere consapevolezza dei propri diritti politici e sociali, per dar loro voce, aprendo progetti di istruzione per chi che non ha ricevuto una educazione e offrendo strumenti affinché possa emanciparsi dalla cultura tribale, che concepisce ancora “istituti” come la poligamia e i matrimoni forzati che vengono ancora accettati come naturali. Esiste anche una commissione self-defence dove pratichiamo il diritto delle donne a difendersi dalle aggress ioni che possono subire quotidianamente in casa o per strada. Questa commissione ha anche il compito di formare tutte le donne, di qualunque età, per la difesa delle proprie comunità da aggressioni esterne. Non dobbiamo dimenticare che siamo in guerra!».

Questi sono solo alcuni degli ambiti di intervento di Kongreya Star, le commissioni infatti sono sono dieci:
1) Commissione Economica
2) Commissione Educazione
3) Commissione Diplomazia
4) Commissione Media
5) Commissione Cultura, Arte e Folclore
6) Commissione Forze di Difesa della comunità delle Donne
7) Commissione Affari Sociali
8) Commissione Giustizia e risoluzione dei conflitti Riconciliazione
9) Commissione Politica
10) Commissione Municipalità e Salute.

Fidan ci saluta dicendo che: «È fondamentale costruire una società che non sia basata sulla supremazia dell’uomo sulla donna, ma che sia equa e democratica, basata sui principi dell’uguaglianza».

 

Prima puntata del reportage: Viaggio nella Siria confederale del Nord: tra guerra, lotta e rivoluzione femminista