EUROPA

Report dell’assemblea di Blockupy International

Report dell’assemblea della coalizione transnazionale Blockupy svoltasi a Bruxelles nel mese di ottobre, durante le mobilitazioni contro il summit UE.

L’incontro ha avuto una buona partecipazione con attivisti provenienti da molti paesi (Belgio, Grecia, Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Austria, Croazia) e da differenti reti e organizzazioni (sindacati, partiti, associazioni, centri sociali, collettivi) con una ricchezza di discussione politica e strategica.

Abbiamo iniziato con una panoramica della storia del processo di Blockupy, evidenziando alcune caratteristiche che ha avuto nel suo sviluppo. Ha preso le mosse dalla situazione tedesca e si è basato su un forte impegno territoriale ma, allo stesso tempo, ha trovato una dimensione internazionale. Ha avuto una prospettiva di medio termine con momenti centrali di azione comune nelle strade verso obiettivi simbolici. Blockupy non è un’alleanza formale, piuttosto funziona come una “cosa ibrida” fra membri attivi di reti e organizzazioni impegnate a lanciare il processo all’interno e all’esterno delle stesse. Inoltre, ha funzionato in una situazione storica specifica permettendo momenti europei contro l’austerità per la costruzione e articolazione di movimento.

Sembra chiaro che dopo il 18 marzo a Francoforte, Blockupy è giunto adesso a un bivio: la vecchia fase, legata all’apertura della BCE e all’intensa lotta greca, è finita; la nuova fase richiede di essere dispiegata e sospinta. Durante l’ultimo incontro di Blockupy International a Padova a luglio concordammo di rafforzare Blockupy e le lotte anti-austerity, spostandoci dal centro finanziario di Francoforte verso uno dei quartier generale della decisione politica in Europa come Berlino e Brussels. Segnalammo che la metà di ottobre a Brussels col suo summit del consiglio dell’UE potesse essere una prima tappa fondamentale; da lì ne sarebbe potuta seguire la successiva nella primavera del 2016, possibilmente a Berlino.

Proponemmo anche una “europeizzazione dell’OXI” in quanto spirito sia di rifiuto dell’austerità sia di dignità per tutti – come campagna assunta dappertutto e da tutti (). Comunque, dopo il 13 luglio le dinamiche europee sono cambiate. Da un lato, ci siamo trovati costretti a testimoniare la pressione intensa e il ricatto subiti dal governo greco da parte delle istituzioni e degli altri governi dell’UE per firmare un nuovo memorandum cui hanno fatto seguito un’ondata di proteste e frustrazione. D’altro canto, abbiamo visto anche una sorprendente pressione da parte di migranti e rifugiati così come di persone che in Europa li sostenevano contro il regime europeo dei confini, cosa che ha messo i confini stessi in crisi.

Questi cambiamenti in Europa ci obbligano a ripensare la nostra strategia – date le implicazioni degli eventi estivi su queste differenti considerazioni e le loro conseguenze per il modo di agire a riguardo. Alcuni punti che vengono fuori dalla discussione sembrano essere cruciali: l’OXI è ancora un’esperienza interessante del potere del popolo contro le élite dominanti, ma ora abbiamo bisogno di definire meglio il nostro obiettivo e antagonismo. La “vicenda greca” ci mostra che le elezioni possono mettere in questione il regime della crisi a livello territoriale e politicizzare il problema del debito ma non possono sconfiggere le relazioni di potere all’interno dell’UE e il potere finanziario della crisi. Ha anche chiarito che, rispetto alla gestione della crisi così come a ogni tema rilevante sul piano europeo, è una questione di decisioni politiche prese da attori politici all’interno della struttura delle attuali relazioni di potere su scala europea (e non “soluzioni tecniche adottate da istituzioni indipendenti” come sono a volte dipinte). Ci sono contraddizioni all’interno dell’UE; comunque la discussione ci ha aiutato ad evidenziare l’obiettivo politico delle élite neo-liberali: distruggere ogni alternativa.

È ormai chiaro, le forze progressiste e di sinistra in Europa sembrano essere “depresse” e frammentate piuttosto che unite e adirate per gli eventi estivi. Allo stesso tempo, rifugiati, migranti e persone da tutta Europa hanno portato alla luce un’altra crisi e nuove relazioni politiche, rivelando (altre) contraddizioni fondamentali all’interno dell’UE. Mentre nell’ultimo caso abbiamo avuto una spinta dinamica contro il regime dei confini da dentro e fuori l’Europa, nel primo invece la dinamica europea è stata ridotta. Tuttavia, entrambe hanno contestato la reale costituzione dell’Europa come UE.

Una delle conclusioni principali di questo incontro è stata che è ancora necessario avere uno spazio europeo di azione e mobilitazione: senza persone in marcia non possiamo cambiare le cose. Noi come Blockupy abbiamo assunto uno specifico approccio politico (transnazionale, teso a individuare un obiettivo, conflittuale, ibrido) e possiamo sviluppare le nostre tattiche contro il blocco di potere dell’austerità. La necessità di migliorare connessioni tra lotte trans/nazionali è chiara. Inoltre, il nostro approccio deve mettere le lotte locali ed europee in condizioni di essere collegate ed essere espresse nel “cuore della bestia”.

Così l‘obiettivo principale di Blockupy sarà di costruire un contro-potere attraverso uno spazio di mobilitazione transnazionale che sia connesso con le lotte territoriali e locali. Il successo di Blockupy derivava dalla sua abilità di definire strategicamente degli obiettivi e di produrre interventi grazie a discorsi forti, azioni decise e un bersaglio comprensibile contro il regime dell’austerità.

Come riprodurre questa situazione positiva?

Definire precisamente una strategia, resta cruciale la combinazione del lavoro sulle contraddizioni nel regime della UE con la creazione di un blocco di contro-potere che aiuti a cambiare le maggioranze sociali.

Considerato il ruolo cruciale della decisione politica in questa fase, abbiamo nuovamente riflettuto su Berlino come luogo simbolico che possa essere un prossimo importante passo per rendere visibile quel contro-blocco. Inoltre là ci sarebbero abbastanza obiettivi per articolare questo antagonismo in maniera significativa. Berlino è uno dei luoghi dove la centralizzazione del potere sta avendo luogo.

Qui (come da qualsiasi altra parte) le questioni della democrazia e della solidarietà potrebbe essere posta e divenire il centro di questo nuovo messaggio condiviso e legato ad una comune base di lotta (debito privato e pubblico, la narrazione del “deficit-budget”, il welfare e i diritti sociali, la speculazione, etc.). Il modo di strutturare “Berlino” richiede comunque di essere preso in considerazione seriamente e con attenzione, in modo tale che non sia formulato in termini nazionalisti (contro la Germania). Inoltre, l’individuazione di un obiettivo e la decisione riguardo a un “territorio” non può essere solamente una decisione “transnazionale”. Tale obiettivo può essere di successo solo se diviene una campagna nei territori e se è assunto come la propria campagna.

Una volta definito meglio l’obiettivo di medio termine, potremmo avere una cornice che si può intrecciare con altri processi, eventi e mobilitazioni; in particolare, abbiamo menzionato la mobilitazione del Cop21 a Parigi così come lo sciopero dei migranti del 1 marzo proposto durante l’ultimo incontro del Transnational Strike a Poznan. Abbiamo deciso di parlare più a fondo riguardo a queste date nelle nostre prossime phone calls. Inoltre Dyktio sta pensando a un festival transnazionale a febbraio/marzo in Atene per mettere assieme movimenti locali e transnazionali col fine di lavorare contro la “europeizzazione del TINA” (There Is No Alternative).

Comunque Blockupy (in quanto nostra rete) riguarda anche persone e reti affidabili nell’organizzare questo processo, la mobilitazione “regionale” è essa stessa cruciale; così come resta critica la relazione tra i processi e gli impegni transnazionali da una parte e la base territoriale come spazio cruciale di propria mobilitazione dall’altra. Questo vale anche per Blockupy. Ecco perché è fondamentale prendere in considerazione il prossimo incontro/conferenza di Blockupy che era inizialmente pianificato per novembre ed ora in programma per l’inizio di febbraio a Berlino (6-7).

Qui, intense, accurate e allargate discussioni sono in agenda per la coalizione Blockupy e i suoi amici col fine di capire e sospingere una possibile dinamica all’interno della Germania. A parte la necessaria discussione per i movimenti in Germania, potrebbe essere il luogo per un dibattito sul collegamento necessario tra le mobilitazioni locali e transnazionali: quali potrebbero essere le condizioni per una mobilitazione transnazionale e territoriale di successo, quali impegni sono richiesti, come comprendere i rispettivi bisogni e possibilità per ricreare quella dinamica di azione che ci ha permesso di lavorare negli ultimi tre anni. Comunque è necessario che l’incontro sia preparato in una maniera che entrambe le discussioni abbiano luogo nel proprio diritto e con collegamenti produttivi. Questi incontri non possono essere i fine settimana onnicomprensivi di tutti i piani e le decisioni; comunque abbiamo bisogno di trovare e definire lo spazio in cui possiamo fare un passo in avanti e trovare un accordo su come proseguire.

Eppure Blockupy International può continuare e continuerà con il suo cruciale lavoro politico internazionale e rimane uno spazio che attrae altre reti, zone e attivisti nello spazio europeo; comunque, solo se non ci si restringe a Berlino e alla Germania o al processo decisionale di un evento (non conta quanto importante). Blockupy International in quanto spazio politico ha bisogno di impegnarsi molto di più in discussioni politiche comuni sulle strategie all’interno, contro e per lo spazio europeo. Cosa significa per i movimenti progressisti contro l’austerità e gli attori politici continuare col nostro lavoro, quali sono le condizioni per creare un blocco d’opposizione, come cambiamo le impari condizioni per queste tipologie di politica.

Pertanto c’è l’estrema necessità per noi stessi e per il processo politico di trovare nuovi modi di impegnarsi attivamente e partecipare nel processo organizzativo di Blockupy International, condividendo responsabilità anche attraverso il coinvolgimento di nuovi soggetti che sono venuti avanti all’indomani del 18 marzo.

Il gruppo di coordinamento di Blockupy International, 9 novembre 2015

Leggi la versione in inglese sul sito blockupy.org