ROMA

Renoize 020… un’edizione speciale

Il 5 settembre al Parco Schuster a Roma, la dodicesima edizione di Renoize, l’appuntamento che ogni anni ricorda Renato Biagetti, ucciso dai fascisti 14 anni fa. Un’edizione particolare, questa, che di fronte al rischio dell’isolamento sociale, vuole mettere al centro la necessità di prenderci cura di noi stessi

Per ognuna di noi Renoize rappresenta una diversa sfumatura. È un momento dell’anno in cui l’estate va a finire e ci si prepara allo slancio per quello che verrà. Una sorta di campanella metafisica in cui tutti ritroviamo una sensazione dell’infanzia. Ritrovarsi insieme. La capacità collettiva della leggerezza per affrontare il dolore e il ricordo.

Ed è la nostra memoria che si fa materia. Tutti gli anni. Da 14 anni.  Mai ci stancheremo di dirlo: un ingranaggio collettivo. Un meccanismo che nella realtà non smette mai di girare. Le relazioni e le memorie dell’intero tessuto sociale di Roma e oltre. Ostinatamente raccontare un biennio di aggressioni, ferimenti, scorribande, dei fascisti e di chi li ha protetti e sdoganati. Una storia che si ripete. Un biennio culminato con la morte di Renato.

E le parole, i gesti, i legami che ne sono seguiti sono stati potentissimi. Una barricata solida dove ancora noi tutti/e siamo. Operosi e determinati come talpe. Nonostante i «sinceri democratici e il fascismo che non esiste più». Nonostante il razzismo di stato e i morti del mediterraneo. Nonostante «siamo fuori dalla storia». Nonostante le aggressioni e discriminazioni per le scelte sessuali. Nonostante «nei territori si sia fallito, lasciato macerie e in cui non si è riconosciuti più».

 

Renoize continua ad essere un palco per raccontare il presente e la capacità di volerlo trasformare. Cambiare radicalmente una società in cui, da oltre un secolo, fascismo e capitale vanno di pari passo. Uno che copre le spalle all’altro.

 

E questo periodo, di pandemia e paura, è un’enorme faro acceso sulle contraddizioni e barbarie della nostra condizione fatta di precarietà, sfruttamento e negazione di diritti.

E proprio in questa condizione vogliamo organizzare l’appuntamento di quest’anno. Consapevoli di quanto difficile sia la situazione per via del virus e dei contagi. Ma anche di quanto sia divisiva e avvelenata l’idea del distanziamento sociale. Fin dall’inizio del lockdown siamo stati travolti da una comunicazione in cui l’unica possibilità di resistere era prendere le distanze gli uni dagli altri. Definizione che, all’inizio della quarantena, abbiamo accolto come chiara nella sua traduzione di una pratica necessaria.

Eppure quella dicitura, nella sua osservazione semiotica, indica l’esatto opposto dello sforzo fatto nel mantenere la distanza.

 

Praticando distanziamento fisico, per la tutela sanitaria, indossando mascherine, scegliamo un’azione di cura nei nostri stessi confronti e verso gli altri. Esattamente il contrario di un allontanamento sociale.

 

Una scelta linguistica contro la condizione umana di “zoon politikon”, in cui istintivamente siamo portati a stabilire legami, ad essere sociali e quindi politici. Di conseguenza dovremo iniziare a ragionare su un cambiamento lessicale, contro il distanziamento sociale che, nei fatti, sta producendo altri frutti avvelenati.

E quello che sta germogliando è la caccia all’untore, la delazione reciproca, la chiusura all’interno dei nostri steccati. Una sorta di questione e giudizio morale sulle azioni degli altri. Una divisione e parcellizzazione delle nostre vite già troppo precarie. Iniziare dunque a rivendicare invece la necessità di quei legami, di quelle relazioni e la loro cura: perché consapevoli che anche quelle fanno parte della materialità delle nostre vite.

Dobbiamo dunque costruire modelli, protocolli e autoregolamentazioni, come del resto molte persone e realtà stanno già realizzando attraverso pratiche di cooperazione e mutualismo, per escludere che l’unica opzione sia accettare la vita a cavallo tra autoreclusione e produttività economica.

Per questo motivo quest’anno sarà un Renoize differente, in cui stare insieme rispettando indicazioni e curandoci di chi sarà accanto a noi.

Ma anche a portando cuscini e teli per stare seduti e godersi l’iniziativa!

Per questo motivo stiamo chiedendo a tutte/i di essere pazienti e cooperare per la riuscita di questo evento e poter dare vita ad un ulteriore esperienza di autogestione collettiva; perché ques’anno Renoize sarà proprio dedicato alla cooperazione e al mutualismo. Parole che sono diventate solide in questi mesi di spese solidali e lockdown, di vicinanza e mascherine, di lontananza ma di nuovi legami.

Sarà un una “special edition”.

Perché Renoize è un treno.

Renoize è la corda di basso che batte il tempo.

Renoize è parte ritmica dell’antifascismo militante.

Renoize è poesia dedicata a Renato.

Renoize è la potenza dell’onda che ignora le chiacchere da ombrellone e scorre alta per essere surfata.

Renoize è una voce di mille voci che raccontano un’alternativa. Incompatibili, ostinate e forti.

Renoize è ancora rabbia.

È sempre amore.

 

 

 

Tavola originale di ZeroCalcare