ITALIA

Quello che ha detto Lamorgese sul rave di Valentano

La ministra dell’interno ha tenuto ieri un’informativa alla Camera richiesta da Lega e Fratelli d’Italia sul teknival che si è svolto tra il 13 e il 19 agosto nelle campagne del viterbese. I punti principali della relazione

La ministra dell’interno Luciana Lamorgese ha tenuto un’informativa alla Camera richiesta da Lega e Fratelli d’Italia sul teknival che si è svolto tra il 13 e il 19 agosto nelle campagne del viterbese.

I punti principali della relazione:

  • un giovane qualificatosi come “ex partecipante ai rave” ha comunicato nella sera del 13 agosto ai carabinieri della compagnia Tuscania che si sarebbe svolto un party ma che la posizione esatta sarebbe stata comunicata dagli organizzatori solo dopo aver montato i soundsystem. Poi all’1 di notte del 14 agosto ha riferito la posizione;
  • all’1.55 la pattuglia dei carabinieri ha trovato, dopo 45 minuti di ricerca, un’area con impianti musicali già accesi e già occupata da migliaia di persone;
  • le caratteristiche dell’area – lontana dai centri abitati, buia e raggiungibile da diverse strade – hanno ritardato la sua localizzazione da parte delle forze dell’ordine;
  • 900 agenti di polizia si sono concentrati nell’area della festa durante i giorni di svolgimento;
  • alle prime luci del 14 agosto sono state stimate 4mila presenze, comprese famiglie con bambini;
  • non è stato possibile impedire l’arrivo di altre persone a causa delle difficoltà di controllo dell’area legate al tipo di territorio e alla sua conformazione;
  • nella punta massima la partecipazione è stata di 7-8mila persone;
  • l’alto numero di soggetti coinvolti, la presenza di minori e automezzi pesanti hanno spinto a realizzare un’operazione di dissuasione dei partecipanti invece di un’azione di forza;
  • lo sgombero dell’area, con il prevedibile ricorso a idranti e lacrimogeni, anche vista la conformazione rurale e le stoppie facilmente incendiabili, avrebbe determinato rischi di ordine pubblico, per la sicurezza pubblica e di incendi;
  • i vigili del fuoco sono stati sempre presenti nelle vicinanze dell’iniziativa;
  • è stata svolta una continua e costante pressione per rompere il fronte degli organizzatori e isolare quelli che volevano andare avanti fino al 23 agosto;
  • nel corso del rave si è registrata la morte di un giovane partecipante allontanatosi dall’evento per immergersi nelle acque di Mezzano;
  • sono state identificate 4.235 persone, di cui 784 stranieri, e segnalate all’autorità giudiziaria;
  • i principali reati ipotizzati: manifestazione non autorizzata e invasione di terreni;
  • sono stati controllati 1.441 autoveicoli, di cui 1.351 all’uscita e 90 nel tentativo di ingresso nell’area;
  • sono state sequestrate casse acustiche e materiali per l’allestimento di concerti, poi dissequestrati da autorità giudiziaria;
  • l’evento ha fatto registrare una denuncia per violenza sessuale;
  • dopo la conclusione del rave: i controlli non hanno riscontrato danni alla fauna, non avendo rinvenuto carcasse né animali abbandonati; il terreno è stato bonificato da una ditta specializzata; la società proprietaria della tenuta agricola ha chiesto un risarcimento danni;
  • l’utilizzo di chat private non accessibili pubblicamente ha permesso di far arrivare contemporaneamente e da più direttrici (non solo da nord, via Aurelia) migliaia di persone sul sito dell’evento;
  • la confluenza verso il sito del rave avvenuta da più direzioni ha potuto mimetizzarsi con l’aumento del traffico per Ferragosto;
  • sono arrivati partecipanti anche dall’estero, ma nessuna polizia europea aveva fornito informazioni sull’evento;
  • «gli organizzatori del rave hanno messo in atto un metodo capace di approfittare di tutte le circostanze favorevoli per aggirare i meccanismi di prevenzione che avrebbero potuto intercettare ed evitare l’evento» (letterale);
  • il temuto effetto focolaio che avrebbe potuto produrre il rave non si è visto. È questo il risultato di una specifica indagine epidemiologica condotta dalla Asl di Viterbo a 20 giorni dalla conclusione del rave. Non si sono registrati casi di positività nelle persone testate gratuitamente, tra cui figurano oltre a residenti della zona anche partecipanti al rave;
  • il fenomeno del rave non è affatto inedito, né soltanto italiano come dimostra quello svoltosi in Francia la scorsa settimana, nonostante i divieti, con 2mila presenze e conclusosi senza azioni repressive dopo alcuni giorni;
  • in Italia ci sono stati rave anche con molte migliaia di partecipanti anche negli anni precedenti, a eccezione del 2020 a causa della pandemia. Anche nel 2018 e 2019 [quando al Viminale c’era Salvini, ndr] si sono tenuti rave raffrontabili a quello di Viterbo per l’afflusso di migliaia di persone: Macerata, 17-23 agosto 2018, 1.500 partecipanti; ex centrale Enel di Montalto di Castro, settembre 2018; fabbrica abbandonata in provincia di Torino, 5mila persone, ottobre 2019; terreno agricolo in provincia di Alessandria, 2mila persone, giugno 2019. In nessuno di questi eventi si è intervenuto con la forza, se non quando è stato permesso da circostanze tempo, luogo e numero partecipanti. Come avvenuto anche recentemente a: Brindisi, Cagliari, Lecce, Massa Carra, Messina, Padova, Sassari e Torino;
  • questi casi segnalano una certa ripresa del fenomeno anche a livello europeo «evidentemente come reazione anche alle restrizioni legate alla pandemia».