MONDO

Poetessa palestinese condannata per poesia pubblicata su facebook

Dareen Tatour è stata arrestata nel 2015 e sottoposta agli arresti domiciliari per aver pubblicato una poesia su Facebook. Martedì mattina una corte israeliana l’ha condannata per incitamento e supporto al terrorismo.

Martedì scorso una corte israeliana ha condannato la poeta Dareen Tatour, cittadina Palestinese d’Israele , per incitamento e supporto a organizzazione terroristica, quasi tre anni dopo il suo arresto per aver pubblicato una poesia sui social network.

Tatour, 36 anni, viene dal villaggio di Reineh vicino Nazareth. È stata arrestata il 15 ottobre del 2015, dopo aver pubblicato diverse poesie sulla sua pagina Facebook, inclusa  “Qawem Ya Sha’abi, Qawemhum” (“Resisti mio popolo, resisti a loro”). Quest’ultima è stata pubblicata nel 2015 all’apice delle proteste in Israele e West Bank, durante l’ondata di accoltellamenti e attacchi di cosiddetti “lupi solitari” contro le forze di sicurezza e i civili israeliani, principalmente nelle strade di Gerusalemme ed Hebron. Pochi giorni dopo che Tatour ha postato  su Facebook “Resisti mio popolo, resisti a loro”, la polizia ha fatto irruzione nella sua casa nel mezzo della notte e l’ha arrestata.

A seguito del suo arresto Tatour è stata detenuta in carcere per tre mesi, successivamente rilasciata e sottoposta agli arresti domiciliari in un appartamento a Kiryat Ono, poco fuori Tel Aviv, su richiesta dell’autorità Israeliana. È stata obbligata ad indossare un braccialetto elettronico alla caviglia, le è stato proibito l’uso di internet, del telefono e di altri mezzi di comunicazione. A maggio del 2017, una corte israeliana ha deciso di rendere meno stringenti le condizioni della sua detenzone, permettendole di scontare gli arresti domiciliari nel suo villaggio natale, dove le è concesso lasciare la sua casa accompagnata da un agente di custodia.

A Novembre del 2016, Tatour è stata ascoltata dai giudici e ha riconosciuto di essere l’autrice dei post e delle poesie. Ha spiegato che stava protestando contro l’occupazione, denunciando i crimini commessi dai coloni e dall’esercito israeliano contro i palestinesi, aggiungendo che la traduzione della polizia ha distorto i suoi testi.

Durante il processo la difesa ha chiamato un gruppo di esperti di letteratura ebrea e araba per testimoniare sui diversi significati delle specifiche parole e frasi utilizzate da Tatour nella sua arte, così come sulla natura della poesia politica, e sul fatto che persino alcuni dei regimi più oppressivi del mondo abbiano tollerato i poeti dissidenti.

“La corte mi ha condannata per terrorismo. Se questo è il mio terrorismo, io dono al mondo un terrorismo d’amore”, ha dichiarato Tatour dopo il verdetto.

Nel giugno ddel 2016, più di 150 esponenti del mondo letterario, fra cui Alice Walker and Dave Eggers, hanno firmato una lettera in solidarietà con Tatour, definendo la sua detenzione come “parte di uno schema più grande di repressione di Israele contro tutti i Palestinesi”. Più di mille Istraeliani hanno firmato una petizione nell’agosto del 2017 richiedendo il rilascio di Tatour.

Alla domanda se fosse ottimista, Tatour ha risposto: “Così così. Sto cercando di rimanere ottimista. Nel mio libro c’è una poesia sulle manette, che è spaventosamente diventata reale. Loro dicono che ogni poeta è un profeta, e io sento sia così. In questa nazione non possiamo essere troppo ottimisti, ma io sto cercando di fare del mio meglio“.

 

Articolo tradotto dal portale d’informazione indipendente +972.mag: qui la versione originale