ROMA

Per fare chiarezza su via dei Lucani, si cerchi l’intruso!

Una Memoria di giunta rimette in discussione le scelte sull’area di via dei Lucani a San Lorenzo. Ancora una volta l’impegno e la partecipazione dei cittadini e delle cittadine alle scelte che riguardano il loro abitare vengono ignorate. Si impegnano delle risorse senza che si dica quale sarà il progetto definitivo per quell’area, ma ancora una volta noi non ci arrendiamo

Leggiamo sui giornali di questi giorni l’approvazione di una Memoria di giunta a firma dell’Assessore Veloccia che rafforza gli intenti su importanti programmi già avviati dalla precedente Amministrazione sulla sperimentazione dell’abitare, con ulteriori nuovi indirizzi e il sostegno dei finanziamenti statali. Si tratta dei casi di Via Tarso, Via Cardinal Capranica, Via Sorel. Questi selezionati casi, già protagonisti di ricche storie abitative di tipo comunitario e di soluzioni sociali, nel caso di Cardinal Capranica bruscamente interrotte da un violento sgombero, inseriti in un piano di valorizzazione pubblica per modificarne la destinazione urbanistica, prima di esclusivo uso a servizio scolastico, sono dunque ora protagonisti di una nuova progettualità, pubblica e sperimentale, che ne sappia affermare il necessario uso sociale per il contrasto all’emergenza abitativa, di concerto con le comunità locali, con programmi di recupero e autorecupero.

Oltre a questi attesi e fondamentali casi, da portare avanti come esempio per la soluzione di questioni simili, a tutela dell’abitare sociale capace, nonostante le difficoltà estreme, di tutelare persone senza accesso alla casa, la Memoria nomina e indica uno stanziamento, a stralcio di fondi previsti per la mastodontica questione della Ex Penicillina, di 450 mila euro per il progetto e la demolizione di manufatti presenti sulla parte pubblica dell’ambito di rigenerazione urbana di Via dei Lucani.

Siamo rimasti esterrefatti! Non avevamo capito che ci trovavamo in un gigantesco gioco dell’oca e che il rischio di ripartire dal via fosse reale.

I cittadini di San Lorenzo si sono interessati all’ambito di via dei Lucani una prima volta 15 anni fa, all’interno del percorso di partecipazione del Progetto Urbano San Lorenzo. L’incontro conclusivo ha visto la partecipazione di rappresentanti di Municipio, Comune, Risorse per Roma, OO.PP. per il Lazio, Sapienza, ecc. lasciando l’impressione che l’iter avrebbe trovato realizzazione in tempi ragionevoli.

Un silenzio tombale ha invece accompagnato una nuova consiliatura.

Con l’elezione del sindaco Marino è stata sollecitata una ripresa del Progetto Urbano e un nuovo percorso è stato avviato con l’assessore Caudo e Risorse per Roma. Nel 2015 le conclusioni approdano agli uffici comunali ma lì si arenano per un ulteriore cambio di consiliatura.

La necessità di riprendere il Progetto Urbano quale risposta unitaria alle numerose criticità del quartiere viene ancora una volta sollecitata dai cittadini, ma incontra difficoltà per i cambiamenti nel frattempo intervenuti, soprattutto per il Piano Casa.

Purtroppo la tragedia di Desiré Mariottini porta alla ribalta quest’ambito e lo stato di abbandono nel quale versa. Il tritacarne mediatico che si abbatte sul quartiere spinge l’amministrazione a intervenire immediatamente con una Manifestazione d’Interesse che potesse mettere in equilibrio le richieste da tempo formulate dai cittadini con le proprietà private presenti, (secondo l’art. 32 della Costituzione).

Questo terzo e ultimo percorso, è risultato ampiamente partecipato, (con significativi apporti del gruppo di architette di Babel e del Laboratorio DICEA della Facoltà di Ingegneria di Sapienza, che hanno portato all’elaborazione di una ipotesi progettuale presentata all’assessorato), ma anche con successivi questionari e focus group coordinati da Risorse per Roma.

Dal punto di vista amministrativo il caso di Via dei Lucani rispetto agli altri ha un percorso diverso e come detto già avviato da anni; non si parla di sperimentazione dell’abitare, né di comunità che hanno bisogno di tutelare pratiche e forme di convivenza avanzate: si tratta di un programma di rigenerazione urbana che è stato portato avanti dal 2019 per restituire ad un quartiere sotto attacco speculativo di esclusiva natura residenziale, sostenuto dal potere derogatorio del Piano Casa, una porzione – finalmente corposa – di servizi e spazi pubblici.

Eravamo rimasti all’approvazione del progetto di pubblico interesse sull’area, nello specifico al progetto di fattibilità tecnico-economica proposto dagli Uffici a valle del percorso partecipativo e dei numerosi confronti con i soggetti proprietari delle aree, che ha con successo superato a giugno 2021 il primo ostacolo tecnico della Conferenza di Servizi, in cui si sono pronunciati positivamente tutti gli Uffici e le Direzioni di competenza, compresi quelli dedicati e sovraordinati del Ministero e della Regione Lazio (http://www.urbanistica.comune.roma.it/images/priu-san-lorenzo/DD-121575-2021.pdf).

In realtà dunque, alla piena soddisfazione del progetto pubblico per Via dei Lucani, capace di aver finalmente recepito tutti i requisiti richiesti dalle lotte di questi anni, in termini di servizi e funzioni (ricordiamo il parco, la piscina, gli spazi per associazioni e laboratori artigiani), e di aver intrapreso celermente le procedure amministrative – per prime quelle connesse ai fondi per i 20 milioni di euro con il nulla osta tecnico della Ragioneria -, manca ancora il necessario passaggio in Aula Capitolina. Vi è infatti a sostegno dell’iter solo una Decisione di Giunta Capitolina, di certo non utile all’avvio degli iter amministrativi soprattutto di una giunta diversa.

Nel caso di San Lorenzo, dunque, procedere con l’iter amministrativo significa di fatto fare spazio al percorso lungo e appassionato che ha (avrebbe?) sottratto questa porzione di città all’incuria e all’abbandono dei proprietari privati per consegnarla alla definizione pubblica di un progetto di servizi e funzioni utili e necessari alla città. Sul sito di Roma Capitale si possono consultare le sintesi degli elaborati dello studio di fattibilità a questa pagina.

Dunque ci chiediamo: a che servono questi fondi a stralcio del complesso caso della Ex Penicillina? Perché si inserisce Via del Lucani in una Memoria che ha a che fare con questioni di emergenza abitativa, senza fare riferimento al percorso amministrativo dedicato (o a questo punto interrotto)? Perché, in presenza di un programma di rigenerazione urbana che prevede una unitarietà di intervento e di progetto, si vuole tornare a parcellizzare interventi e fondi?

Il caso di Via dei Lucani, falliti i tentativi di contrattazione con i proprietari privati (manifestazione di interesse del 2019), si stava avviando ai successivi passaggi progettuali per la realizzazione pubblica dell’intero comparto immobiliare, a seguito del dovuto esproprio e acquisizione pubblica delle aree, sulla base dello studio di fattibilità. Ci si chiede se i fondi previsti dalla Memoria abbiano una coerenza con il progetto di fattibilità fin qui portato avanti dall’amministrazione, se servono, di fatto, a rendere fruibile la parte pubblica (ricordiamo però che si tratta di una porzione assolutamente trascurabile dell’intera area coinvolta).

Sono fondi destinati ad accogliere le previsioni dello studio di fattibilità tecnico economica che ha superato positivamente la Conferenza di Servizi? Si tratta invece di un segnale che apre a un altro progetto la cui natura non è stata ancora definita né condivisa? In questo secondo caso sembrerebbe una battuta di arresto, anzi un arretramento, rispetto alle conquiste che il quartiere aveva ottenuto, grazie alla partecipazione e all’impegno della rete della Libera Repubblica di San Lorenzo.

L’assoluta non trasparenza di questo procedimento non ci consente di capire in base a quale programma si sia potuto stabilire che occorrono 50 mila euro per la progettazione delle opere di demolizione e come sia stato possibile determinare, senza un preventivo progetto, l’importo di 450 mila euro per procedere con le demolizioni.

Cosa c’è da demolire? E ancora il “grave stato di degrado di via dei Lucani” sarà cancellato demolendo la esigua parte pubblica, senza prevedere fondi per utilizzare quella porzione resa disponibile? Per farne cosa? E della parte privata, quella dove è avvenuta la tragica morte di una giovane donna, che ne sarà? L’Amministrazione intende rendere partecipi i cittadini di quello che intende fare?

Il quartiere, del resto, dati gli ultimi sviluppi in campo proprietario, di cui il comparto in questione continua a essere protagonista, con l’acquisizione delle aree dove insistono le attività sociali di Communia, è in attesa di assistere allo sviluppo del percorso amministrativo individuato come prospettiva comune di riferimento, nonché ovviamente alla soluzione per Communia stessa su cui sembra fortunatamente essersi avviato un proficuo confronto con l’Amministrazione. Però il progetto di Via dei Lucani non può essere ridotto a una demolizione di una piccola porzione di manufatti fatiscenti, su una parte pubblica che ha dimensioni trascurabili e incerte.

La battaglia sociale sul tema era stata affrontata a un livello molto più alto, protetto dal dettato costituzionale sulla responsabilità privata rispetto alla rendita e all’abbandono urbano foriero di tragedie e disperazione e sulla supremazia del pubblico interesse, non più piegato a disastrose concertazioni a ribasso con i privati, che possono essere certo protagonisti della trasformazione, ma su requisiti e dettami di interesse pubblico.

Spazi e servizi pubblici sono necessari al quartiere e su questo non si torna indietro: dati i fallimenti trascorsi, le promesse non mantenute, lo scempio di regole derogatorie come il Piano Casa che continuano a produrre effetti dannosi sugli equilibri sociali e urbani della città, ci si aspetta che lo sviluppo di questo percorso, in una continuità di intenti di cui è capace una buona amministrazione, sia, quantomeno, lineare.

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