ROMA

Parco di Aguzzano: il Forum rivendica l’uso pubblico dei casali

Di fronte al silenzio della Giunta del IV Municipio continua la lotta del Forum per la tutela del Parco di Aguzzano per la difesa del parco e dei suoi casali. 

Nonostante i cinque immobili storici presenti nell’area verde compresa tra i quartieri di Rebibbia, San Basilio e Casal de’ Pazzi siano destinati dal Piano di Attuazione ad attività socio-culturali per gli abitanti dei quartieri limitrofi, il Municipio ha deciso di mettere a bando la concessione per il Casale Alba 1 destinandolo ad attività private, anche a scopo di lucro, legate al mondo del food e in particolare della pizza, in violazione dei vincoli posti sul Parco. «E non è finita – aggiunge Rita, membro del Forum – come si usa dire il diavolo sta nei dettagli: nella delibera è scritto che l’assegnatario del Casale Alba1 potrà scomputare dai canoni concessori le spese di ristrutturazione. Spese che secondo stima del Municipio stesso ammonterebbero a 1 mln € circa. Una stima palesemente gonfiata che equivale a un regalo per l’assegnatario, un modo subdolo per assicurargli la gratuità per decenni».

Tutto ciò senza consultare, come avrebbe dovuto fare, l’ente gestore del parco e la Regione. Non sono stati ascoltati neanche i cittadini che, dagli anni ’80, si sono impegnati a difendere quest’area verde dalla cementificazione.

«L’istituzione del Parco, nel 1989, fu ottenuta con le lotte degli abitanti e delle associazioni ambientaliste – prosegue Rita – che nel corso degli anni ’80 si opposero in tutti i modi possibili all’avanzata del cemento. Tra i ricordi più vivaci di quelle lotte si raccontano storie di persone che, per protesta, si legavano agli alberi, o, di notte, rimuovevano le lamiere di recinzione dei cantieri edili».

Intorno a questa lotta si è costruita una comunità larga che garantisce la tutela del Parco e dei Casali. Attualmente vi sono tre realtà attive, tutte compatibili con la Riserva Naturale: la biblioteca Giovenale, l’orto giardino di Aguzzano, il Casale Alba 2.

«Le iniziative del Forum hanno prodotto un effetto virtuoso: i più anziani del quartiere, protagonisti delle storiche lotte degli anni ‘80, hanno accolto l’appello dei più giovani mobilitandosi insieme a loro. Un’alleanza tra generazioni che dà linfa vitale alle tante iniziative e progetti in corso»

Il Forum, composto da realtà sociali, scuole, poli culturali, associazioni, comitati e abitanti dei quartieri Rebibbia, Ponte Mammolo e Casal de’ Pazzi, chiede che per Casale Alba 1 si scelga una destinazione pubblica e un progetto condiviso dalla cittadinanza. Perciò, con un percorso partecipato, sta mettendo a punto una proposta che prevede l’affidamento del casale al Museo di Casal de’ Pazzi, importante realtà del quartiere, per la realizzazione di un polo museale-didattico, con la partecipazione delle scuole, delle associazioni, dei comitati e degli abitanti.

Il timore è che questo bando sia il grimaldello per aprire l’ingresso a operatori privati a scopo di lucro nelle aree protette, consentendo attività di messa a profitto e indebolendo i vincoli a tutela del Parco. L’esperienza fallimentare dei Punti Verde Qualità ha dimostrato che i privati non risolvono i problemi di un’amministrazione rimasta senza fondi, anzi in molti casi è stata l’amministrazione a dover ripagare i debiti accumulati da chi avrebbe dovuto gestire le aree.

Uno dei promotori del Forum è il Casale Alba 2, nato nel dicembre 2012, proprio per impedire che quella struttura fosse oggetto di speculazione. Nello spazio recuperato si svolgono da anni attività, laboratori, iniziative aperte a tutti, grazie al lavoro volontario di decine di persone e la collaborazione con varie istituzioni del territorio.

«Noi usiamo dire che il Casale Alba2, nel 2012, è stato restituito alla città e al quartiere, cui sono rivolte le tante attività, tutte gratuite. In un quartiere privo di spazi di aggregazione e socialità, Alba 2 è stato reso fruibile da un’assemblea di quartiere in maniera totalmente volontaria e senza finanziamenti. Una scommessa importante, nell’attuale fase storica.  Come ha scritto Zerocalcare in un murale qui a Rebibbia “ci manca tutto non ci serve niente”».

Nelle ultime settimane gli attivisti del Casale Alba2 e i membri del Forum hanno ricevuto la visita della Polizia Municipale e sono stati identificati. Atti intimidatori che non hanno fermato la grande partecipazione alle iniziative del Forum e la determinazione nel voler portare avanti la lotta in difesa del Casale Alba 1.

«Dopo oltre 6 anni di attività, il Municipio si è ricordato dell’esistenza del Casale Alba 2 proprio quando si è messo in moto il percorso del Forum. Evidentemente i processi partecipativi reali fanno paura a chi, invece, in quanto amministrazione, dovrebbe farne la propria ragion d’essere. Il punto è semplice: gli abitanti e le realtà sociali possono avere voce in capitolo nelle decisioni sul territorio oppure devono per forza subirle passivamente? Per noi la risposta è chiara: che sia un casale autogestito o un progetto con il Museo e le scuole del quartiere, il Parco va tutelato nell’ambito dei vincoli ottenuti con la battaglia per la sua istituzione e sono gli abitanti a decidere le attività più idonee, non un’amministrazione sorda e poco incline al dialogo».

Il 20 marzo scorso rappresentanti del Forum sono andati al Consiglio del IV Municipio, per ribadire la volontà più volte espressa di poter partecipare al processo decisionale sul futuro del Parco di Aguzzano e dei suoi Casali. È stato presentato un ordine del giorno da discutere nella prossima seduta chiedendo di riconoscere l’attività svolta da Casale Alba 2 e di ammettere il Forum come interlocutore legittimo dell’amministrazione. Si chiede anche di convocare le Commissioni Consiliari per discutere della delibera con la quale si istituiva il bando di concessione.

Nell’ordine del giorno si torna a chiedere che i metodi intimidatori fin qui usati siano sostituiti da principi democratici e trasparenti per consentire la partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano la loro città e la loro vita.

«Vogliamo far capire a chi ci amministra che non siamo sudditi, come magari crede, ma protagonisti che non intendono subire decisioni dall’alto, bensì decidere insieme del futuro del parco e del quartiere» – conclude Rita.

Per mandare un messaggio chiaro al municipio è stato dato un appuntamento a un corteo colorato, festoso e determinato per sabato 30 marzo alle 15,30 dalla fermata metro Rebibbia.