PADOVA LIBER@ TUTTI, LIBERI SUBITO!

Arresti domiciliari, perquisizioni, obblighi di firma e denunce per le mobilitazioni in occasione dello sciopero europeo del 14N

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Il comunicato del Cs Pedro di Padova

Questa mattina la Questura di Padova ha notificato a quattro attivisti, dopo averne perquisito le abitazioni, gravi misure di restrizione della libertà personale. Le imputazioni sono legate alla giornata di iniziative europee del 14 novembre a Padova.

Ci ricordiamo tutti cosa ha significato quella giornata: nell’ambito di una vastissima mobilitazione di sciopero europeo, centinaia di migliaia di persone sono scese in Piazza in centinaia di città, in Italia ed in Europa. Anche a Padova oltre 5000 studenti e precari si sono riconquistati il diritto di lottare per il proprio futuro, andando oltre i confini del percorso previsto e bloccando tutta la città fino ad arrivare in stazione, gioiosi e determinati. Proprio nel piazzale delle FS il corteo, come è avvenuto in tantissime città d’Italia dove è stata ampiamente documentata la violenza delle Forze dell’Ordine, è stato brutalmente caricato dagli agenti in tenuta antisommossa quando ha deciso, in maniera condivisa e collettiva, di avvicinarsi agli ingressi della Stazione. Nonostante la violenza della celere tutti gli studenti sono ripartiti per le strade continuando la manifestazione. Tutto si è svolto alla luce del sole: già dall’alba i lavoratori delle cooperative avevano iniziato a bloccare la zona industriale, mentre durante il corteo studentesco migliaia tra studenti medi e universitari, lavoratori, migranti e precari, hanno affermato il loro rifiuto delle logiche dell’austerity e dei sacrifici come soluzione ad una crisi che nessuno di noi ha causato.

Il ciclo straordinario di occupazioni nelle scuole che da quella giornata è scaturito, così come le altre giornate di mobilitazioni successive, racconta il carattere costituente di alternativa che le pratiche del 14 novembre, condivise da tutto il corteo, hanno rappresentato.

Ci ricordiamo anche la criminalizzazione che nei giorni successivi ha occupato il dibattito politico cittadino, dove i soliti settantenni nostalgici degli anni ’70 (quelli si sono sempre gli stessi) hanno dato libero sfogo all’ormai trito repertorio di accuse e teoremi. Il modo migliore di sottrarsi al confronto con la realtà di quella giornata, che ha parlato invece del protagonismo di un’intera generazione che vuole conquistarsi un futuro degno.

Stiamo parlando di chi, con la criminalizzazione dei movimenti, cerca di nascondere la sua incapacità di trovare soluzioni concrete ai problemi che ci troviamo oggi ad affrontare: loro grigi e proni all’austerity, noi sempre più liberi e pensanti.

Se credono di spaventarci così, si sbagliano di grosso!

Appuntamento domani martedì 8 gennaio alle 12.30 in stazione per una conferenza stampa attiva in cui faremo chiarezza sulle menzogne relative al 14 novembre e per lanciare le prossime mobilitazioni. Finché Zeno ed Enrico non saranno liberati e finché tutte le misure non saranno ritirate non ci fermeremo.

Non ci avrete mai come volete voi!

Cso Pedro

Solidali e complici da Roma:

Questa mattina la città di Padova è stata bruscamente svegliata da un’operazione giudiziaria contro studenti e attivisti legati ai movimenti che hanno attraversato la giornata europea di mobilitazione del 14 novembre. Sono state effettuate 4 perquisizioni e sono stati notificati 2 arresti domiciliari e altrettanti obblighi di firma, oltre a risultare denunciate altre 5 persone.

Dopo gli arresti a Roma e le perquisizioni e le denunce a Milano, una nuova azione giudiziaria attacca i movimenti; quei movimenti che si sono resi protagonisti delle mobilitazioni autunnali e che sono stati in grado di rompere il silenzio imposto dalla pax montiana.

Il 14n, a Padova come in tantissime città d’Europa, migliaia di studenti, precari, lavoratori sono scesi in piazza. Dopo un lungo corteo per le strade della città, reclamando libertà di movimento, la polizia caricava i manifestanti nel piazzale antistante la stazione.

Il susseguirsi di azioni repressive a carico di giovani studenti e precari non frenano di certo la nostra voglia di tornare in piazza sempre più numerosi, piuttosto esprimono la debolezza di chi ha paura di non riuscire a governare e a imporre austerità e povertà come unica via d’uscita dalla crisi.

Tutta la nostra solidarietà va ai compagni che questa mattina si sono svegliati con queste assurde misure.

…prepararsi alla primavera.

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