EUROPA

Oltre mezzo milione di persone in piazza per la Sanità pubblica a Madrid

La città di Madrid ha lanciato domenica scorsa una risposta contundente partecipando in massa alla manifestazione contro le politiche di privatizzazione della sanità del governo regionale

La partecipazione alla manifestazioni per la Sanità Pubblica di domenica ha superato le previsioni dei collettivi che l’hanno convocata e ha inondato le strade di Madrid, frutto di una ribellione sanitaria contro le misure di privatizzazione del governo di Isabel Díaz Ayuso. Il governo ha stimato la partecipazione in più di 200.000 persone, mentre secondo gli organizzatori erano 670.000 i partecipanti.

La precipitosa e caotica apertura dei nuovi Punti di Attenzione Continuata (PAC) senza il personale sufficiente, dato che sono state lanciare 80 PAC con il personale dei 40 estinti Servizi di Attenzione Rurale (SAR), ha provocato uno sciopero a tempo indefinito convocato dal sindacato medico AMYTS, scioperi promossi dai sindacati SUMMAT e MATS per tutto il personale dei PAC nei fine settimana e le dimissioni di docenti.

Al tempo stesso, la preoccupazione nella cittadinanza cresceva fino a superare le previsioni iniziali di partecipazione alla manifestazione di domenica scorsa. A tutto questo sommiamo le dimissioni di alti dirigenti del Consiglio della Sanità appena conosciuti i nuovi piani per le urgenze extra ospedaliere.

Tutto questo spiega la risposta di massa della cittadinanza di domenica scorsa. Dopo le 12.30, uscire dalla stazione di Atocha per andare verso il corteo era praticamente impossibile, segnala Susana Albarrán di “El Salto Madrid”. Le quattro colonne che si dirigevano verso Cibeles da Nuevos Ministerios, Ópera, Hospital de la Princesa e Atocha sono confluite sul Paseo del Prado dimostrando la repulsione dei madrileni e delle madrilene alla gestione sanitaria della presidente regionale.

Fazzoletti bianchi, slogan per la Sanità pubblica e richieste di dimissioni per Ayuso sono stati alcuni dei messaggi della piazza. Prima della lettura del manifesto, si è tenuto una commemorazione speciale per tutte le persone anziane morte nelle residenze geriatriche della Comunità di Madrid. «Non sono morti, sono assassinii» hanno cantato in coro i partecipanti per mostrare indignazione per i protocolli firmati tra il 18 e il 25 marzo che stabilirono i criteri per non effettuare i trasferimenti in ospedale in funzione delle loro capacità fisiche o cognitive. «7.291 anziani sono morti dentro le residenze geriatriche senza essere trasferiti in ospedale».

Lola Barquero ha ricordato che le donne sono quelle che più si prendono cura e sostengono le questioni relative alla salute. «L’ingiusta divisione del lavoro di cura fa si che siamo noi donne a soffrire le mancanze dell’attenzione primaria», ha assicurato, per mettere in luce il valore del ruolo di vicinanza su cui si basano gli ambulatori dell’attenzione primaria. Barquero ha ricordato a tutte le donne che rendono possibile il sistema sanitario, le custodi e le donne impiegate nelle pulizie, che condividono con molte altre donne le conseguenze della precarietà.

Subito dopo ha preso la parola Rebecca, una paziente con Covid persistente. «Provare e recuperare la salute non può dipendere dal fatto di avere o no sufficiente denaro”,» problema che a Madrid colpisce oltre 200mila persone, afferma ancora Rebecca, con fino a 200 sintomatologie diverse, che diventano cronici e non hanno cura.

Antonio Cabrera ha ricordato che tra le conseguenze della pandemia vi è la necessità di una attenzione alla salute mentale, a fronte dell’assenza di risorse e politiche adeguate. Itziar Valero, da parte sua, ha descritto la situazione delle urgenze rurali ed è stata molto critica con il piano del governo regionale per implementare la teleassistenza.

L’organizzazione della manifestazione ha ricordato la medica Mar Noguerol, sanzionata per aver registrato un video di una protesta nel suo centro di salute. C’è anche stato un avvertimento a fronte dell’esclusione sanitaria delle persone migranti; la Sanità che la cittadinanza ha reclamato in piazza è universale e nessuna persona deve esserne privata.

«Quresto è un evento storico» – hanno assicurato gli organizzatori della manifestazione alla conclusione della manifestazione lasciando spazio alla Sinfonica.

Articolo pubblicato su El Salto Diario. Immagine di copertina di David Sabadell per El Salto

Traduzione in italiano di Alioscia Castronovo per Dinamopress