editoriale

No Tap: tre giorni di lotta e di crescita

Dal 6 al 9 dicembre, in Salento, si sono tenute mobilitazioni partecipatissime, come non si vedevano da anni. Accompagnare da una dura e immotivata stretta repressiva

La mole di lavoro che dobbiamo compiere ogni giorno è enorme e ci scusiamo per qualche piccolo ritardo sugli aggiornamenti, ma quello che il nostro territorio ha vissuto nei giorni 6, 8 e 9 Dicembre è stato come un tornado che ha assorbito tutti noi; sta di fatto che in quei 3 giorni il nostro territorio ha vissuto una mobilitazione che non si vedeva dagli anni ’50 con le rivolte dell’ Arneo o delle Tabacchine.

Tutto comincia a fine novembre quando ormai innalzata la famigerata “Zona Rossa”, nel corso delle assemblee si decide di dare spazio a una vasta mobilitazione generale a tappeto tra: Melendugno, Lecce e San Basilio. L’ occasione viene colta al volo con la chiamata all’ 8 dicembre da parte dei compagni di lotta Valsusini, in ricordo dell’ 8 dicembre del 2005, anno in cui fu liberato e ricostituito il presidio NoTav di Venaus. Ma andiamo per ordine.

I commercianti di Melendugno, preoccupati dall’immenso dispiegamento di forze dell’ordine e dlle ripercussioni economiche di tutto questo “apparato”, indicono un assemblea a cui partecipano anche comuni cittadini. Un’assemblea che si dichiara favorevole alla chiusura di tutte le attività commerciali il 6 di Dicembre. La notizia rimbalza presto nel Salento e allo sciopero si uniscono attività commerciali di altri comuni tra cui Calimera, Vernole e Lecce. L’8 Dicembre un’altra grandissima risposta e così sfruttando il lungo ponte dell’ immacolata e sulla scia emotiva dei giorni precedenti finalmente il 9 Dicembre siamo riusciti a prender coraggio ed arrivare fin sotto la zona rossa per vedere con i nostri occhi quello scempio.

6 DICEMBRE Il programma della giornata è semplice e prevede 2 grossi cortei. Il primo a Melendugno la mattina, l altro a San Foca il pomeriggio. L’ assembramento del corteo di Melendugno è fissato per le 7 del mattino e nonostante le prime ore di luce della giornata, la gente arriva in massa e puntuale. Ci sono tutt*, dagli agricoltori con i loro mezzi pesanti ai bambini delle scuole, dai cittadini ai sindaci, un fiume di gente proveniente da ogni parte del Salento e ben presto siamo in 3000. Tutto si svolge all’ insegna dell’ allegria e della voglia di riscatto e nonostante qualche piccola provocazione da parte dei soliti tutori dell’ “ordine” il corteo giunge al termine. Alle 12 è fissato l’ incontro sul lungo mare Matteotti di San Foca per il secondo corteo. Si parte a sfilare alle 14 siamo sempre tantissim* e centinaia di bandiere NoTap sventolano in un cielo azzurro come gli occhi di Angelica. Arrivati in prossimità della S.P. per Melendugno, il corteo si divide in 2. Uno incitato dalla gente comune, signori e signore del paese (e non da infiltrazioni come hanno voluto farci credere), diretto verso la zona rossa e l’altro a seguito degli organizzatori che si conclude secondo il percorso stabilito. Arrivati al blocco di polizia e carabinieri, la protesta parte con urla, cori, fischietti e trombe da stadio. I funzionari di polizia sono visibilmente agitati e partono gli spintoni e qualche carica. Un manipolo di un centinaio di attivisti decide di aggirare il cordone dei blocchi dalle campagne. LA ZONA ROSSA NON È PIÙ UN TABÙ. Si arriva e ne siamo consapevoli. Si arriva di fronte a quei cancelli terribili che chiudono la libertà in una gabbia. Al ritorno sulla provinciale chi ha violato quella zona viene salutato tra gli applausi e le grida di gioia. Si conclude così una grande giornata di proteste.

8 DICEMBRE Veniamo svegliati dall’ infamia di qualche giornalaio venduto. “PERICOLO DI INFILTRAZIONI ANARCOTERRORISTICHE” dicono le prime pagine. Il corteo è fissato per le 15:00 a Lecce, in una città blindata e semi deserta. Al concentramento è imponente il dispiegamento di mezzi atti a reprimere, ma il corteo parte puntuale e massiccio, nonostante i numerosi posti di blocco e il tentativo di terrorizzare la gente siamo più di 5000. Sfiliamo in maniera disordinata e allegra. Il camion alla testa del corteo fa levare la voce dei numerosi interventi e dalle casse la musica ci accompagna per tutto il tragitto. C’è bella gente, la più bella di sempre! Ma i tentatovi di disturbo sono molteplici. Primo fra tutti un elicottero che volava basso coprendo gli interventi al microfono tanto da dover interrompere il corteo più di una volta. Arrivati sotto al tribunale una piccola sosta per protesta contro i provvedimenti in corso contro chi lotta. In prossimità della villa, vicinanze Prefettura, veniamo a sapere che 6 attivisti giunti dal centro Italia sono bloccati in questura da diverse ore, in un rapido confronto tra gli organizzatori si decide di spegnere il camion in testa al corteo e bloccare nuovamente la città fino a quando non saranno liberati. Da qui il corteo prosegue senza intoppi fino alla conclusione. In seguito un piccolo corteo spontaneo composto da 200 persone sfilerà per le vie del centro per raggiungere la sede di Tap. Corteo prontamente represso da violente cariche della polizia….Tutto sommato però un altra grande giornata di lotta!

9 DICEMBRE (IL GIORNO DELL ‘INFAMIA) L’appuntamento è fissato per le 15:00 lungo mare Matteotti San Foca. Ci si ritrova in diverse centinaia di persone. Il percorso è solo uno, la nostra terra. Arrivati all’ altezza dell’ Eurogarden sulla provinciale per Melendugno un gruppo di una 50ina di persone si stacca ed entra nella zona cuscinetto. Gli altri rimarranno lungo la provinciale. Si susseguono ore terribili dove il gruppo di 50 tra cui 3 MINORENNI viene bloccato nella zona cuscinetto. Solo loro sanno cosa hanno vissuto lì in quelle ore. Compagni testimoniano di botte violente e non motivate, di arresti ingiustificati e di maltrattamenti gratuiti, gente costretta in ginocchio per ore e presa a calci e manganelli nelle costole. In un video divulgato dalla questura si fa sfoggio del materiale recuperato: un cavatappi, un coltellino svizzero inferiore ai 5 cm, delle forbicette con la punta arrotondata e un cappuccio!! Fuori dalla zona cuscinetto infuria la protesta per sapere le sorti dei compagni. Alle 18 vengono condotti 52 fermati (minorenni compresi) a Lecce tra questura e comando provinciale dei carabinieri, ed è in questi posti che si improvvisano presidi di solidarietà ai fermati. La gente risponde ai presidi e arriva numerosa, i funzionari della sicurezza pubblica percepiscono la rabbia delle mamme e dei papà dei fermati, degli amici e dei compagni di lotta e ordinano dei cordoni di sicurezza all’ ingresso dei palazzi. La protesta è forte e verso le 21:00 possiamo riabbracciare i primi liberati. Si concluderà tutto intorno alle 2:00 con la liberazione dell’ ultima compagna.

Il 9 di Dicembre i funzionari dell’ ordine si sono macchiati di gravi reati contro la dignità degli esseri umani, contro la libertà di protesta e d’ espressione e secondo i legali non si escludono gli abusi.

Sono stati 3 giorni fantastici di gioie e amarezze, diversi i fogli di via ma anche tante soddisfazioni, che hanno reso la nostra gente un popolo unito contro le nocività e gli interessi degli affaristi. Questi 3 giorni sono stati solo l’ incipit di una lotta destinata ad accumulare sempre più gente sempre più tempo e che condurrà alla vittoria.

Questo era solo l’ inizio!

#NoTap nè qui nè altrove!!!