ROMA

Magliana: nonostante lo sgombero, INsensINverso non si ferma

Martedì scorso, il 14 settembre, è stata sgomberata INsensINverso, l’officina culturale autogestita del quartiere Magliana. Un intervento poliziesco contro un presidio di buone pratiche in una zona sovente abbandonata dalle istituzioni

La scorsa settimana, martedì 14 settembre, è stata sgomberata INsensINverso, l’officina culturale avviata come scuola di italiano nel 2005 e divenuta poi un punto di riferimento per il quartiere Magliana.

Abbiamo contattato un attivista dell’officina culturale per farci raccontare cosa è successo e cosa comporta lo sgombero in un quartiere come Magliana.

Avevate avuto avvisaglie o è successo tutto all’improvviso?

Abbiamo sempre temuto che si potesse presentare questa eventualità, ma onestamente non ce la aspettavamo: è stato assolutamente un fulmine a ciel sereno. La settimana scorsa, martedì, ci è arrivata una telefonata che diceva che qualcuno stava entrando all’interno della struttura. Alcuni di noi sono andati a vedere cosa stava succedendo e hanno scoperto che si trattava di uno sgombero: da un momento all’altro sono stati messi i sigilli, cambiate le serrature e INsensINverso è stata chiusa.

Dopo oltre quindici anni di presenza sul territorio.

Sì, INsensINverso è nata sedici anni fa a Magliana: è sempre stata una realtà molto radicata in un quartiere abbandonato dalle istituzioni, in una periferia priva di quasi qualunque servizio sociale, tranne quelli portati avanti spontaneamente da associazioni e collettivi. Anche INsensINverso stava infatti all’interno di questo schema, di questa costruzione di un’alternativa possibile.

È iniziato tutto per caso: il più anziano di noi già svolgeva piccoli corsi di italiano per poche persone presso un’associazione del quartiere. Noi più giovani ci siamo avvicinati e piano piano questa cosa ci è piaciuta. Da un passatempo è diventato un impegno, una militanza e ci ha formato. Quando noi parliamo della scuola di italiano non è mai la scuola per i migranti, è la scuola di italiano per e con i migranti. Perché quando tutti i giorni incontri persone che hanno un vissuto totalmente diverso dal tuo, allora tu comunque cresci.

INsensINverso nasce quindi come scuola di italiano (che prima della pandemia era arrivata ad avere circa duecento tra studenti e studentesse), ma negli anni è andata ampliandosi. Le attività dell’associazione, nel corso del tempo si sono moltiplicate e si sono rivolte non soltanto alla cittadinanza migrante, ma anche a chi migrante non è. Sono arrivate così tantissime altre iniziative: scuole di arabo, di francese e d’inglese, corsi di yoga, il laboratorio di teatro, tantissime serate in un quartiere che altrimenti dopo le sette di sera si spegne. Senza contare poi le mille collaborazioni che abbiamo fatto in giro per Roma e che abbiamo ospitato all’interno della nostra struttura.

Insomma, qua c’era un’alternativa, si poteva stare insieme e questa era una cosa molto importante. La domenica c’è l’aula studio e venivano i ragazzi e le ragazze a studiare, a giocare a biliardino. Il tutto senza nessuno scopo di lucro: le attività erano totalmente autofinanziate da noi.

Molte di queste attività, tra l’altro, erano sul punto di ripartire.

Proprio il giorno dello sgombero avremmo avuto una riunione al pomeriggio per organizzare la partenza e sarebbe ripreso tutto il primo ottobre, compresa ovviamente la scuola di italiano. Naturalmente gli studenti per classe sarebbero diminuiti per mantenere le distanze, ma avremmo ricominciato e questo che ci fa arrabbiare anche di più: non ci siamo fermati neanche durante la pandemia, quando abbiamo proseguito alcuni dei nostri corsi online. Hanno chiuso uno spazio che non aveva nessuna intenzione di fermarsi.

Ci sono studentesse e studenti degli anni precedenti che chiamano e chiedono quando ricomincia la scuola. Perché la scuola di italiano, che è il nostro fulcro, la nostra attività principale, è importante per tanti motivi: se tu arrivi qui in Italia che non sai parlare, è poi difficile che tu possa capire come consultare una legge che ti riguarda, che tu possa firmare un contratto o trovare una casa. La lingua è la base di tutto, quindi bloccare un’attività dove vengono tantissime persone a studiarla è qualcosa di veramente brutto.

Però, nonostante il valore civile e sociale delle vostre iniziative, dalle istituzioni non è arrivato nessun sostegno.

In generale da parte delle istituzioni non c’è mai una vera dimostrazione di solidarietà. Magari qualcuno la esprime a parole (e fa piacere), ma se ha davvero la possibilità, il potere di intervenire, allora è atteso alla prova del nove. Però io credo che nessuno vada oltre la mera campagna elettorale del momento. Il fatto poi che INsensINverso sia stata sgomberata in questo preciso periodo, secondo noi, non è un caso.

Il quartiere invece come ha reagito alla chiusura?

Chiunque di noi giri per il quartiere, viene continuamente fermato dalle persone che ci dicono che sono al nostro fianco; ci sono arrivati decine di messaggi e di telefonate non solo delle associazioni del quartiere che ci esprimono solidarietà, ma anche proprio da singoli cittadini e cittadine. In un quartiere come Magliana, privo o almeno molto carente di servizi culturali, serve un posto che sia libero e aperto a tutti. Le persone poi vengono.

La nostra era una realtà piccola che però al suo interno aveva di tutto, sempre con un chiaro messaggio politico. Perché quando vai in un posto e ti metti a chiacchierare con qualcuno e scopri, per esempio, che è un ragazzo che viene dall’Afghanistan, allora lì le cose cambiano. È la quotidianità che ti cambia più che la notizia o il politico che passa in campagna elettorale. Quindi INsensINverso contribuiva a cambiare la prospettiva: la cosa bella che si era creata negli anni era questo meticciato. Era importante, per Magliana, avere uno spazio in cui potevano venire a bersi una birra o a farsi una chiacchierata il vecchietto e il ragazzo migrante di diciotto anni. Quindi da parte del quartiere c’è stata profonda tristezza, ma soprattutto tanta solidarietà.

E adesso come avete intenzione di procedere?

Noi non vogliamo assolutamente fermarci, quindi stiamo cercando spazi amici all’interno del quartiere che possano far proseguire i nostri corsi, le nostre attività.

Tutte le foto dalla pagina Facebook di INsensINverso.