Loro e noi (parte I e II)

Il subcomandante Marcos con ironia attacca i partiti della sinistra messicana e le istituzioni rivendicando l’autonomia dei movimenti.

LORO E NOI. Parte I. Le (non) ragioni di sopra

Gennaio 2013

Parlano quelli che stanno sopra:

“Siamo noi che comandiamo. Siamo più potenti anche se siamo di meno. Non c’importa quello che dici-senti-pensi-fai, basta che stai muto, sordo, immobile. Possiamo imporre al governo gente mediamente intelligente (anche se è molto difficile trovarne nella classe politica), ma scegliamo uno che neanche riesce a far finta di sapere che cosa va a fare.

Perché? Perché possiamo farlo.

Possiamo usare l’apparato di polizia e militare per perseguire ed imprigionare veri delinquenti, ma questi criminali sono la nostra parte vitale. Invece scegliamo di perseguire te, picchiarti, catturarti, torturarti, imprigionarti, assassinarti.

Perché? Perché possiamo farlo.

Innocente o colpevole? ¿E chi se ne importa se sei uno o l’altro? La giustizia è solo una prostituta in più sul nostro libro paga e, credici, non è la più costosa. Ed anche se fai alla lettera quello che imponiamo, anche se non fai niente, anche se innocente, ti schiacceremo.

E se insisti a chiedere perché lo facciamo, ti rispondiamo: perché possiamo farlo.

Questo è avere il Potere. Si parla molto di soldi, ricchezze, e di queste cose. Ma credici, quello che eccita è questa sensazione di poter decidere sulla vita, la libertà ed i beni di chiunque. No, il potere non è il denaro, è quello che puoi avere grazie ad esso. Il Potere non è solo esercitarlo impunemente, ma anche e soprattutto, farlo irrazionalmente. Perché avere il Potere è fare e disfare senz’altra ragione che il possesso del Potere.

E non importa chi compaia davanti, per occultarci. Destra e sinistra sono solo indicazioni per far parcheggiare l’autista. La macchina funziona da sola. Non dobbiamo nemmeno ordinare che si punisca l’insolenza di sfidarci. Governi grandi, medi e piccoli, di tutto lo spettro politico, oltre ad intellettuali, artisti, giornalisti, politici, gerarchi religiosi, si contendono il privilegio di compiacerci.

Quindi fottiti, marcisci, crepa, disilluditi, arrenditi.

Per il resto del mondo non esisti, non sei nessuno.

Sì, abbiamo seminato l’odio, il cinismo, il rancore, la disperazione, il menefreghismo teorico e pratico, il conformismo del male minore, la paura fatta rassegnazione.

Tuttavia, temiamo che questo si trasformi in rabbia organizzata, ribelle, senza prezzo.

Perché il caos che imponiamo lo controlliamo, lo gestiamo, lo dosiamo, lo alimentiamo. Le nostre forze dell’ordine sono le nostre forze per imporre il nostro caos. Ma il kaos che viene dal basso …

Ah, quello… non capiamo nemmeno cosa dicono, chi sono, quanto costano.

E poi sono così volgari da non mendicare, sperare, chiedere, supplicare, ma esercitare la loro libertà. Mai vista una tale oscenità!

Questo è il vero pericolo. Gente che guarda da un’altra parte, che esce dagli schemi, o li rompe, o li ignora.

Sai cosa ci ha dato buoni risultati? Il mito dell’unità ad ogni costo. Intendersi solo col capo, dirigente, leader, caudillo, o come lo si voglia chiamare. Controllare, gestire, contenere, comprare qualcun@ è più facile che comprarne molti. Sì, e più a buon mercato. Le ribellioni individuali. Sono tanto commoventemente inutili.

Quello che invece è un pericolo, un vero caos, è quando qualcuno si mette in collettivo, gruppo, banda, razza, organizzazione, e impara a dire no e a dire sì, e che si mettano poi d’accordo tra loro. Perché questo non punta a chi comandiamo. Eh sì… uff… questo sì è una calamità, immagina che ognuno costruisca il proprio destino, e decida che cosa essere e fare. Sarebbe come rivelare che noi siamo prescindibili, che siamo d’avanzo, che disturbiamo, che non siamo necessari, che dobbiamo essere imprigionati, che dobbiamo sparire.

Sì, un incubo. Vero, ma ora per noi. Ti immagini di che cattivo gusto sarebbe questo mondo? Pieno di indios, di neri, di caffè, di gialli, di rossi, di rasta, di tatuaggi, di piercing, di estoperoles, di punk, di darket@s, di chol@s, di skater@s, di quella bandiera con la A così senza nazione da essere comprata, di giovani, di donne, di put@s, di bimb@, di vecchi, di chicanos, di autisti, di contadini, di operai, di nacos, di proletari, di poveri, di anonimi, di… di altr@. Senza uno spazio privilegiato per noi, “the beautiful people”… la gente per bene che si capisce…. perché si vede da lontano che tu non hai studiato ad Harvard.

Sì, quel giorno per noi sarebbe notte… Sì, tutto esploderebbe. Che che cosa faremmo?

Mmh… non ci avevamo pensato. Pensiamo, pianifichiamo e realizziamo cosa fare per impedire che accada, ma…… no, non c’avevamo pensato.

Bene, nel caso, dunque… mmh… non so… forse cercheremmo i colpevoli e poi, non so, penseremmo a un piano B. Indubbiamente per allora tutto sarebbe inutile. Credo che allora ricorderemo la frase di quel maledetto ebreo rosso… no, Marx no… Einstein, Albert Einstein. Mi sembra che sia stato lui a dire: “La teoria è quando si sa tutto e non funziona niente. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa perché. In questo caso abbiamo combinato la teoria e la pratica: non funziona niente… e nessuno sa perché”.

No, hai ragione, non riusciremmo neppure a sorridere. Il senso dell’umorismo è sempre stato un patrimonio non espropriabile. Non è una pena?

Sì, senza dubbio: sono tempi di crisi.

Senti, non scatti qualche foto? Dico, così, per sistemarci un po’ e farci un po’ più decenti. Naah, questo modello l’abbiamo già usato in Hola… ah, ma che ti raccontiamo, si vede che non hai letto il Libro Vaquero

(fumetto di storielle ambientate nell’ovest del Messico alla fine del XIX° secolo – n.d.t.).

Ah, non possiamo aspettare di raccontarlo a@ nostr@ amic@ che sono venuti ad intervistarci uno così… così… così… altro. Gli piacerà. E a noi daranno un’aria così cosmopolita…

No, certo che non ti temiamo. In quanto a questa profezia… bah, si tratta solo di superstizioni, così… così… così autoctone… Sì, così di bassa qualità … hahahaha… buona questa barzelletta, prendi nota per quando vedremo i ragazzi…

Cosa?… non è una profezia?…

Oh, è una promessa…

(…) (suono di titutata-tatatatà dello smartphone)

Pronto, polizia? Sì, è venuto qualcuno a trovarci. Sì, pensiamo che fosse un giornalista o qualcosa così. Sembrava così… così… così altro, sì. No, non ci ha fatto niente. No, non si è nemmeno portato via niente. Sì, ora che siamo usciti dal club per incontrare i nostr@ amic@ vediamo che hanno dipinto qualcosa sul portone d’ingresso del giardino. No, le guardie non hanno visto chi è stato. No! certo che i fantasmi non esistono. Sì è di molti colori… No, non abbiamo visto nessun barattolo di vernice qui intorno… Bene, stavamo dicendo che è dipinto in molti colori, così, molto variopinto, molto naif, molto altro, niente a che vedere con le gallerie dove… che cosa? No, non vogliamo che mandi nessuna pattuglia. Sì, lo sappiamo. Ma lo diciamo per vedere se è possibile indagare per capire che cosa vuol dire quello che è dipinto. Non sappiamo se è un codice, o una di quelle strane lingue che parlano i proletari. Sì, è una sola parola, ma non capiamo perché ci fà venire i brividi. Dice:

MARICHIWEU!” (*)

(*) parola mapuche che significa “vinceremo sempre!”

(continua…)

Da qualche parte, in qualunque dei mondi.

SupMarcos

Pianeta Terra

Gennaio 2013

Traduzione a cura del Comitato Chiapas Maribel di Bergamo.


LORO E NOI. Parte II. La Macchina in 2 cartelle

Gennaio 2013

Parla il venditore:

Si chiama “globalizzazione neoliberale versione 6.6.6., ma preferiamo chiamarla “la selvaggia” o “la bestia”. Sì, un appellativo aggressivo, d’impulso, molto grrr. Sì, l’ho imparato al corso di sviluppo personale “Come vendere un incubo” … ma torniamo alla macchina. Il suo funzionamento è molto semplice. È autosufficiente (o “sostenibile”, come poi si dice). Produce guadagni esorbitanti… Che cosa? Investire parte di quei guadagni per ridurre la fame, la disoccupazione, la mancanza d’istruzione? Ma se sono esattamente queste carenze a far funzionare questa meraviglia! Che ne dice, eh? Una macchina che produce contemporaneamente il combustibile di cui necessita per funzionare: la miseria e la disoccupazione.

Certo, produce anche merci, ma non solo. Guardi: supponiamo di produrre qualcosa di completamente inutile, di cui nessuno ne ha bisogno, senza mercato. Bene, questa meraviglia non solo produce l’inutile, ma crea anche il mercato dove questa inutilità si trasforma in un genere di prima necessità.

Le crisi? Certo, prema questo pulsante qui… no, quello no, quello è di “espulsione” l’altro… sì. Bene, prema questo tasto e tatan!, ecco la crisi che serve, completa, coi suoi milioni di disoccupati, i suoi carri armati antisommossa, le sue speculazioni finanziarie, le sue siccità, la sua fame nera, la sua deforestazione, le sue guerre, le sue religioni apocalittiche, i suoi salvatori supremi, le sue prigioni e cimiteri (non per i salvatori supremi), i suoi paradisi fiscali, i suoi programmi assistenziali con sigla musicale e coreografia incluse… certo, un po’ di carità sarà sempre ben vista.

Ma non è tutto, mi permetta di mostrarle questo demo. Quando lo imposta su “distruzione/spopolamento-ricostruzione/riordino” fa miracoli. Guardi questo esempio: vede questi boschi? No, non si preoccupi per quegli indigeni… sì, sono del popolo Mapuche, ma potrebbero essere yaquis, mayos, nahuas, purépechas, maya, guaranì, aymarás, quechúas. Bene, prema il tasto “play” e vedrà che i boschi spariscono (anche gli indigeni, ma non sono importanti), ora guardi come tutto si trasforma in una landa, aspetti… lì arrivano le macchine, e voilá!: ecco il campo da golf che aveva sempre sognato, col suo residence esclusivo e con tutti i servizi. Ah, meraviglioso no?

E’ accompagnato da un software di ultimissima versione. Faccia click qui, dove dice “filtro”, e nella sua tv, radio, giornali, riviste, feisbuc, tuiter, yutub, appariranno solo complimenti e lodi per lei e per i suoi. Sì, elimina ogni commento, scritto, immagine, rumore, tutta la cattiva energia che le viene da quei plebei anonimi, sporchi, brutti e cattivi… e volgari, sì.

Ha il cambio a leva (anche se può passare al pilota automatico con un solo click); eliporto; un biglietto aereo no, perché poi non esiste posto dove fuggire, però sì, un posto sarebbe sulla navetta spaziale più prossima alla partenza; ha anche il suo “mall” super-iper-mega esclusivo; campo da golf; bar; yacht club; un diploma di Harvard già incorniciato; casa di villeggiatura; pista di ghiaccio… sì, lo so, che cosa faremmo senza la sinistra moderna e le sue trovate? Ah, e con questa meraviglia lei potrà stare in “tempo reale” e simultaneamente in qualunque parte del pianeta, è come se avesse il proprio ed esclusivo bancomat globale.

Mmh… sì, include una bolla papale per assicurarsi un posto V.I.P in cielo. Sì, lo so, ma sull’immortalità ci stiamo lavorando. Nel frattempo, possiamo installare come accessorio (costo a parte, chiaro, ma sono sicuro che questo non è un problema per qualcuno come lei): una stanza antipanico! Sì, perché poi a quei vandali vengono delle pretese come quella che “la terra è di chi la lavora”. Oh, ma non c’è da preoccuparsi. Per questo abbiamo governanti, partiti politici, nuove religioni, “reality show”. Ma, è solo una supposizione, e se per caso fallissero? Ovviamente, in questioni di sicurezza nessuna spesa è onerosa. Certo, lasci che prenda nota: “includere Stanza Antipanico”. Comprende inoltre uno studio TV, uno radiofonico ed un tavolo di redazione. No, non mi fraintenda. Non sono per guardare la televisione, né ascoltare la radio, né leggere giornali e riviste, quello è per porci. Sono per produrre l’informazione e il divertimento di quelli che fanno funzionare la macchina. Non è geniale?

Cosa? Oh… bene… sì… mi temo che questo piccolo problema non sia stato risolto dai nostri specialisti. Sì, se la materia prima, voglio dire, se la moltitudine plebea si ribella non c’è niente da fare. Sì, forse anche la “stanza antipanico” sarebbe inutile in quella situazione. Ma non bisogna essere pessimisti, pensi che quel giorno… o notte… è molto lontano. Sì, l’ottimismo “new age” l’ho imparato sempre nel corso di sviluppo personale. Eh? Come? Sono licenziato?

(continua…)

Da qualche parte, in qualunque dei mondi.

SupMarcos

Pianeta Terra

Gennaio 2013

A seguire i video che accompagnano la pubblicazione del testo sul sito EnclaceZapatista:

“La Maldita Vecindad” – Pachuco

“Para que no olviden que en la silla, colocaron a un títere, un muñequito, un…”(video satirico sul presidente messicano Pena Neto)

“Excelente video didáctico. El sistema político explicado no con manzanitas…”(video satirico sul sistema politico messicano)