La7 è in svendita. I precari no.

Mentre il Cda di Telecom discute la cessione “gli invisibili dietro le quinte” prendono parola.

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Prende quota la mobilitazione dei precari di La7, esplosa nelle ultime settimana al seguito del mancato rinnovo dei contratti. La rete è in vendita, così come Telecom procede speditamente verso la ristrutturazione, una cura dimagrante da 1,3 miliardi di euro. I primi a fare le spese di tutto questo, neanche a dirlo, sono i precari.

In contemporanea con il Cda del gruppo di Bernabè che si sta svolgendo, proprio in queste ore, a Milano, questa mattina i precari di La7 hanno fatto un flash-mob sotto la sede centrale (direzionale e amministrativa) di Telecom Italia Spa, in corso Italia 41. Mascherine bianche sui volti, in mano lo striscione con su scritto: «La7 è in svendita. Noi no!».

Una prima azione comunicativa al seguito della pubblicazione, da parte di Repubblica e altre testate giornalistiche on-line, del video che racconta le contraddizioni della rete: critica, colta, politicamente controcorrente e libera… di licenziare a suo piacimento.

Chiariscono sul loro volantino, distribuito stamani, i precari: «siamo persone che lavorano per La7 da molti anni, operai della televisione: registi, autori, redattori, produttori, operatori…. tutti per lo più 30-40enni». A chi su Twitter gli dice che fanno bene a lamentarsi, ma sicuramente avranno guadagnato tanto in questi anni, il Coordinamento precari La7 risponde con parole che potremmo tranquillamente trovare sui comunicati e sui volantini di altri precari del mondo della comunicazione, della formazione, dei servizi: «la retribuzione di un lavoratore precario con una mansione di medio livello è di circa 6 euro l’ora e i nostri contratti raramente superano i 4 mesi»

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La lotta è appena cominciata, DINAMOpress sarà al suo fianco…

Il volantino distribuito oggi dai lavoratori:

Chi siamo?

Siamo persone che lavorano per La7 da molti anni, operai della televisione: registi, autori, redattori, produttori, operatori… tutti per lo più 30-40enni. Siamo gli invisibili dietro le quinte di Mentana, Lerner, Santoro, Formigli, Crozza, di quella TV libera… di licenziare a suo piacimento.

Perché protestiamo?

La7 è in vendita. Da mesi sui giornali leggiamo che non verranno tagliati posti di lavoro. Ma è già successo: i contratti dei precari sono stati bloccati e noi siamo tutti a casa. La legge prevede l’assunzione dopo 36 mesi, per questo La7 ci manda a casa prima. Ci si impegna per anni nella stessa azienda per poi essere fatti fuori proprio quando il livello di professionalità e operatività è al massimo.

Perché ci lamentiamo se in TV si guadagna tanto?

E’ falso. La retribuzione di un lavoratore precario con una mansione di medio livello è di circa 6€ l’ora e i nostri contratti raramente superano i 4 mesi. Sono i VIP con i loro ingaggi stellari e i supermanager dai bonus a sei cifre ad affossare il budget già indebitato di La7.

Cosa vogliamo?

La7 è la nostra rete. Chiediamo di lavorare e lavorare con dignità. Chiediamo la stabilizzazione, chiediamo un tavolo di trattativa con la proprietà per definire il nostro futuro in azienda.

Non siamo a rischio solo noi, non è a rischio solo la sopravvivenza di La7 ma il pluralismo dell’informazione.

La7 è in svendita. Noi no!

Coordinamento Precari La7