ITALIA

La lotta per il clima si muove verso Milano

Fervono in tutta Italia le azioni di protesta ecologista in vista degli incontri della COP a Milano, verso un autunno caldo di mobilitazioni rispetto alla questione climatica

Entrano nel vivo le mobilitazioni climatiche in Italia, in avvicinamento al weekend di inizio ottobre a Milano, atteso e preparato da mesi. Nei giorni scorsi il dibattito è stato acceso durante la Cop Giovani, un incontro formalmente pensato per accogliere istanze del mondo giovanile nei mesi precedenti la COP, ma trasformato da tempo nell’ennesima fiera delle buone promesse da parte dei governi. A rompere un’altra volta le uova nel paniere sono state Greta Thunberg e l’attivista ugandese Vanessa Nakate che hanno raccolto applausi da tutto il pubblico con i loro interventi duri di critica profonda al sistema estrattivo e coloniale che produce il cambiamento climatico e all’inazione dei governi davanti a una crisi che non ha fine.

In parallelo, si sono svolte durante la settimana azioni e prese di parola verso il vertice in varie parti d’Italia. Nella giornata di mercoledì 29, Extinction Rebellion ha organizzato blocchi e occupazioni simboliche in sedi di decine giornali, radio e media italiani, da “Il Fatto”, alla Rai, al “Corriere”, per chiedere un impegno reale nel parlare di emergenza climatica.

Greenpeace nella stessa giornata è entrata in azione a Ravenna contro la piattaforma dove si vuole costruire il mega impianto di CCS di Eni e durante un meeting delle major del fossile nella città romagnola.

Durante la giornata di giovedì 30, invece, l’ultima della Cop Giovani, vi sono state varie azioni e proteste a Milano. Si è iniziato la mattina all’alba con blocchi attorno al MICO, la struttura fieristica dove è ospitato il vertice, organizzati da Rise Up for Climate Justice e da Extinction Rebellion. I primi conclusi con cariche per sgomberare gli attivist*, i secondi pure conclusi con sgomberi e un attivista detenuto.

Durante l’incontro pubblico alla Pre-Cop organizzato in mattinata, Mario Draghi è stato contestato dagli attivist* di Fridays For Future di diversi paesi, che sono poi usciti in protesta dalla sala, ricevendo “l’accoglienza” della digos che ha prontamente chiesto i passaporti a chi aveva condotto la protesta.

In serata infine, la rete Rise Up for Climate Justice ha organizzato una acampada a piazza Affari davanti alla Borsa di Milano, per denunciare la grave responsabilità del mondo della finanza e degli investimenti nella crisi climatica.

Venerdì 1 sarà la giornata di inizio della Pre-Cop e dello sciopero di Fridays For Future con un grande corteo cittadino che vedrà la partecipazione di Vanessa, Greta e gli altri attivist* internazionali che hanno partecipato alla Cop Giovani e che sono giunti a Milano in questi giorni, il tutto co-organizzato dalla Climate Open Platform.

Sabato invece è la volta del corteo promosso da Climate Justice Platform, che partendo da Largo Cairoli arriverà fino ai cancelli del MiCo dove ha luogo la Pre-Cop. Nel frattempo, non mancheranno altre azioni e forme di contestazione del vertice.

Il weekend milanese si situa in un momento di potenziale svolta per il movimento climatico italiano. Le mobilitazioni per il Climate Strike del 24 settembre hanno restituito l’immagine di un movimento vivo e desideroso di riprendersi le piazze e le strade davanti ad una emergenza climatica ogni mese più impattante. Se il movimento saprà ritrovare convergenze, pur nella pluralità delle sue componenti – dimostrata dalla presenza di diverse piattaforme di coordinamento a Milano- allora potrebbero crescere mobilitazioni importanti e si potrebbe tornare ad incidere nell’opinione pubblica, mettendo spalle al muro il governo.

Di sicuro, da questi giorni di Cop Giovani, rimane l’immagine iconica del confronto tra generazioni rispecchiata dallo sguardo di Greta davanti al paternalismo sprezzante di Cingolani. Non si può negare che rispetto alla crisi climatica si viva una conflittualità strutturale: gli over 55 hanno prodotto questo disastro, ma vedranno nella loro vita solo una parte minima o quanto meno piccola delle sue conseguenze, gli under 25 vedranno invece nella loro età adulta le drammatiche conseguenze di un modello di sviluppo capitalista che non hanno né scelto né promosso.

Trovare le forme per affrontare questo nodo e per trasformarlo in uno strumento di conflitto sarà una delle sfide importanti dei prossimi mesi.

Tutte le foto di Extinction Rebellion.