MONDO

Kaleydoskop. Turchia, cultura e società

Riceviamo e pubblichiamo la presentazione di una nuova rivista che si occuperà di Turchia. Uno sguardo indipendente e a trecentosessanta gradi su un paese complesso e controverso. Che chiede sostegno attraverso un crowdfunding.

Kaleydoskop è una rivista che parla di Turchia, cultura e società che si propone di descrive in senso ampio, a tutto tondo, quello che succede nella vita culturale e sociale della Turchia, parlando di mostre, di fenomeni culturali, di iniziative, di produzioni musicali, di film, letteratura, storie che raccontano il rapporto con il presente e con il passato, di esperimenti urbani che provano l’esistenza di una società dinamica, attiva, estremamente variegata.

*Perchè ci concentriamo sulla Turchia?

La Turchia negli ultimi anni ritorna con insistenza a occupare le pagine dei quotidiani suscitando un interesse sempre crescente nell’opinione pubblica. Oramai se ne parla molto anche in Italia. Bene o male, in modo confuso e impreciso spesso, con grande curiosità e interrogativi quasi sempre. L’attenzione mediatica si ferma agli accadimenti politici e l’andamento delle informazioni segue l’urgenza delle cronache. Così emerge un’analisi esclusivamente politica del paese, legata al governo. La società, nella sua complessità, nelle sue espressioni diversificate rimane per lo più invisibile, come fosse immobile, inerte, impassibile.

Eppure esiste, al contrario, una vivacità e una vastità di forme di attivismo che si rivelano fondamentali per vigilare, monitorare e informare l’opinione pubblica. Una società civile multiforme che riesce a sottrarre spazi al pensiero unico che il conservatorismo e l’autoritarismo cercano di affermare, e a esprimere le istanze di minoranze, come gli armeni, i curdi, gli aleviti – e rivendicare non solo i loro diritti ma più generalmente il diritto a una società equa e plurale, realmente democratica, nel pieno rispetto di tutte le libertà civili. Grazie alle attività quotidiane di moltissime associazioni, fondazioni, organi di informazione indipendenti, nel corso degli anni è stato possibile aprire discorsi e mantenere viva l’attenzione su pagine oscure del passato, come il genocidio armeno, le torture, le sparizioni di militanti politici, stragi. Un modo di scoprire e riscoprire eventi traumatici, affrontare temi negati e nascosti ufficialmente affinché il lavoro sulla memoria collettiva potesse fornire le basi per superare distinzioni e fratture, tra gruppi, generazioni. Molto di queste attività ma anche più in generale di questo desiderio di costruire una società giusta, composita, plurale ha trovato espressione nell’ambito culturale, in una produzione che si distingue per la sua originalità, alta qualità e per la capacità di non perdere mai di vista, anche di fronte a serie politiche di repressione, il contatto con la quotidianità e la gente comune.

La cultura in Turchia è uno spazio di impegno civile che coinvolge generazioni diverse. Uno spazio che produce un linguaggio innovativo per riformulare la politica e per elaborare pratiche di intervento, di monitoraggio e di resistenza.

Di tutto questo in Italia non c’è traccia. Solo qualche breve notizia quando il cinema turco arriva a conquistare alti riconoscimenti, oppure in occasione dell’uscita della traduzione di un romanzo di un’autrice o un autore turco, fortunatamente una tendenza in crescita in Italia, sia per il numero di case editrici che si sono aperte alla narrativa turca sia per la qualità delle traduzioni. In Italia c’è per lo più una conoscenza casuale e occasionale della produzione culturale turca nonostante la sua vivacità, il suo dinamismo e il coinvolgimento nel discorso collettivo di cambiamento sociale e politico.

*Perchè abbiamo scelto il caleidoscopio come simbolo?

Kaleydoskop è, come si può forse intuire, la parola turca per caleidoscopio: ci piaceva l’idea di definire il progetto con una parola che facesse da ponte tra l’Italia e la Turchia e questa, per l’assonanza che ritorna nella lettura in italiano, ha fatto al caso nostro, così come anche per altre ragioni. Il caleidoscopio è un apparecchio ottico che serve a guardare la realtà in composizioni originali, nuove, affascinanti.

Elementi singoli, piccoli di qualsivoglia visione quotidiana si ricompongono in frammenti che lasciano spazio all’immaginazione, lasciano intravedere particolari che altrimenti andrebbero persi. Kaleydoskop vuole partire da schegge di una produzione culturale ampia e vivace, quella turca, perché si possano ricostruire scenari più ampi che descrivono una realtà molteplice, composta di frammenti armonici nella loro pluralità, nella loro diversità. Anche per rendere giustizia a quanti si battono in Turchia per la costruzione di una società plurale, inclusiva, nel rispetto delle differenze linguistiche, etniche, religiose, di genere contro l’imposizione di un’identità nazionale dominante, omogenea, monolitica. Chiunque, senza alcuna distinzione, prendendo un caleidoscopio tra le mani può farlo rotare a suo piacimento, creando nuove combinazioni e infinite visioni magiche. È un elogio della creatività, dell’unicità della lettura e dell’ascolto, con le emozioni e gli interessi che questi possono suscitare in ognuno, un elogio della libertà di pensiero. Il nostro kaleydoskop è così uno strumento che fornisce la possibilità di elaborare interpretazioni e chiavi di lettura per ciò che avviene in un paese di cui si conosce poco e si ha una percezione sempre uguale, schiacciata su un’unica, immutabile descrizione. Per questi motivi il nostro logo è un caleidoscopio tra le mani. È nel gesto di rotarlo e guardare che si aprono nuovi orizzonti.

*Come sarà la rivista?

Kaleydoskop si presenta come una rivista online, con rubriche mensili, brevi notizie, articoli di approfondimento pubblicati con frequenza settimanale. Gli argomenti spaziano in ambiti molto ampi: letteratura, cinema, fotografia, satira, creazioni e documentari sonori, mobilitazioni sociali; manifestazioni culturali come festival letterari, musicali, cinematografici, mostre, performance; pratiche culturali: laboratori, riviste, seminari; programmi radio, esperimenti editoriali.

Gli articoli e tutto il materiale testuale è in italiano, per contenuti di altro tipo – visivo, musicale, sonoro – si proporrà soprattutto materiale originale prodotto da soggetti e/o associazioni turche.

*Chi siamo? La redazione alla base di Kaleydoskop è formata da un gruppo di cinque donne, di un’età compresa tra i 29 e i 40 anni, che parlano correntemente il turco e trascorrono regolarmente periodi anche lunghi in Turchia. Tutte si sono specializzate studiando la storia, la cultura e la lingua di questo paese, combinando la passione con la loro professione. Il progetto nasce da un’idea di Lea Nocera, studiosa di Turchia contemporanea che ha deciso di condividerlo e realizzarlo con Fazila Mat, Carlotta De Sanctis, Valentina Marcella, Giulia Ansaldo. Grazie alla attività professionale individuale delle componenti della redazione è stato possibile attivare canali di collaborazione privilegiata con: agenzie letterarie, agenzie di stampa, radio, riviste, case editrici, blog letterari e siti web, istituzioni culturali, gallerie d’arte, spazi espositivi, etichette musicali, associazioni culturali.

*Perchè abbiamo bisogno del tuo contributo?

Kaleydoskop è un progetto indipendente e che si sviluppa principalmente su un lavoro redazionale di base volontario. Per la sua realizzazione abbiamo però numerose spese. Il tuo contributo servirà a coprire le spese amministrative, la consulenza legale, i costi di produzione per il lancio, il lavoro dei grafici che hanno realizzato il logo e che strutturano il sito-web e i social network, il sostegno che intendiamo dare alle associazioni e ai gruppi che si trovano in Turchia che hanno deciso di inviarci materiale, l’organizzazione di iniziative culturali in Italia e anche il crowdfunding stesso… 

Tutto questo non è poco e per noi sarà importante anche per uno slancio iniziale, per sostenerci non solo nel progetto ma anche nell’idea stessa.

Anche il più piccolo contributo è fondamentale.

Contiamo su di te!