ROMA

Italia? Open to razzismo

La Rete Restiamo Umani lancia messaggi attraverso striscioni per alzare la protesta contro le politiche migratorie del governo Meloni che attraverso decreti di urgenza in un anno ha attaccato pesantemente i diritti delle persone razzializzate

Tre striscioni sono apparsi in diversi luoghi simbolici di Roma stamattina, raffiguranti una parodia della campagna pubblicitaria del Ministero del Turismo, Open to Meraviglia trasformata in un Open to Razzismo.

I tre manifesti evidenziano ciascuno un aspetto differente del razzismo istituzionale agito dal governo Meloni, sulla scia dei governi precedenti. Questi sono il confinamento amministrativo nei CPR; le interminabili pratiche con le quali si ottiene ottengono a fatica i documenti, aggravate da trattamenti degradanti e abusivi da parte delle forze dell’ordine; e infine lo sfruttamento lavorativo delle persone razzializzate nel settore agricolo.

I manifesti sono stati collocati in zone simboliche, quali il Ministero del Lavoro a Prati, la stazione Termini e il commissariato di Torpignattara.

Nel comunicato di lancio, la Rete Restiamo Umani scrive «L’esecutivo attuale è intervenuto a più riprese, attraverso la decretazione di urgenza, per restringere la libertà di chi raggiunge il nostro paese e contrastare la solidarietà: status giuridici sempre più precari, peggioramento delle misure di accoglienza, moltiplicazione delle forme e della durata del trattenimento, intensificazione dello sfruttamento lavorativo: lo scenario è sempre più inquietante».

Tra i tanti decreti oppressivi ricade di sicuro quello per la disposizione economica di 5.000 euro per chi vuole uscire dai CPR. Come se tutto questo non fosse sufficiente, si è assistito all’accordo per la costruzione di CPR per i migranti che giungono in Italia in Albania, in merito al quale la rete commenta dicendo che «il rimosso coloniale italiano rivive nell’accordo con l’Albania, con cui il governo Meloni ambisce a restringere ulteriormente il diritto d’asilo, esternalizzando le procedure di frontiera e il trattenimento dei richiedenti asilo in centri detentivi sull’altra sponda dell’Adriatico». 

Le attivist3 della rete hanno voluto in questo modo provare a rompere un silenzio che dura da troppo tempo. Le decretazioni di “urgenza” redatte in questo anno di governo Meloni sono innumerevoli e le proteste o le piazze convocate per contestarle al contrario sono state molto poche.

A parere dell3 attivist3 della rete invece «è indispensabile quindi rispondere in maniera efficace. È necessario costruire la possibilità per un conflitto aperto, dare forma e spazio alle molte voci critiche che, nonostante la difficoltà della fase, continuano a esserci, costruire intense relazioni di cura, prendere parola, con forza, contro razzismo, disuguaglianze e oppressioni di ogni forma»