MONDO

Istanbul, assaggi di primo maggio


Cariche e divieti contro i sindacalisti. Il governo Erdogan fa le prove generali per il 1 maggio quando centinaia di migliaia di persone scenderanno in piazza contro le politiche governative, per i diritti dei lavoratori e dei lavoratrici e una pienademocrazia

Quello che sarà l’atteggiamento del Governo durante la giornata internazionale dei lavoratori il 1 maggio ha avuto oggi la conferma, qualora ce ne fosse bisogno. A membri ed aderenti del DISK, la confederazione dei sindacati rivoluzionari, è stato oggi impedito con la forza di svolgere la consueta conferenza stampa pubblica a Piazza Taksim. Durante il previo incontro con la stampa, svoltosi in una sala del Taksim Hill Hotel, il Presidente della Confederazione Kani Beko ha ribadito l’intenzione da parte della sua confederazione, di non sottostare alle limitazioni che il Governo vuole imporre a sindacati e movimenti e di raggiungere Piazza Taksim. La piazza è un luogo sacro e imprescindibile per i sindacati turchi in quanto nel 1977 la celebrazione si trasformò in una massacro, di matrice neofascista e paramilitare, dove persero la vita 36 persone sotto il fuoco di cecchini, mai individuati, appostati sui tetti degli edifici adiacenti la piazza. Un evento che apri le porte al golpe militare del 1980. Da quel “primo maggio di sangue” ai lavoratori venne impedito di celebrare la data nella Piazza, ufficialmente per motivi di sicurezza. Dal 2006 i sindacati tornarono a reclamare il diritto di celebrare la festa del lavoro nel luogo più importante e questo si risolse in violenti scontri con la polizia fino a quando la piazza venne riaperta nel 2010; quell’anno la celebrazione vide una partecipazione enorme e variegata destinata a crescere negli anni successivi: centinaia di migliaia di persone tornarono ad animare a una piazza dove a fianco dei lavoratori si ritrovarono attivisti della società civile e militanti di tutti i partiti della sinistra turca, dai kemalisti del Partito Repubblicano del Popolo, alle formazioni marxiste-leniniste radicali fino a i curdi del Partito della Pace e della Solidarietà. Per poi essere richiusa l’anno successivo. Una piazza che alludeva al ricomporsi di un fronte antigovernativo organizzato e in crescita non gradito al Primo Ministro Erdoğan, la cui formazione politica islamico moderata arrivò al potere derrotando i militari e che ora gestisce il potere come l’unica forza politica in grado di democratizzare il paese. Quindi nel 2013, Piazza Taksim tornò ad essere vietata con la scusa dei lavori di ristrutturazione in corso e ciò’ diede luogo a un primo maggio che fu l’anticamera delle rivolte sollevate dalla vicenda di Gezi Park.

La determinazione a non rinunciare oltre a questo valore simbolico, in questo momento ha in sé tutta la necessità di dare una dimostrazione forte di dissenso in un paese dove diritti sindacali di base come la libertà di sciopero e di assemblea non sono ancora affermati e dove un governo uscito nettamente vincitore dalle recenti elezioni amministrative, non ha tardato a fornire esempi espliciti della sua vocazione autoritari e liberticida. Fuori discussione ipotesi alternative come la zona di Yenikapi , indicata durante il fine settimana dallo stesso Erdoğan o di Kadiköy, dove si ritrovarono lo scorso anno sindacati più conservatori che invece quest’anno hanno mostrato anch’essi segnali di insofferenza verso il diniego.

Il meeting organizzato dal DISK doveva proseguire con un incontro pubblico nel luogo individuato per tradizione da Sindacati associazioni e movimenti, la scalinata principale di accesso a Gezi Park. Ma la piazza era già chiusa da ore ed ai sindacalisti in pettorina rossa non è stato concesso di muovere un passo fuori dall’Hotel, con manganellate e spray al peperoncino, nonostante fra le prime file ci fossero soprattutto donne e uomini di una certa età. Una ventina di persone, individuate oculatamente ed inseguite, sono state fermate e portate in questura a Karaköy; fra di loro Erdal Kopal, segretario dei lavoratori del settore trasporti. Un ambulanza è arrivata per trasportare all’ospedale alcuni contusi o a rischio malore. Dopo i momenti di tensione, il luogo è stato raggiunto anche da Lami Özgen Presidente della KESK: i presidenti delle due più importanti confederazioni sindacali della Turchia hanno indicato i fatti della giorno come una preventiva dimostrazione di quello che sarà il comportamento della polizia il giorno del primo maggio, ma che i sindacati e più di 50 altre organizzazioni di categoria e di movimento, avranno sufficiente coraggio ed entusiasmo per mantenere la promessa i raggiungere Piazza Taksim.

*Istanbul 21.02.2014

Foto di Italo Rondinella / © IR 2014