ROMA

Il lavoro si paga, i diritti non si toccano!

Venerdì 4 dicembre gli strikers tornano in piazza a Roma per dire NO al lavoro gratuito. L’appuntamento è in piazza del Campidoglio dalle ore 16. Il comunicato di A.L.A. verso il 4D

Partiamo dall’Enciclopedia Treccani, leggiamo alla voce Lavoro gratuito: “gratuita è la prestazione di lavoro resa alle dipendenze e sotto la direzione di altro soggetto, ma in assenza di una corrispondente retribuzione. […] Poiché, inoltre, il lavoro dipendente si presume oneroso, nell’ordinamento italiano la figura del lavoro gratuito non è, in via generale, ammessa”.

Poi è arrivato EXPO e CGIL-CISL-UIL hanno pensato bene di firmare un accordo a sostegno del lavoro gratuito di 18.500 giovani. Il famoso modello EXPO, o Milano capitale morale, per usare le parole di Raffaele Cantone. La moralità di Milano dunque si incarna nello sfruttamento senza limite del lavoro vivo di migliaia di giovani.

Roma, invece, è immorale, tanta la corruzione che ci ha raccontato l’inchiesta e ora ci racconta il processo “Mafia Capitale”. Eppure, assai prima dell’arrivo di Tronca, anche a Roma il lavoro gratuito, de facto, c’era eccome: nelle cooperative, nei servizi sociali, nei tanti appalti fuori controllo. Con il rumore degli arresti, poi, nessuno ha voluto raccontare l’altra faccia di “Mafia Capitale”: quella che ogni giorno ci presenta un committente pubblico indifferente ai tanti abusi commessi, nei confronti dei lavoratori, da parte degli appaltatori, delle municipalizzate, delle imprese edili. E dopo il vento della magistratura, sono arrivate le Multiservizi, con uno scopo chiaro: tagliare l’occupazione, comprimere i salari, ridurre i diritti. Quando il lavoro viene pagato, infatti, viene pagato poco, sempre meno, tanto prevale nei bandi di gara la logica del massimo ribasso.

Sembra strano, nessuno lo ricorda, ma Roma avrebbe gli anticorpi normativi nei confronti del modello EXPO e della sua presunta moralità. Le delibere 135/2000 e 259/2005 tutelano infatti i diritti di chi lavora negli appalti e nelle cooperative. Peccato che, per la maggior parte, la stazione appaltante dimentica le sue leggi. Immorale non è solo chi ruba, immorale è anche chi non applica le leggi, immorale è chi non paga o paga poco i lavoratori!

Nella grande giungla del lavoro gratuito e di quello pagato poco e male, primeggia il Terzo settore. In Italia, ci dice Unioncamere, il Terzo settore conta 301.191 istituzioni: cooperative sociali, associazioni, comitati, fondazioni. Complessivamente il sistema conta 681 mila addetti, 4,7 milioni di volontari, 271 mila lavoratori esterni e 5 mila lavoratori temporanei, muovendo entrate per 64 miliardi di euro (il 3,4% dell’economia nazionale). Un settore economico in crescita, che cresce quanto diminuiscono diritti e salari di chi lavora. A Roma come in tutta Italia.

Contro tutto ciò bisogna incrociare le lotte, le tante vertenze che da solo faticano a vincere, ma che unite possono fare la differenza.

Il 4 dicembre saremo in piazza del Campidoglio, a Roma, per dire:

– no al lavoro gratuito, non pagato, pagato in ritardo e sottopagato;

– no alla logica degli appalti al massimo ribasso;

– no alle privatizzazioni dei servizi pubblici locali;

– sì al monitoraggio continuo da parte del committente pubblico;

– sì alla clausola sociale in caso di cambio di gestore.

A Roma e in tutta Italia, riprendiamoci la piazza, conquistiamo i nostri diritti!