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Hap e Leonard nell’America di Black Lives Matter

La “classica” serie noir di Joe R. Lansdale è in tutte librerie e scava nelle ingiustizie, nel razzismo e nella violenza del Texas

Con Bastardi in Salsa Rossa (Einaudi), Joe R. Lansadale torna con un nuovo capitolo dei suoi personaggi più amati, gli inseparabili detective per sbaglio Hap Collins e Leonard Pine, terrore di provincia di tutti i cattivi dell’East Texas. Noti più semplicemente come Hap e Leonard. Per chi non li conoscesse Hap è bianco, eterosessuale e vota democratico, mentre Leonard è nero, omosessuale e di tendenze decisamente repubblicane

Alla fine della loro ultima avventura – terminata con l’assalto a un campo di red neck pieni di armi, paranoici e assassini – avevamo lasciato Hap in un letto di ospedale più di là che di qua. Il nemico sfuggito allo scontro finale lo aveva aspettato e affettato per bene a colpi di coltello. Ora lo ritroviamo a fare i conti con il senso della vita, decisamente provato dall’esperienza, travolto da improvvise vertigini di angoscia. Ma il dovere chiama e quando un caso si presenta alla porta, lui non esita a ributtarsi nella mischia.

 

Un ragazzo afroamericano è stato ammazzato nel ghetto, e alla madre e a chiunque abbia un po’ di buon senso qualcosa non torna. Solo qualche tempo prima la sorella era stata trattenuta in commissariato ed era stata vittima di molestie sessuali. La colpa sembra proprio essere di un gruppo di poliziotti violenti e corrotti, che non esitano ad uccidere per coprire i loro misfatti, tra cui si annoverano lo spaccio e l’organizzazione di incontri clandestini tra cani ed esseri umani. Ah, come se non bastasse sono talmente razzisti che sarebbero senza dubbio a loro agio a posare con cappuccio bianco e torcia.

Gli Stati Uniti di Black Lives Matter fanno irruzione nell’universo narrativo di Lansdale, ma dato che nulla è come sembra, le vittime si tramutano in un attimo in carnefici. Non tutti gli abitanti del ghetto sono solo vittime della povertà o di un sistema sbagliato, più di qualcuno è peggio di quei poliziotti corrotti ed è pronto a sfruttare, uccidere, violentare i proprio fratelli e sorelle.

Come sempre in Lansdale la realtà è meno manichea di come si presenta a prima vista, non tutti i buoni sono proprio così buoni, e non tutti i cattivi sono cattivi allo stesso modo.

 

Con la scusa di una brutta influenza il prolifico autore texano mette ai margini della storia la ragazza di Hap, Brett, l’infermiera dai capelli rossi che gli ha rubato l’anima e il cuore, e anche quel ciclone che ha messo le tende in casa sua: una figlia poco più che adolescente, intelligente e determinata, di cui fino a qualche tempo fa non sapeva l’esistenza. Così Hap e Leonard tornano ad essere una coppia in solitaria, ad eccezione del cane Buffy. L’azione si dipana veloce e lineare, inframezzata da quegli irresistibili dialoghi che hanno fatto la fortuna della serie, con la consueta buona dose di violenza elargita a piene mani, ma solo per addrizzare torti e arrivare a raccontare ad una madre chi ha ammazzato suo figlio pestandolo a calci, pugni e bastonate  e perché.

Lansadale torna ai suoi personaggi di maggior successo in forma smagliante. La formula regge ancora dopo 27 anni, dieci romanzi e quattro racconti. Certo i due sono invecchiati, hanno più acciacchi e forse sono diventati più saggi, le cicatrici (anche quelle del cuore) non si rimarginano più in fretta come prima, ma continuano a far innamorare i lettori con la loro umanità, il loro humor e con la loro vita piena di fallimenti e qualche melanconia. Tra Honky Tonky Samurai e Bastardi in Salsa Rossa Lansdale è riuscito ad infilare anche Dot, un breve e delizioso romanzo di formazione, e Sky Paradise, western cappa e spada tra vendette e lunghe cavalcate. Perché Lansdale non è solo Hap e Leonard, e se siete arrivati a leggerli magari dalla serie tv, vale la pena scoprire la vastissima produzione dello scrittore americano: dai racconti pulp a la trilogia de La notte del drive-in, dalle storie fantastiche a sorprendenti romanzi. Non vi annoierete.