ROMA

Grog: una rivista pirata nelle strade di Roma

Un anno fa, nel mezzo della torrida estate romana, nasceva un contenitore di idee, racconti, commenti sull’attualità, grafiche ed illustrazioni. Completamente autoprodotto. Grog!

grog ‹ġròġ› s. ingl. [dal soprannome Old grog, dato, per il suo vestito di grogram (adattam. ingl. del fr. gros-grain), all’ammiraglio ingl. E. Vernon, che nel 1740 proibì ai marinai di bere rum puro] (pl. grogs‹ġròġ∫›), usato in ital. al masch. – 1. Bevanda composta di rum o cognac, acqua calda e zucchero, con buccia di limone (quindi simile al ponce, ma più forte). 2. Per estens., nel linguaggio industriale, materiale più o meno finemente sminuzzato derivante dalla macinazione di rottami di refrattario, in uso nell’industria ceramica.

L’estate a Roma può risultare piacevole, specie se inframmezzata da più o meno brevi vacanze al fresco da qualche parte, oppure rivelarsi quantomeno tediosa se non direttamente gravida di pericoli.

Fra questi ultimi, il più grande è certamente rappresentato dal caldo torrido e inesorabile. Leggiamo su molti siti di informazione come «I problemi di salute legati al caldo possono presentarsi con sintomi come crampi ed edemi, o di maggiore gravità, come il colpo di calore e la disidratazione».

L’estate di un anno fa nessuno di questi sintomi ha creato più danni della nascita, in uno dei tanti spazi liberati di questa città, di Grog.
Una rivista, un giornale, una fanzine.. chiamatelo come volete. Un contenitore di idee, racconti, commenti sull’attualità, grafiche ed illustrazioni completamente autoprodotto.

Proprio quest’ultimo aggettivo, spesso usato a sproposito, rende la vita di Grog avventurosa, incerta, a volte precaria. Ma la sua anima è questa: vive in tutte le iniziative, le serate, i momenti di lotta che attraversano i nostri quartieri.

La serata realizzata al CSOA Forte Prenestino insieme agli studenti della zona, il nostro stand presente in tante occasioni, dallo Stickers Festival a Crack! come la nostra lente di ingrandimento sulla situazione della bonifica del Parco archeologico di Centocelle. È questo il nostro modo di agire: essere presenti dove il quartiere è vivo.

Di giornali e riviste locali ce ne sono tanti è vero, ma quel vento rovente di agosto ci ha posto delle strane domande: si può raccontare in modo puramente oggettivo un fatto? Abbiamo il diritto di far passare per Vero, per Oggettivo, quello che in realtà è, almeno in una certa misura, la semplice rappresentazione di un punto di vista? Boccheggiando, tra un tiro e l’altro, ci siamo risposti di no.

Grog si basa su questo: dare a tutti la possibilità di pubblicare il proprio pensiero, mettere insieme, per riprendere la definizione Treccani «materiale più o meno finemente sminuzzato» senza pretendere che sia considerato Il Vero. Per questo, tutto quello che troverete sfogliandoci saranno delle narrazioni, dei racconti in prima persona, usati per esprimere il mondo e le sue diverse maschere. Con buona pace degli articoloni pomposi e stilisticamente perfetti che potete facilmente reperire altrove.

 

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