EUROPA
Grecia. Referendum sull’acqua a Salonicco, un No molti si!

Ultima ora: il governo greco ha deciso, ieri 17 maggio, di dichiarare illegale il referendum sull’acqua ‘e minacciare i 1500 volontari di denunce e arresti per “ostruzione del processo elettorale” e “uso illegale degli “elenchi elettorali” Il referendum, appoggiato dagli 11 municipi, dal sindacato dei lavoratori dei servizi idrici e da centinaia di iniziative e collettivi dei cittadini, si sta tenendo oggi in tutti i collegi elettorali della città, circa 200, a partire dalle 7 di questa mattina.
Gli organizzatori hanno denunciato le manovre del governo e hanno rivendicato l’assoluta legalità del referendum, dato che non si utilizzano elenchi elettorali ma liste di cittadini, e le urne saranno al di fuori dei collegi elettorali e non interferiranno con il processo elettorale. L’associazione degli avvocati di Salonicco è pronta ad intervenire in caso di intervento poliziesco. Le loro manovre non ci spaventano, ma ci rendono più determinati! Oggi Salonicco voterà NO alla privatizzazione dell’acqua!
Referendum sull’acqua a Salonicco: un No, molti Si
Il 18 maggio si terrà il referendum popolare contro la privatizzazione della gestione dei servizi idrici a Salonicco, una vivace metropoli che si estende in modo disordinato nel Nord della Grecia. Come il resto del paese, Salonicco e’ afflitta da una disoccupazione ed un tasso di poverta’ crescenti, risultato delle politiche imposte dal governo (e dettate dalla Troika) che hanno portato il paese in una profonda recessione.
In Grecia, come in altri paesi in passato, il capitalismo del fallimento, dopo aver contribuito a produrre la crisi del debito sovrano, ha utilizzato quest’ultima per incitare un’aggressiva campagna di saccheggio neo-liberista: un attacco contro i diritti sociali, politici e del lavoro dei cittadini, lo smantellamento del sistema sanitario ed educativo, una massiccia politica di espropri attraverso l’avvio di progetti di enormi attivita’ minerarie, e la privatizzazione di tutto cio’ che e’ alla base del benessere pubblico. Ancora, come in molti altri precedenti, il governo e i media ripetono meccanicamente il mantra neo-liberista: “ Non c’e’ alternativa”.
Nel 2011, all’interno di questo contesto e come parte dei vincoli dell’odiato memorandum imposto dal FMI, il governo ha annunciato il piano di privatizzazione dell’EYATH, la compagnia di stato che distribuisce acqua e gestisce la raccolta di rifiuti per 1.5 milioni di abitanti della citta’. Suez, un gigante del settore dell’acqua, si e’ mosso subito esprimendo interesse per la redditizia compagnia. Ad oggi, la privatizzazione e’ tuttora in corso, e due offerenti, la francese Suez e l’israeliana Mekorot, sono giunte alla seconda fase dell’offerta pubblica.
Nonostante le minacce e la propaganda, i cittadini di Salonicco ed alcune organizzazioni hanno continuato in questi tre anni ad opporsi alla svendita. Hanno raggiunto i risultati di porre il problema a livello pubblico e di dimostrare concretamente come altre privatizzazioni del settore dell’acqua in tutto il mondo abbiano sempre portato all’innalzamento delle tariffe, al deterioramento delle infrastrutture, alla diminuzione della qualita’ dell’acqua, e all’esclusione di gran parte della popolazione dall’accesso a questo bene comune vitale.
Attraverso la partecipazione al Movimento Europeo per la Difesa dell’Acqua le organizzazioni della societa’ civile greca hanno scoperto come il modello di privatizzazione, che il governo sta cercando forzatamente di imporre, sia fallito in dozzine di citta’ in tutto il mondo, costringendo una lunga lista di amministrazioni cittadine a riprendere il controllo dell’acqua, generando un spostamento globale verso una ri-municipalizzazione.
In effetti i cittadini dell’Unione Europea si stanno accorgendo che l’amministrazione dell’acqua debba essere pubblica, democratica e trasparente. Quasi 2 milioni di persone tra i 28 paesi dell’Unione hanno appoggiato l’“Iniziativa dei Cittadini d’Europa contro la Privatizzazione dell’Acqua, Rights 2 Water”. I risultati della campagna sono stati presentati lo scorso 17 febbraio al Parlamento Europeo, costringendo i deputati di ogni partito a riconoscere che il tema della privatizzazione dell’acqua e’ particolarmente impopolare, ed obbligando la Commissione Europea ad eliminarla dalla direttiva delle licenze.
Con il vento che soffia contro le privatizzazioni in tutto il mondo, il governo greco e’ rimasto solo ed ha un bel daffare a convincere i cittadini che non “c’e’ alternativa”. Infatti le alternative proposte a Salonicco abbondano, tutte con un occhio di riguardo alla salvaguardia del bene vitale e ad assicurare giustizia sociale ed un pari accesso.
Molti cittadini ed organizzazioni vogliono continuare con l’amministrazione statale, che ha assicurato tariffe abbordabili fino ad oggi. Altri pensano che l’amministrazione dell’acqua sia piu’ adeguatamente un compito delle autorita’ municipali. L’Unione delle Municipalita’ Regionali ha gia’ dichiarato il suo interesse nel creare un’autorita’ che amministri l’acqua a livello inter-municipale. Una terza ed innovativa proposta viene da “Iniziative 136”, un movimento popolare che organizza i cittadini di Salonicco in cooperative dell’acqua locali e no-profit che si unirebbero per amministrare la compagnia che gestisce l’acqua secondo i principi della democrazia diretta, della giustizia sociale, della partecipazione della responsabilita’.
Ma per aprire un dibattito su quale sia il modello amministrativo piu’ responsabile socialmente ed ecologicamente, i cittadini di Salonicco devono fronteggiare la minaccia di privatizzazione. C’e’ una crescente pressione contro la svendita a livello sociale, politico e legale, e sondaggi sia locali che nazionali indicano che il 75% della popolazione e’ contraria. E con il Consiglio di Stato (la massima corte amministrativa in Grecia) che deve esprimersi sulla costituzionalita’ della privatizzazione, il processo per ora e’ fermo, nonostante gli sforzi del governo neo-liberista.
In questo contesto politico, i numerosi collettivi e istituzioni che difendono l’acqua come bene comune e diritto umano (SOSte to Nero, Initiative 136, il Sindacato di EYATH, Water Warriors, Open Assembly of Citizens for Water, e l’Unione delle Municipalita’ Regionali per nominarne solo alcune), hanno deciso di aumentare la pressione organizzando un referendum cittadino sulla privatizzazione di EYATH. Il referendum non e’ vincolante, poiche’ la legge in Grecia non consente la consultazione referendaria sulle politiche di governo senza l’avallo di un decreto presidenziale o di una larga maggioranza parlamentare. In ogni caso gli organizzatori sono convinti che dimostrera’ la schiacciante opposizione della popolazione nei confronti della privatizzazione, e che servira’ come manifestazione della volonta’ popolare.
La data e’ stata fissata per il 18 Maggio, contemporaneamente al primo turno di elezioni municipali e regionali, e ad una settimana dalle elezioni europee. Un genuino sforzo popolare che sta mobilitando migliaia di volontari che organizzeranno i seggi fuori dai centri elettorali dell’area metropolitana di Salonicco. Nonostante la scarsita’ di fondi e l’ostilita’ del mass-media, gli organizzatori sono riusciti a fare breccia tra la disperazione, la rassegnazione e l’apatia, risultato di quattro anni di attacchi diretti alla vita della popolazione. Supportati da una solidarieta’ trasnazionale, gli organizzatori hanno informato e coinvolto i cittadini di Salonicco, e ora sono alle prese con un “delirio creativo” per far si che l’organizzazione del referendum sia efficiente e trasparente.
Nel momento in cui la governance dell’economia si fa sempre piu’ distante dagli interessi della popolazione che dice di rappresentare, il compito spetta ora ai cittadini di reclamare i propri diritti basilari, di reinventare la democrazia e di difendere i beni comuni attraverso iniziative popolari. La Grecia, l’ultimo esempio di accumulazione attraverso l’esproprio da parte del capitalismo globale, e’ un presagio del tetro futuro che le elite delle aziende hanno in mente per la popolazione europea. Ma i movimenti e le organizzazioni sociali greche non hanno intenzione di stare a guardare al saccheggio. Allo sfacciato ripetere che “non c’e’ alternativa”, loro rispondo che “ci sono molte alternative” fintanto che la societa’ organizzata libera la sua creativita’ e si batte per i propri diritti e i propri beni comuni.
Tratto da Autonomias.net