EUROPA

Grecia: due attivisti baschi disobbediscono ai controlli di frontiera. Arrestati

Mikel e Bego sono due attivisti baschi del collettivo “acogida solidaria/harrero solidario”. Nella notte tra il 27 e il 28 dicembre sono stati arrestati nel porto di Igoumenitsa, in Grecia. Erano diretti a Brindisi e all’interno del loro camper trasportavano otto rifugiati intrappolati nel paese ellenico da troppo tempo e stanchi di attendere una “ricollocazione” in un altro paese europeo che potrebbe non arrivare mai.

Prima di partire avevano annunciato in un video che il loro gesto non aveva alcun interesse economico e che si sarebbero assunti tutti i rischi e le responsabilità del caso. L’azione si inserisce in una più vasta campagna di disobbedienza contro le frontiere e per la libertà di movimento, organizzata nei Paesi Baschi e sostenuta da diversi collettivi. «Dichiariamo pubblicamente di aver trasportato illegalmente persone rifugiate e annunciamo di assumere le conseguenza di questa iniziativa a partire dalla non collaborazione con questa barbarie comparabile ad altri grandi stermini della storia», dichiarano i due attivisti in un video diffeuso su twitter. E continuano: «Obbediamo ai diritti umani e disobbediamo apertamente ai governi europei che hanno convertito le frontiere in luoghi di morte, tensione e disumanizzazione per migliaia di persone». «Mentre i governi continuano a legalizzare i saccheggi e a violare i diritti umani […] abbiamo il diritto di disobbedire trasportando persone rifugiate e facendo dei Paesi Baschi una terra d’accoglienza».

Il giornalista Hibai Abide Gaza, che seguiva da vicino l’azione, ha raccontato su pikaramagazine che tra i rifugiati nascosti nel camper c’era una ragazza afghana in cinta di sei mesi, una donna transessuale, vittima di ogni tipo di vessazioni durante il viaggio iniziato un anno fa in Pakistan, e alcuni giovani siriani, iracheni, afghani e iraniani. Sono solo alcuni degli oltre 60.000 rifugiati che, secondo le cifre ufficiali fornite dal governo, sono rimasti intrappolati in Grecia dopo la chiusura della rotta balcanica e vivono in condizioni terribili negli indegni campi profughi creati al di fuori delle città greche. In attesa di un trasferimento in un altro paese europeo che potrebbe non arrivare mai, data la lentezza e l’inefficacia del sistema di ricollocamento tra I paesi europei.

Secondo quanto riferiscono alcune fonti che si trovano sul posto, sei tra i rifugiati fermati sono stati rilasciati questa mattina. Altri due sono ancora nei locali della polizia greca perché non avevano documenti e sono stati costretti a presentare domanda d’asilo. I due attivisti, invece, sarebbero stati trasferiti in carcere. Nelle prossime ore saranno interrogati dal giudice, che probabilmente disporrà la custodia in carcere, visto che i due non sono greci ed esiste il rischio di fuga. Probabilmente, saranno accusati di traffico di esseri umani, un reato che comporta pene molto severe. Dopo l’arresto, Mikel e Bego hanno dichiarato: «Non abbiamo paura e siamo disposti ad assumerci le conseguenze di un atto che ci sembra assolutamente legittimo. Lo diremo anche al giudice».

Firma la petizione per chiedere la libertà dei due attivisti