ITALIA

Gkn, Migliaia di persone invadono Firenze

Decine di migliaia di persone hanno attraversato la città di Firenze in solidarietà alle e agli operai GKN. In città anche la marcia della terra e il queer pride

Le strade di Firenze sono pulite, anche quelle dietro la stazione, così pulite da far sembrare la città quasi finta, instagrammabile in ogni suo angolo, perfetta per i turisti che lentamente stanno tornando in queste vie. Ma questo sabato, 18 settembre, le strade di Firenze sono invase da cori, cartelli, fumogeni e braccia incrociate in sostegno alla lotta delle operaie e degli operai della GKN.

La GKN di Campi di Bisenzio, stabilimento ex-Fiat, produce semiassi per le auto del gruppo FCA e da quattro anni è stata comprata dal fondo finanziario Melrose. Melrose, come si può leggere sul loro sito, «finanzia le sue acquisizioni utilizzando un basso livello di leva finanziaria, migliora le attività con una combinazione di investimenti significativi e un cambiamento di direzione della gestione manageriale, le vende e restituisce i proventi agli azionisti». Nella periferia fiorentina è quindi arrivato il momento di vendere, non importa che la fabbrica abbia ordini e sia in attivo, non importa lasciare a casa 422 lavoratrici e lavoratori, non importa che il sistema produttivo del paese si sgretoli pezzo dopo pezzo, ciò che conta è aumentare i dividendi degli azionisti.

foto di Mondeggi Bene Comune

Questo weekend Firenze ospita anche il G20 dell’agricoltura, le piazze del centro sono piene di stand dei sindacati degli agricoltori che, strizzando l’occhio alla discussione del summit, usano la parola “sostenibilità” per coprire monoculture e allevamenti intensivi. Contro questo G20, le contadine e i contadini della rete Genuino Clandestino hanno convocato la marcia della terra.

Verso l’ora di pranzo, in diverse centinaia si concentrano oltre le sponde dell’Arno e, voltando le spalle alla città, si dirigono verso le terre occupate di Mondeggi. Anche qui ci sono interventi e richiami al corteo contro i licenziamenti della GKN, perché «siamo unitǝ nella stessa lotta ad un sistema che sta distruggendo le nostre esistenze, il nostro ambiente, la vita stessa di tutto il pianeta».

(foto di Luca Mangiacotti)

Firenze non è poi così grande e tra scarpe di montagna, bici, e monopattini, si cammina a passo svelto per arrivare alla Fortezza, qui alle ore 15:00 è previsto il concentramento del corteo GKN. In nemmeno mezz’ora i viali sono già pieni di gente e il corteo parte aperto dal collettivo di fabbrica. In prima fila c’è lo striscione rosso con la scritta bianca “Insorgiamo”, ormai diventato la parola chiave della mobilitazione, portato da operai con la maglietta blu.

(foto di Luca Mangiacotti)

Poco dopo, apre il corteo il coordinamento delle donne GKN, con le magliette arancioni e alcune con due strisce rosse di vernice sul viso. Dopo due mesi di occupazione di fabbrica, in queste prime file, si sente la rabbia e la determinazione, si canta e il ritmo del corteo è scandito dai tamburi e dai cori, che non si fermano mai.

(foto di Luca Mangiacotti)

Dopo le prime file c’è un enorme corteo variegato: collettivi studenteschi, lotte operaie, famiglie, bande che suonano, centri sociali, tamburi, slogan, organizzazioni sindacali, cartelli, striscioni e tantissime persone presenti per supportare una lotta esemplare.

Perché, come dicono spesso le e gli operai GKN «se sfondano qui, sfonda ovunque». Come ci spiega Eliana Como della minoranza Cgil «stiamo in uno spezzone con tutta una serie di fabbriche gemelle di GKN, da tutta Italia, Electrolux da Forlì e Treviso, la Same di Bergamo, la BMT di Brescia, alcune fabbriche chimiche di Padova. Il tema non è la difesa delle vertenza aperte, ma la rivendicazione di una legge anti delocalizzazioni per tutti, che stabilisca il principio che chi prende soldi dallo stato per investire, poi abbia dei vincoli di responsabilità e non possa abbandonare un territorio da un momento all’altro per speculare altrove. Da qui diamo una manifestazione di forza, dietro al collettivo GKN, e credo che da qui dovremmo trovare la forza il 22 settembre  – se arriveranno le lettere di licenziamento – di dichiarare lo sciopero generale».

foto di Andrea Tedone

Anche dalla Whirpool di Napoli spiegano la loro partecipazione in maniera simile «tutti quanti abbiamo lo stesso problema: non siamo licenziati per bancarotta, o perché non si lavora: la Whirlpool è in attivo del 30%, prima della pandemia si producevano quattro milioni di pezzi, la prospettiva è aumentare fino a cinque milioni. Lavoro ce n’è, ma non a Napoli». Disoccupazione, precarietà, licenziamenti, esternalizzazioni, contratti farsa, bassi salari: il tema del lavoro, nei suoi mille rivoli, è al centro del corteo della GKN, tenuto con forza tra i cordoni del collettivo di fabbrica.

foto di Vanessa Bilancetti

Nel pomeriggio tardi, nella piazza fiorentina di Non Una di Meno, SS. Annunziata, si concentra il pride, organizzato dopo un anno dallo sgombero violento della Magnifica, occupazione transfemminista fiorentina.

Diverse centinaia di persone si staccano dal corteo operaio per invadere la città di favolosità e corpi non conformi per rivendicare i propri spazi di esistenza: «noi ci alziamo con tutta la nostra rabbia e la nostra checcaggine, nude, pervertite e svergognate, a prenderci la nostra città, favolosamente anormali».

foto di Andrea Tedone

Così tra musica pompate nelle casse e brillantini, si conclude una giornata inedita per la città di Firenze. Una città vetrina, che si preferisce finta e patinata, in questo sabato di fine settembre, ha trasudato di lotta, di vita, di difficoltà, di abbracci, e braccia incrociate tra i cordoni. Alleanze inedite, forse solo sfiorate, a volte solo immaginate, ma tra contadə, operaiə e queer, la città si è riempita di vita, come non si vedeva da molto tempo.

Foto di copertina di Luca Mangiacotti