ITALIA

Genova difende i suoi spazi autogestiti

Nel capoluogo ligure, una mobilitazione contro le politiche di gentrificazione della giunta comunale e in seguito allo sgombero del centro sociale Terra di Nessuno dello scorso ottobre

Sabato Genova è scesa in strada a difesa dei suoi spazi sociali e della sua identità storicamente popolare e ribelle. Tutto è partito dallo scorso 8 ottobre quando è stato sgomberato il Centro Sociale Terra di Nessuno, punto di riferimento di cultura alternativa da oltre 25 anni. Non è stato un episodio isolato ma solo l’ennesima dimostrazione di forza dell’operato della giunta Bucci, sempre più determinato a svendere la città ai privati eliminando ogni traccia di resistenza culturale dal basso.

I supermercati in città si stanno moltiplicando, i quartieri sempre più deserti e le periferie abbandonate a loro stesse, emarginate ed escluse da ogni politica di welfare.

Così Genova si è mobilitata, a difesa del Tdn ma anche contro queste le numerose politiche di gentrificazione operate dalla giunta comunale.

Ultimo in ordine temporale il progetto di una funicolare che collegherebbe il terminal crociere con i Forti sulle alture, una struttura devastante a livello ambientale e logistico ma che rivela la volontà di costruire una città al servizio del turismo mordi e fuggi.

Il corteo è stato colorato, rumoroso, partecipato. Poco prima di Piazza Corvetto (luogo simbolo della lotto antifascista per via diei fatti del 23 maggio 2019) si è fermato in galleria per permettere ai writer di scrivere un tanto coinciso quanto chiaro “Resist”.

È stata anche l’occasione per fare il punto della situazione sfruttamento dei lavoratori, in vista di un black friday simbolo di un consumismo sempre sfrenato e fuori da ogni logica sostenibile.

Un venerdì che aprirà anche il periodo dello shopping natalizio, che a quanto pare è da salvare a tutti i costi, anche rendendo illegali le manifestazioni nei centri cittadini.

Genova reclama la sua ricchezza sociale rappresentata dagli spazi autogestiti, sempre meno in città ma sempre più ostili a queste politiche esclusive, senza diritti né giustizia sociale.