ITALIA

Furios3. Per l’aborto libero, sicuro e gratuito

Oggi è la giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro: dopo la vittoria di Meloni alle elezioni, questo diritto è sempre più a rischio. Non Una di Meno si concentrerà nelle piazze di tutta la penisola al grido di “siamo furios3”. Riportiamo i comunicati di Non Una Di Meno a livello nazionale e romano per lanciare le mobilitazioni

Il 28 settembre torniamo nelle piazze di tutta Italia per la giornata internazionale per l’aborto libero, sicuro e gratuito perché in questo scenario politico, tra guerre, crisi economica,climatica e campagna elettorale, i nostri corpi continuano ad essere un campo di battaglia.

Lottare per la libertà di abortire significa per noi poter scegliere sui nostri corpi e sulle nostre vite, e contro tutte le condizioni che ce lo impediscono. Gli attacchi e le restrizioni all’aborto sono attacchi diretti a donne, persone con capacità gestante, persone migranti e senza reddito. Lo sappiamo che la violenza è più brutale sui corpi di chi vive in una regione in cui il tasso di obiezione è altissimo e non ha un reddito per spostarsi, sui corpi di chi ha un’identità di genere non conforme e sui corpi di scappa dalla guerra.

Siamo furiosə perché in tutto il mondo non è possibile abortire in sicurezza e ciò significa la morte per 22 milioni di persone all’anno. In Italia la legge 194, che disciplina l’accesso all’aborto, permette l’obiezione di coscienza del personale medico, che nel nostro paese arriva quasi al 70%. I consultori pubblici sono stati progressivamente ridotti, dagli anni 70 ad oggi: sono adesso molto meno di un consultorio ogni 20.000 abitanti.

Non si investe sull’educazione sessuale e all’affettività e sulla contraccezione gratuita. Quando decidiamo di abortire, siamo stigmatizzatə e colpevolizzatə e il percorso per acccedere all’IVG diventa più difficile. Rivendichiamo con forza che non ci pentiamo di aver abortito e che continueremo a farlo.

Siamo furiosə perché la nostra libertà di scelta è messa ancora più sotto attacco da venti reazionari che soffiano da Stati Uniti, Ungheria, Polonia, Malta. Anche in Italia assistiamo a un rilancio della triade “Dio, patria e famiglia”, declinata nelle forme più sessiste, razziste, omolesbobitransfobiche e abiliste, che impone rigidi ruoli di genere e assegna alle donne il compito della riproduzione e della crescita della nazione bianca, patriarcale e eterossessuale.

Siamo furiosə perché l’attacco all’aborto si rafforza in un momento di crisi economica e sociale, estremizzata dalle conseguenze di una guerra che riduce i salari con l’inflazione, alimenta la crisi energetica, ci impoverisce e ci rende più ricattabili, inasprisce le condizioni della riproduzione sociale alimentando la divisione del lavoro e il suo sfruttamento in chiave sessista e razzista.

Scendiamo in piazza perché a questa crisi corrisponde un aumento incessante dei femminicidi, degli stupri, della violenza maschile contro le donne e della violenza omolesbobitransfobica, della violenza razzista. Saremo in piazza tre giorni dopo le elezioni perché non vogliamo un patriarcato conservatore, e neppure un patriarcato democratico, il patriarcato vogliamo abbatterlo!

La destra conservatrice strumentalizza la violenza sulle donne per portare avanti politiche razziste e vuole rafforzare il controllo sui nostri corpi e sulla nostra sessualità. Ci impone la maternità e il lavoro di cura in cambio di briciole, mentre ci spinge a lavorare sottopagate, promettendo a confindustria sgravi fiscali. I democratici promettono diritti e libertà civili in cambio di politiche che continuano a peggiorare le nostre condizioni di vita.

Vogliamo essere libere di scegliere, e perciò rifiutiamo queste alternative. Vogliamo lottare per mettere fine alla violenza patriarcale, razzista, coloniale, omolesbobitransfobica, abilista e classista che trova nella guerra e nelle sue conseguenze la massima espressione. Noi ci vogliamo vivə e liberə.

Ci vogliamo vivə e liberə, per questo non possiamo accettare la mancanza di uno stato di welfare. Ci vogliamo vivə e liberə, per questo vogliamo un reddito di autodeterminazione. Ci vogliamo vivə e liberə, per questo non possiamo accettare la guerra e le sue conseguenze. Ci vogliamo vivə e liberə, per questo vogliamo un permesso di soggiorno senza condizioni. Ci vogliamo vivə e liberə, per questo vogliamo più finanziamenti ai consultori, ai centri antiviolenza, all’educazione sessuale nelle scuole e alla contraccezione gratuita. Ci vogliamo vivə e liberə, per questo vogliamo un aborto libero, sicuro e gratuito. Ci vogliamo vivə e liberə, per questo vogliamo molto di più della 194.

Vogliamo la libertà di decidere sul nostro corpo, vogliamo che l’attenzione alla vita sia attenzione all’autodeterminazione per tutte le persone. Sosteniamo quel personale medico e infermieristico che con tenacia cerca di arginare le difficoltà causate dall’elevato tasso di obiezione.

Sosteniamo tutte le persone e le organizzazioni che forniscono informazioni, accesso alle pillole abortive e servizi di assistenza all’aborto. Ci riuniamo in sorellanza da ogni angolo del mondo per imparare, sostenerci a vicenda e lavorare insieme per rivendicare il diritto all’aborto sicuro.

Per tutto questo è necessario scendere in piazza, perchè siamo furiosə, non ne possiamo più e vogliamo rilanciare un percorso che va verso e oltre il 28 settembre, per costruire insieme una lotta che sia davvero di tuttə e fare risalire insieme la marea.

IL 28 SETTEMBRE TORNIAMO NELLE PIAZZE

FURIOS3_RISALE LA MAREA Per l’aborto libero sicuro e gratuito – cerca nell’evento l’appuntamento nella città più vicina

NUDM in piazza a Roma

Il concentramento sarà alle 17.30 in Piazza Esquilino.

L’affermazione elettorale di Giorgia Meloni e della destra razzista, antiabortista e transomofoba porta al governo chi in questi anni ha attaccato i diritti delle donne e ha sabotato ogni forma di legge contro l’omolesbobitransfobia; chi ha fatto della cancellazione del reddito di cittadinanza – come strumento minimo di autonomia economica – e della riduzione delle tasse ai ricchi il suo programma di governo; chi allinea l’Italia al programma di sistematica violazione dei diritti umani e civili di Polonia e Ungheria. Meloni vuole garantire il diritto a “non abortire”, vuole cancellare i diritti delle persone transgender e l’educazione alle differenze, vuole riportare la scuola, la società e la nostra vita al modello caro ai clerico-fascisti di Dio Patria Famiglia.

Non giudichiamo la premier Giorgia Meloni come una vittoria delle donne, il suo curriculum politico parla chiaro, questa è l’ennesima beffa in un paese che odia le donne e non ne garantisce autodeterminazione e autonomia. Vogliamo quello che ci spetta, vogliamo diritti e garanzie, vogliamo molto più di 194. Vogliamo gli obiettori fuori dai consultori e ospedali pubblici. Vogliamo il diritto alla salute, al welfare e al reddito per l’autodeterminazione.

Dentro la crisi bellica, energetica, ambientale e sociale i nostri corpi, i corpi delle donne, delle persone lgbtqia+, deƏ bambinƏ , di migrantƏ tornano a essere campo di battaglia, terreno di scontro ideologico e di esproprio di diritti e possibilità.

Nella giornata mondiale per l’aborto libero non una di meno torna in piazza,con le sorelle iraniane nel cuore, perché nazionalismo e fondamentalismo hanno la stessa matrice oppressiva e patriarcale. La loro lotta è la nostra lotta!

Siamo libere di scegliere, pronte a combattere! Ci vogliamo vive e libere, siamo furiosƏ

Gallery della manifestazione di Roma, foto di Lisa Capasso

Immagine di copertina di Lisa Capasso