EUROPA

Fermato lo sgombero, Berlino antirazzista in piazza

Kein Mensch ist illegal. Dopo due intense settimane di lotte a sostegno della Gerhart-Hauptmann-Schule, la scuola occupata dai rifugiati circa un anno e mezzo fa e minacciata dallo sgombero in questi giorni, i movimenti antirazzisti berlinesi sono scesi in piazza.

Leggi anche Keine Räumung der Gerhart-Hauptmann-Schule

Un pomeriggio assolato, quello di oggi (sabato 5 luglio), tra le vie di Neukölln e Kreuzberg. Un corteo partecipato da più di 5.000 giovani e meno giovani, attivisti convocati dalle rete Interventionistische Linke, rifugiati e migranti, ma soprattutto tanti giovanissimi che, spesso senza essere parte di gruppi politici organizzati, negli ultimi giorni non hanno mai abbandonato i presidi di Wiener Strasse.

Partito alle 15:30 da Hermann Platz, al seguito di un combattivo contest hip hop, il corteo ha in prima battuta raggiunto Oranien Platz, la piazza di Kreuzberg occupata (a mezzo acampada) per più di un anno dai rifugiati giunti in marcia, da vari stati della Repubblica Federale, per rivendicare diritto d’asilo, accesso ai servizi, ma anche libertà di movimento, e contestare quindi l’assurdo obbligo di residenza che li costringe a non allontanarsi oltre i 40 chilometri dal centro di accoglienza loro assegnato. Luogo simbolo, al pari della Gerhart-Hauptmann-Schule (le due occupazioni sono state più o meno contemporanee), delle lotte migranti nella città, Oranien Platz è stata smobilitata soltanto lo scorso marzo, dopo un accordo che, seppur ancora in parte da verificare e da molti ritenuto insoddisfacente, ha cominciato a invertire la tendenza rispetto alla gestione dell’accoglienza. Proprio a Oranien Platz le prime tensioni con la polizia, presente in forze e oppressiva come non ha mai smesso di essere nei giorni scorsi. La reazione dei manifestanti è stata determinata, la piazza interamente conquistata dal corteo, la polizia, tra spintonamenti e qualche fermo, in buona parte allontanata e cacciata.

Dopo il parapiglia a Oranien Platz, il corteo è ripartito alla volta della Gerhart-Hauptmann-Schule. L’intensità e l’ampiezza delle lotte delle ultime due settimane hanno infatti strappato un successo importante, indubbiamente parziale (come insistono gli attivisti di IL), ma importante: lo sgombero non è stato completato, 40 dei circa 250 rifugiati, quelli che per giorni non sono scesi dal tetto, potranno restare nella scuola, che sarà in parte ristrutturata e resa più vivibile (al momento, nella scuola, non c’è più di una doccia calda per tutti). I Grünen che governano il distretto (Kreuzberg-Friedrichshain), dopo la figura indegna, hanno provato a salvare la faccia, cercando di ritrattare le dichiarazioni dei giorni precedenti o addirittura tentando di smentire la propria diretta responsabilità sull’ordine di sgombero della scuola; ma a giudicare dalla qualità delle mobilitazioni, che, occorre ricordarlo, hanno visto coinvolti anche negozi e associazioni (oltre a balconi e case piene di striscioni solidali), la lacerazione è destinata ad approfondirsi.

Un successo importante dunque, che parla non tanto e non solo dell’anomalia Berlino, ma della forza che le lotte dei rifugiati stanno assumendo in Germania, dal Sud fino ai potenti conflitti che hanno attraversato Amburgo negli ultimi mesi. Assieme alle lotte, ormai molto estese, sul diritto alla città e contro la rendita e la gentrification, quello dei rifugiati è un terreno in cui auto-organizzazione migrante e mobilitazioni antirazziste hanno definito una combinazione virtuosa e tenace. Terreno decisivo che richiede indubbiamente un’estensione e un rinnovato coordinamento europeo.

*da Berlino

Video da leftvision