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Febbre a 90 – 21a puntata

Ore 15: le famiglie allo stadio.

Quando si parla di stadio e misure repressive tra i motivi indotti a subire controlli, tessere del tifoso, biglietti nominali, divieti di trasferte, etc etc c’è quello sul “bisogna riportare le famiglie allo stadio”.

Nelle ultime 2 domeniche consecutive la Roma, nonostante il campionato deludente, le prestazioni così così, è tornata a riempire lo stadio. E finalmente si sono rivisti moltissimi bambini anche fuori dal settore famiglie andato esaurito. C’è un miracolo dietro tutto questo? No, c’è semplicemente il fatto che la Roma è tornata a giocare alle 15 di domenica.

Nel calcio moderno, quello cosiddetto spezzatino, si gioca un po’ quando capita. Quest’anno la Roma alle 15, in casa, ha giocato soltanto 3 volte e una alle 12:30, mentre da metà ottobre ad aprile, mai. Quindi non desta sorpresa che le partite in cui la Roma ha fatto più spettatori paganti sono state proprio queste 4 grazie all’orario finalmente “per famiglie” e a un clima piuttosto mite. I geni che governano il calcio hanno deciso che quest’anno la Roma, soprattutto in casa, dovesse giocare sempre alle 20:45, che fosse di venerdì, sabato, domenica o lunedì, poco importa.

A sostenerlo ovviamente sono i numeri (se non mi credete guardate qui) e non le opinioni di chi fa informazione intorno al calcio e sugli stadi non racconta mai le cose come stanno. Vorrebbero riportare “le famiglie allo stadio”, ma poi si inventano partite alle 20:45 nei giorni preferiali anzi prescolastici, il che significa, in una città come Roma tornare a casa verso mezzanotte: quale famiglia porterebbe un bambino allo stadio, col freddo e a quegli orari? Mi chiedo pure se mio padre, che mi portava allo stadio sin da piccolo, lo avrebbe fatto lo stesso. Per fortuna mia e sua nei primi anni 80 non correvamo questo pericolo. Quindi, diciamolo chiaramente, che alla lega calcio di serie A non importa niente delle famiglie allo stadio e degli stadi pieni: così come è organizzato il calcio italiano quasi tutti gli utili arrivano dalle tv che ovviamente decidono secondo i proprio interessi. Perché dovrebbero fare altrimenti?

Nel frattempo sul fronte repressivo nelle ultime 2 settimane abbiamo assistito a qualche novità in peggio: abbiamo recentemente raccontato di 19 tifosi romanisti daspati la notte prima della partita Torino Roma perché sprovvisti di biglietto del treno (che successivamente hanno pagato), lo stesso è successo a Torino sabato notte: alcune note di agenzia raccontavano di alcuni tifosi del Toro sottoposti a daspo la notte precedenti dopo dei “disordini in piazza Castello”. Sempre da Torino ieri la Stampa segnalava una “importante novità”: l’ufficio daspo volante (leggi qui). Non è ben chiaro di cosa si tratti ma sembra un ufficio dove è possibile notificare il daspo subito dopo essere stati fermati. Una solerzia da far impallidire anche gli inglesi che ultimamente devono fronteggiare diversi casi di disordini all’interno e all’esterno degli stadi. Ah, il campionato del diritto è stato praticamente vinto dalla Juventus, squadra da 2 anni nettamente più forte delle altre ma che in Europa non brilla. Quindi a Torino è meglio non preoccuparsi troppo delle Champions League e festeggiassero l’ufficio daspo volante, qualcosa di inedito su tutto il continente.