ROMA

Erdogan Not Welcome. Violente cariche e manifestanti sequestrati al centro di Roma

Giornata surreale al centro di Roma. Mentre chi manifestava contro la presenza di Erdogan veniva caricato e poi sequestrato dalle forze dell’ordine, le più alte cariche dello Stato italiano e dello Stato vaticano riconoscevano tutti gli onori al criminale di guerra turco

+++ NEWS DAL PRESIDIO +++ Ore 17.00. Dopo aver chiuso per ore in una morsa gli attivisti presenti alla manifestazione, la polizia ha iniziato a caricare – per una seconda volta nella giornata – senza alcun motivo le persone in piazza. Per adesso il bilancio è di un fermo e un ferito, ma la situazione a Castel Sant’Angelo non sembra volersi sbloccare. In solidarietà con le persone chiuse nella kettle dalle forze dell’ordine, è stato lanciato un altro presidio per chiederne la liberazione. Attualmente, la polizia continua a caricare.

 

Le attiviste e gli attivisti della Rete Kurdistan lanciano un appello: Erdogan Not Welcome, Roma non ti vuole. Il capo di Stato turco sarà, infatti, a Roma lunedì 5 febbraio, e quella che, inizialmente, sarebbe dovuta essere solo una visita dal papa, si è scoperto essere una vera e propria visita diplomatica. Erdogan incontrerà anche con il capo dello stato Mattarella e il primo ministro Gentiloni, in una Roma blindata e off limits.

Erdogan, che verrà accolto con tutti gli onori del caso, è un vero e proprio dittatore con le mani sporche di sangue prima di tutto dei suoi cittadini curdi e turchi, così come dei migranti e dei rifugiati che non lascia entrare in Europa, dopo l’accordo della vergogna. Inoltre, tra il silenzio dei media occidentali, Erdogan il 19 gennaio ha mosso guerra contro Afrin, regione nel nord delle Siria, con lo scopo di porre fine a qualsiasi tentativo di cooperazione sociale e auotgoverno di cui Afrin è un simbolo.

Nessuna voce si è alzata contro questo incontro, forse perché l’Italia è troppo concentrata sulle esportazioni di armi alla Turchia?

Lunedì 5 febbraio dalle ore 11:00 alle ore 14:00 ai Giardini di Castel Sant’Angelo (lato via Triboniano), la Roma democratica si farà sentire, perchè chi stringe delle mani sporche di sangue è complice.

 

Di seguito pubblichiamo l’appello della Rete Kurdistan:

QUELLE MANI SONO SPORCHE DI SANGUE
Da oggi inizia la campagna #ErdoganNotWelcome che ci vedrà attivi fino al momento della ripartenza di Erdogan da Roma. Invitiamo la Roma democratica a partecipare alla manifestazione e ricordare con scritte e striscioni, dovunque vi sembri opportuno, che #ErdoganNotWelcome.
Rivolgiamo lo stesso appello alle altre città, anche europee, consapevoli che quel giorno sarà importante essere presenti in ogni piazza possibile.
Lunedì 5 febbraio, infatti, Roma sarà una città blindata per l’arrivo del presidente turco, che incontrerà il Papa, il capo dello stato Mattarella e il primo ministro Gentiloni.
In città è previsto un piano speciale di militarizzazione, forte di 3500 forze disicurezza che vigileranno per impedire qualsiasi manifestazione di dissenso: infatti verrà messo in atto un dispositivo per vietare le manifestazioni attraverso la chiusura della città, delimitata da una estesa “green zone”.
Leggiamo che il motivo di questa visita è “lo spostamento in Israele dell’ambasciata Usa a Gerusalemme”, che ha visto la condanna dell’ONU con il voto anche di Italia e Turchia, ma possiamo immaginare che ben altri interessi e rapporti economici in corso tra Italia e Turchia muovono questi incontri.
Sarà proprio l’importanza strategica di questi interessi a creare tanto clamore nel mondo dell’informazione, lo stesso che riserva molta meno attenzione alla guerra scatenata da Erdogan contro il popolo curdo con i crudeli bombardamenti in Rojava, che già hanno fatto centinaia di morti e migliaia di feriti, tra cui molti bambini
Dalla notte del 19 gennaio l’esercito turco, con strumentazione militare dei paesi europei tra cui l’Italia, che fornisce i famigerati elicotteri Augusta Westland che fanno strage di civili nei villaggi del cantone di Afrin, una regione nel nord delle Siria dove curdi, cristiani, arabi, turkmeni, yazidi e profughi, convivono pacificamente praticando la cooperazione sociale e l’autogoverno, ispirati dal confederalismo democratico ideato dal leader Ocalan, segregato da 19 anni in galera, senza che da 2 anni si sappia della sua sorte.
Afrin è stata in questi anni uno dei luoghi più sicuri, dove i profughi in fuga dalla orrori siriani hanno trovato accoglienza e pace. I crimini di Erdogan sono tali che proprio i campi profughi e i villaggi curdi sono il bersaglio preferito dei bombardamenti.
Ad Afrin è in corso un nuovo crimine contro l’umanità pari a quelli compiuti dalle milizie di ISIS in questi anni tra Siria e Iraq, quell’ISIS a cui Erdogan non ha mai mancato sostegno logistico ed economico.
Erdogan si è macchiato di delitti anche in Turchia radendo al suolo molte città del Kurdistan, uccidendo i suoi abitanti. Mentre decine di migliaia sono gli imprigionati: parlamentari, attivisti politici, giornalisti, accademici, magistrati, scrittori, sportivi, operai, studenti, sospettati di non condividere il regime dispotico di Erdogan.
Basterebbe inoltre ricordare le torture e la brutale condizione a cui sono sottoposti le persone in fuga dai territori di guerra, che la Turchia rinchiude nei suoi lager violando anche i più basilari diritti umani, grazie ai miliardi del putrido accordo con la UE.

LE MANI DI ERDOGAN SONO SPORCHE DI SANGUE, CHI LE STRINGE E’ COMPLICE DEI CRIMINI CONTRO L’UMANITA’.

Sembra incredibile che nessuno abbia messo in discussione questo incontro. Nemmeno papa Francesco cosi spesso preoccupato, a parole, della pace e della giustizia nel mondo. Che non ci sia un critica sui media sull’opportunità di questa visita, e nei confronti del capo di stato Mattarella più volte dichiaratosi antifascista, che contro il governo dimissionario volto a legittimare di fatto una visita di stato a un criminale di guerra, addirittura perdurante un genocidio, Che non ci sia una ferma presa di posizione di nessun partito politico, troppo impegnati con la campagna elettorale.

SEMBRA CHE L’UNICA PREOCCUPAZIONE SIA DI BLINDARE ROMA E VIETARE LE PIU’ CHE GIUSTE E SACROSANTE PROTESTE.
PURTROPPO PER VOI NON CI RIUSCIRETE, SIAMO PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA CONTRO LA SPORCA GUERRA DI ERDOGAN, A FIANCO DEI RESISTENTI DI AFRIN.

LA TURCHIA E’ UNA DITTATURA, ERDOGAN UN ASSASSINO!

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