MONDO

Dal Brasile al Kurdistan, Monica Benicio per Leyla Guven: rompere il silenzio

Continua l’ondata di solidarietà femminista per la deputata dell’Hdp detenuta nelle prigioni turche e in sciopero della fame da 75 giorni. La compagna di Marielle Franco prende parola in un video

Dalla incessante lotta di resistenza delle donne in Brasile contro il fascismo di Bolsonaro alla Turchia di Erdogan, le parole di supporto di Monica Benicio, compagna di Marielle Franco – difensora dei diritti umani e componente del PSOL – denunciano e richiamano all’attenzione di tutte le donne e delle istituzioni internazionali per i diritti umani le condizioni critiche della deputata dell’HDP Leyla Guven.

Guven è detenuta in Turchia, è in sciopero della fame da più di 75 giorni contro la guerra di invasione del Kurdistan, contro la repressione politica mossa dal dittatore Erdogan e per la fine dell’isolamento del leader curdo Abdullah Ocalan, che ricopre da sempre un ruolo chiave per l’avvio delle trattative per un processo di pace.

In solidarietà per la situazione di Leyla Guven, Monica Benicio ha indirizzato un messaggio oltre ogni confine affermando che la lotta di Leyla, Marielle e delle donne kurde sono la stessa lotta. Per la libertà. Spezzando le correnti, rompendo il silenzio e continuando insieme a costruire ponti attraversabili da noi tutte.

Con una lettera uscita sul New York Times, parole di supporto per l’azione della deputata curda Leyla Guven erano state rilasciate qualche giorno fa da Angela Davis. Parole dense, intime, di forza e vicinanza sono apparse anche in una lettera scritta per mano dell’icona del Fronte di Liberazione Nazionale del Popolo Palestinese Leila Khaled, che definiscono l’azione eroica della deputata curda del Partito Democratico dei Popoli HDP come esempio mondiale di insubordinazione a favore della vita, un esempio di lotta per tutte le donne nel mondo.

Monica Benicio incita a rompere il silenzio, la passività e l’indifferenza richiamando le istituzioni internazionali dei diritti umani e ogni singola persona alla necessità di un’urgente dissenso e mobilitazione

«Leyla è stata in sciopero per la fame da due mesi dopo il suo arresto in Turchia. Attraverso questo video voglio richiamare l’attenzione delle istituzioni internazionali per i diritti umani e voglio richiamare l’attenzione di tutte le persone, perché ci sia giustizia per Leyla Guven allo stesso modo in cui la richiediamo per Marielle Franco. Smettiamo di rendere degne di valore le vite delle donne che difendono i diritti umani solo dopo la loro morte. Che Leyla Guven sia rilasciata. La lotta per lei, per noi, è la lotta per la vita di tutte le donne».