Dai migranti in lotta in Israele: Appello alla mobilitazione internazionale

Alla comunità internazionale: chiediamo di sollecitare Israele a fermare la nostra detenzione e iniziare a rispettare i diritti dei rifugiati! Le recenti politiche israeliane di detenzione arbitraria per periodi illimitati e senza processo continuano a umiliare la nostra comunità. Ci rivolgiamo alla comunità internazionale in cerca di aiuto e per chiedere che si mobiliti per manifestare di fronte alle ambasciate israeliane il 22 gennaio 2014.

Nelle ultime settimane, una serie di cambiamenti politici senza precedenti nei confronti dei richiedenti asilo africani e dei rifugiati ci ha costretto a prendere misure drastiche per mostrare il nostro malcontento, la nostra frustrazione e paura.

Circa 50.000 richiedenti asilo africani e rifugiati vivono in Israele. Abbiamo subito persecuzioni, coscrizione militare forzata, dittature, guerre civili e genocidi. Invece di trattarci come rifugiati, il governo di Israele ci tratta come criminali.

I membri del governo israeliano ci hanno chiamato “cancro”, sostenendo che siamo “infiltrati” venuti per cercare lavoro. Le continue istigazioni e i ripetuti discorsi di odio verso di noi del governo hanno portato a violenze razziali e crimini di odio contro la nostra comunità.

L’11 dicembre 2013 il governo ha approvato una nuova misura nella “Legge di Prevenzione dell’Infiltrazione”, in risposta alla recente decisione dell’Alta Corte di Giustizia che capovolgeva le precedenti modifiche del testo legislativo. In quella decisione la Corte definisce la legge un “abuso grave e sproporzionato contro il diritto alla libertà personale” e stabilisce che è contraria alle leggi fondamentali di Israele. Le nuove modifiche permettono la detenzione per un anno, seguita dalla detenzione indefinita senza controllo giurisdizionale.

Ispettori dell’ “Autorità della Popolazione, Immigrazione e Frontiera” (PIBA) hanno iniziato ad arrestare e detenere centinaia di richiedenti asilo a Tel Aviv. Nell’ultima settimana di dicembre 2013, la PIBA ha annunciato il suo piano di ordinare a migliaia di richiedenti asilo e rifugiati di farsi registrare a Holot [nuova struttura detentiva costruita nel deserto del Neghev, ndt] entro 30 giorni. Nonostante le garanzie del Ministro dell’Interno che le famiglie non sarebbero state divise, decine di uomini con donne e bambini sono stati convocati. Il panico si è diffuso nella comunità di richiedenti asilo di Israele, dal momento che la autorità hanno limitato sempre più la possibilità di rinnovare i visti, lasciando che persone vulnerabili perdessero il lavoro e venissero arrestate.

Nelle ultime due settimane, migliaia di richiedenti asilo e rifugiati africani sono scesi in piazza a Gerusalemme e Tel Aviv per manifestare per la libertà, opporsi agli arresti, alla detenzione e al disprezzo per i diritti dei rifugiati. Abbiamo organizzato tre giorni di sciopero dal 5 al 7 gennaio 2014. Il 6 gennaio abbiamo manifestato davanti agli uffici di ’UNHCR [agenzia ONU per i rifugiati, ndt], Unione Africana, Unione Europea, USA, Canada, UK, Francia, Germania, Italia e Svezia per consegnare il nostro messaggio, appellandoci alla comunità internazionale affinché faccia pressione su Israele per mettere fine alle sue politiche di detenzione e deportazione e richiami questo Stato a riconoscerci come rifugiati e rispettare i nostri diritti umani.

In particolare, chiediamo al governo di Israele di:

Cancellare la nuova modifica della “Legge di Prevenzione dell’Infiltrazione”; fermare gli arresti; liberare tutti i richiedenti asilo e rifugiati.

Iniziare a rispettare i diritti dei rifugiati, incluso i diritti sociali, l’assistenza sanitaria e i benefici dello stato sociale. Esaminare individualmente le richieste d’asilo in una maniera giusta e trasparente.

Chiediamo all’UNHCR di assumersi le sue responsabilità. In particolare:

Ritenere Israele responsabile di aderire alla commissione dei rifugiati.

Monitorare il processo delle nostre richieste di asilo dall’inizio alla fine, in un modo trasparente e giusto, in adesione agli standard internazionali.

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Siamo in unità e solidarietà con i nostri compagni delle comunità di richiedenti asilo e rifugiati africani che lottano per i loro diritti umani in Europa e in tutto il mondo.

La nostra condizione comune di rifugiati deve essere affrontata da una lotta unitaria e dalla richiesta a tutti i Paesi di rispettare i diritti umani e la commissione per i rifugiati delle Nazioni Unite.

Ci appelliamo alla società civile internazionale per sostenere le nostre richieste e fare pressione sul Governo di Israele affinché interrompa le sue politiche inumane e rispetti i nostri diritti di rifugiati.

Cosa puoi fare per aiutarci?

_ Organizzare manifestazioni e azioni dirette alle ambasciate israeliane e agli uffici consolari in Europa, Canada, USA e in giro per il mondo il 22 gennaio 2014.

– Inviare una lettera all’ambasciatore israeliana o al console del tuo Paese per chiedere a Israele di interrompere le sue politiche di detenzione e deportazione, riconoscendoci come rifugiati e rispettando i nostri diritti umani.

– Inviare una lettera all’UNHCR chiedendo che Israele sia obbligato a rispondere e si responsabilizzi per l’adempimento dei nostri diritti come rifugiati.

– Condividere la nostra storia e aumentare l’attenzione sulla lotta dei richiedenti asilo africani di Israele. Seguici su: Twitter @ Freedom4Refugee and Facebook @ Freedom4Refugees in Israel- International Solidarity

Se stai organizzando manifestazioni o azioni dirette, per favour faccelo sapere a freedom4refugees@gmail.com.

Grazie del sostegno.

Saluti,

Comunità dei richiedenti asilo africani di Israele.

Traduzione in italiano di DINAMOpress