ROMA

Ciao Salvo

Si è spento ieri, dopo due settimane in ospedale a causa di una brutta caduta, Salvatore Ricciardi. Aveva 80 anni e una lunga storia di militanza comunista alle spalle

Ci ha lasciato a 80 anni il compagno Salvatore Ricciardi. Le misure contro l’epidemia di coronavirus non ci permetteranno di salutarlo tutti e tutte insieme. Salvo nel suo “Maelstrom” (DeriveApprodi, 2011) ha raccontato la sua storia politica, dall’antifascismo alle lotte sindacali, dall’Autonomia Operaia alla militanza armata nelle Brigate Rosse. Poi ci fu il carcere con le sue rivolte, ancora la lotta per abolirlo e sovvertire lo stato di cose presenti. Impossibile non riconoscerlo nelle manifestazioni, col suo basco in testa, mentre fumava o evitare di ascoltarlo denunciare il mondo carcerario ne “La conta” su Radio Onda Rossa.

In una vecchia intervista pubblicata su Infoxoa – Zona di quotidiano movimento (anno 0, numero unico, febbraio-marzo 1998), Salvo raccontava così il ritorno alla libertà dopo tanti anni di galera:

C’è il corpo innanzitutto, che è una grossa mediazione per la mente. Loro catturano il corpo anzitutto. La fisicità della vita. Il tatto, quindi il piacere di toccare un altro corpo, la sabbia, un albero, l’erba. Questo piacere ti viene tolto e viene sostituito con una regressione anche mentale. Quando esci dal carcere e recuperi queste cose, è un grosso piacere. Immaginati per 16 anni chiuso in una stanza di pochi metri quadrati… che effetto ti fa il mare? Poi ovviamente la sensazione bellissima nel ritrovare i/le compagni/e, nel poterli toccare, sentire. Ritrovare quindi gli ambienti collettivi […]. È importante stare tra compagni/e, anche se in pochi. È bello e merita di essere vissuto.

Quando Salvatore uscì dal carcere si rimise in gioco e in discussione, si rapportò col movimento comunista e antagonista e – disse – «non c’è barba di giudice che me lo potrà impedire».

Una volta, alla domanda «Chi avresti voluto essere?», Salvatore rispose così: «Un suonatore di sax […] Mi sarebbe piaciuto suonare e girare il mondo, girare il mondo e suonare, prendendo stimoli e nuovi linguaggi musicali da terre, genti e culture diverse con le quali sarei entrato in comunicazione».

Sarà per la prossima volta, che la terra ti sia lieve!

Archivio trasmissione “La conta”

Blog di Salvatore Ricciardi: Contromaelstrom