EUROPA

Al via una campagna internazionale contro la repressione anti-palestinese in Germania

Dopo le ultime escalation e il divieto di manifestazioni per il giorno della Nakba, lo Stato tedesco ha inasprito le misure prendendo di mira Zaid Abdulnasser minacciando di revocargli la residenza a causa del suo impegno nella Rete Samidoun e nel movimento Masar Badil

Dopo le ultime escalation dello Stato tedesco, dopo il divieto di manifestazioni per il giorno della Nakba nel 2022 e 2023, il divieto di manifestazioni per il giorno dei prigionieri palestinesi nel 2023, le continue campagne diffamatorie contro i palestinesi e l’organizzazione palestinese, fino alla richiesta dell’ambasciatore israeliano di inserire Samidoun nell’elenco delle organizzazioni terroristiche, lo Stato tedesco ha inasprito le misure prendendo di mira Zaid Abdulnasser, un rifugiato palestinese nato in Siria, e minaccia di revocargli la residenza a causa del suo impegno nella Rete Samidoun e nel movimento Masar Badil, il percorso rivoluzionario alternativo. Questo attacco repressivo aggira il sistema legale e sfrutta la situazione precaria dei rifugiati palestinesi, minacciando il loro status legale senza un giusto processo con l’obiettivo di metterli a tacere. Per opporci con forza a questi attacchi chiediamo il vostro pieno sostegno!

Noi, organizzazioni sottoscritte, dichiariamo il nostro rifiuto e il nostro sdegno per la costante repressione dello Stato tedesco contro i palestinesi e il loro organizzarsi in Germania, dal divieto di manifestazioni per la Giornata della Nakba nel 2022 e 2023, al divieto di manifestazioni per la Giornata Internazionale dei prigionieri palestinesi nel 2023, alla persecuzione di giornalisti, giovani, studenti e studentesse per le loro opinioni e il loro attivismo a favore della Palestina, fino al recente tentativo di revocare il permesso di soggiorno del coordinatore di Samidoun Germania, Zaid Abdulnasser, un rifugiato palestinese nato in Siria.

Questa aggressione è rivolta a tutti i rifugiati palestinesi nel tentativo di privarli del diritto di lottare per la loro liberazione, usando il sistema legale come leva e sfruttando la loro situazione precaria per farli tacere. È un attacco non solo alla comunità palestinese e araba e ai sostenitori della Palestina in Germania, ma anche al nostro diritto collettivo di organizzazione politica. Questo è anche un attacco al movimento dei prigionieri palestinesi, dato che mira alla solidarietà globale con i prigionieri.

Sponsorizzando intense campagne diffamatorie a livello statale contro I palestinesi e le organizzazioni pro-Palestina e usandole per giustificare i ripetuti divieti di eventi e per demonizzare i palestinesi e gli arabi in Germania in generale, e a Berlino in particolare – sede della più grande comunità palestinese e araba in Europa – lo Stato tedesco è disperato nei suoi tentativi di impedire ai palestinesi di organizzarsi e di scendere in piazza a lottare per i loro diritti.

Lo Stato ha dichiarato che l’impegno di Zaid nella Rete di solidarietà dei prigionieri palestinesi Samidoun e nel Movimento del cammino rivoluzionario alternativo palestinese è motivo di revoca della suo permesso di soggiorno per “protezione dell’interesse pubblico”. Questo mette in chiara luce gli oltraggiosi tentativi della Germania di reprimere il crescente sostegno alla Palestina in Germania, dove sempre più persone sono consapevoli e inorridite dai crimini dell’occupazione israeliana, come abbiamo visto nelle manifestazioni popolari del maggio 2021, dove centinaia di migliaia di persone in Germania sono scese in piazza esprimendo il loro chiaro sostegno alla Palestina. Riteniamo che questo sia un attacco in primo luogo alla comunità palestinese in Germania e un’espressione della retorica anti-palestinese sponsorizzata dallo Stato, nonché della piena identificazione con la colonizzazione israeliana della Palestina occupata.

Questo è particolarmente importante perché la stragrande maggioranza della comunità palestinese di Berlino è costituita da rifugiati a cui è stato negato il diritto di tornare nelle loro città e villaggi dal 1948. Il loro impegno per la liberazione della loro terra e il ritorno alle loro case è un loro diritto naturale e il tentativo dello Stato di reprimerli fallirà come è fallito negli ultimi 100 anni di lotta palestinese.

Respingiamo questi attacchi e dichiariamo che le nostre voci non saranno messe a tacere. Sosteniamo fermamente i rifugiati palestinesi in Germania e il loro diritto di organizzarsi e lottare e dichiariamo il nostro sostegno a tutti i prigionieri palestinesi dietro le sbarre israeliane e per la liberazione della Palestina, dal fiume al mare. E dichiariamo, con chiarezza e fermezza, che questa forma di repressione statale non riuscirà a mettere a tacere il nostro sostegno al popolo palestinese, alla sua resistenza e alla lotta del suo movimento di prigionieri per porre fine al colonialismo.

Liberate tutti i prigionieri palestinesi! Abbasso la repressione di Stato! Viva la solidarietà internazionale! Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera!

FIRMA QUI LA DICHIARAZIONE

Sostieni con una donazione la campagna per finanziare le spese legali per questo e molti altri casi simili:
Nome: Rote Hilfe e.V.
IBAN: DE55 4306 0967 4007 2383 17
BIC: GENODEM1GLS
Nota: Palaestina gegen Repression

Immagine di copertina e nell’articolo a cura di Magda, mobilitazione per la Palestina a Berlino, luglio 2022