ITALIA

Approvato emendamento “blocca sfratti” contro la truffa dei Piani di zona

Ieri il parlamento ha votato una misura fortemente voluta dai movimenti per il diritto all’abitare e presentata da alcuni deputati. Una importante vittoria contro il grande imbroglio di centinaia di famiglie della capitale

A Roma esistono interventi nati per andare incontro alle famiglie con un reddito basso o, nel caso dell’edilizia agevolata, con un reddito medio insufficiente a trovare soluzioni abitative a prezzi di mercato che si sono tramutati in un affare solo per gli operatori.

Stiamo parlando dei Piani di Zona, istituiti con la legge 167 del 1962, realizzati con i contributi dalla Regione per calmierare i prezzi di acquisto o di affitto. Questi dovevano essere calcolati secondo tabelle che tenevano conto dei costi di costruzione, del valore delle opere di urbanizzazione effettivamente realizzate, dei contributi regionali ricevuti. Fatto il calcolo, si sarebbe dovuto applicare per gli acquirenti o gli affittuari un favorevole “prezzo minimo di cessione”.

Gli obblighi di legge spesso non sono stati rispettati. In molti casi gli acquirenti hanno pagato prezzi anche del 30% superiori a quelli dovuti perché le cooperative non hanno mai fornito la documentazione obbligatoria con cui si sarebbero dovuto fare i calcoli finali. Le opere di urbanizzazione, quando realizzate, sono in genere molto inferiori a quanto stabilito e fatto credere agli acquirenti. In certi Piani di Zona non sono stati finiti neanche i servizi indispensabili, come l’illuminazione stradale. I criteri per l’assegnazione degli alloggi agli aventi diritto sono stati ignorati. L’intervento della magistratura a seguito di denunce presentate da Asia-Usb ha svelato la truffa.

Prezzi gonfiati attraverso il trucco delle migliorie e omettendo di scomputare dal prezzo di vendita i contributi pubblici incassati. Fondi pubblici scomparsi. Componenti dei consigli di amministrazione delle cooperative e società indagati per truffa, insieme a dipendenti di Roma Capitale che avrebbero dovuto controllare. L’ammontare dell’affitto avrebbe dovuto essere controllato e approvato dagli uffici comunali preposti. Non è stato così. E oggi che i contratti di affitto sono in scadenza, centinaia di persone vedono il loro canone più che raddoppiato. Tutti a rischio sfratto.

Fino a ieri, quando il Parlamento ha approvato un emendamento al Decreto Milleproroghe 2020 che dispone il potere di sospensione degli sfratti da parte dell’autorità giudiziaria per gli immobili costruiti in edilizia agevolata per i quali sono stati avviati procedimenti di revoca della convenzione da parte del Comune o del procedimento di revoca del finanziamento pubblico da parte della Regione o della richiesta di rinvio a giudizio in procedimenti penali da parte delle ditte e delle cooperative costruttrici degli alloggi nei piani di zona.

L’emendamento, presentato da Stefano Fassina, Elisa Tripodi, Valentina Corneli e Anna Macina, era stato a più riprese richiesto da Asia-Usb, dai Movimenti per il Diritto all’Abitare e dai comitati dei molti piani di zona nel corso degli incontri avvenuti nella sede del Consiglio regionale del Lazio.

Asia-Usb, vedendo riconosciuta la lunga battaglia condotta sia sul piano sindacale che legale, ha espresso la soddisfazione per l’approvazione di questo emendamento:

«È un importante strumento per fermare gli atti di ingiustizia, come l’illegittima messa all’asta degli alloggi già pagati dagli inquilini per tutelare gli interessi delle banche e non quelli pubblici, con l’esborso di centinaia di milioni di euro dati a fondo perduto per favorire la soluzione all’emergenza abitativa».

In attesa che Comuni e Regioni concludano i procedimenti di decadenza o revoca delle convenzioni non rispettate, l’emendamento approvato riconosce a chi ha comprato una casa ed è stato vittima della truffa il diritto a vivere in quella casa, senza essere sotto la minaccia di uno sfratto.

Foto di copertina di Archivio fotografico dell’Associazione Italiana Casa