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Al via il Forum Sociale Mondiale di Tunisi

In un momento delicato per i movimenti e la sinistra tunisina dopo l’assassinio di Chokri Belaid (leader dell’opposizione laica e di sinistra), a Tunisi sbarca il Forum Sociale Mondiale, tra contraddizioni e aspettative.

*Vanessa Bilancetti @vanebix da Tunisi

Il primo Forum Sociale Mondiale si è tenuto nel gennaio del 2001 a Porto Allegre, un comune del Brasile che stava sperimentando nuovi metodi di partecipazione politica con l’intento di trovare nuova legittimità per le decisioni politiche. Nel 2003, è stato organizzato il primo Forum Sociale Europeo a Firenze, che si è con concluso con un’enorme manifestazione, nonostante il terrore diffuso dai media tradizionali sull’evento.

Anno dopo anno il Forum Sociale ha perso in parte la sua forza iniziale, anche noi come centri sociali, studenti e attivisti abbiamo in gran parte disertato i forum europei e mondiali.

Se da un lato c’era chi riteneva il forum uno spazio pubblico dove poter decidere insieme programmi e rivendicazioni comuni, dall’altro lato si notava come i forum rischiavano di divenire delle vetrine più per le grandi organizzazioni internazionali, che per le associazioni e i movimenti di base.

Dal 26 al 30 Marzo il Forum Sociale Mondiale si terrà a Tunisi, per la prima volta un forum si organizza in Africa, in un paese arabo, qui dove due anni fa è cominciata la cosiddetta Primavera Araba e che oggi si trova a vivere una delicata transizione.

A Tunisi si respira un’aria frizzante, tante persone iniziano ad arrivare da tutto il mondo, è difficile trovare ostelli o alberghi liberi e iniziano i primi incontri di preparazione.

Le critiche tra le associazioni e i movimenti tunisini nei confronti dell’organizzazione del Forum non sono poche, molti hanno lasciato il lavoro delle commissioni preparatorie in forte dissenso con il metodo di lavoro. Si rimprovera la formalità e la gestione monopolizzante delle grande organizzazioni, che lasciano poco spazio ai singoli e alle centinaia di associazioni nate dopo la rivoluzione.

Ma nessuno nega l’importanza di poter avere il Forum Sociale Mondiale nella Tunisia post-rivoluzionaria, tutti riconoscono che questo evento può essere una grande opportunità per la società civile tunisina per raccontarsi e far conoscere ai movimenti di tutto il mondo le grandi sfide che questo Paese si trova a vivere.

Si inizierà il 24 e 25 marzo con il Forum dei Media Indipendenti e delle Radio Comunitarie, due giorni dedicati in particolare alle esperienze delle radio indipendenti nate nel Maghreb e nel Machrek durante e dopo la primavera araba.

Il 26 mattina alle 10.00 ci sarà l’assemblea delle donne, mentre il pomeriggio si terrà la manifestazione di apertura del Forum dalla piazza 14 Janvier allo stadio Menzah, dove si terrà il concerto anche con Gilberto Gil. Il 27, il 28 e il 29 marzo saranno i giorni delle attività auotgestite che sono centinaia, definite in questo ultimo anno da diverse commissioni (cultura, mobilitazione sociale, comunicazione, finanza, donne, giovani) che hanno ordinato tutte proposte locali, nazionali e globali. Il 27 sarà l’occasione “per discutere del processo rivoluzionario, delle rivolte, dei sollevamenti, delle guerre civili e delle contestazioni che hanno scosso i sistemi politici nella regione del Mashrek e del Maghreb”. Il 29 e il 30 si terranno diverse assemblee di convergenza autorganizzate dalle diverse reti, movimenti e associazioni presenti, pensate come dei momenti di incontro per trovare delle cornici di lavoro comune.

Infine il forum si concluderà il 30 marzo con una grande assemblea conclusiva alle 14.00 ad Avenue de Bourguiba e un corteo in solidarietà con il popolo palestinese per la Giornata della Terra, che si concluderà sotto l’ambasciata della Palestina.

Il Forum inizia poco dopo l’uccisione di Chokri Belaid, fondatore del Movimento dei Patrioti Democratici (MPD), partito facente parte del Fronte Popolare (coalizione dei partiti d’ispirazione marxista, panarabista ed ecologista) per cui non vi è ancora alcuna persona indagata. Il partito Ennahada, gli islamisti “moderati” al potere, è stato costretto a indire nuove elezioni in seguito alle fortissime proteste per l’omicidio di Belaid, che si terranno in giugno, a poco più di un anno e mezzo dalle precedenti e senza che l’assemblea costituente abbia emanato la Costituzione definitiva.

La Tunisia si presenta divisa, attraversata da fortissime fratture, la sinistra è debole, i sondaggi non le danno alcuna possibilità di vittoria alle prossime elezioni, preoccupa la possibilità dell’astensionismo e di un’altra vittoria del partito islamico moderato, magari rinforzato dai voti dei partiti islamici più radicali. Ma tutto questo non è scontato, la società civile tunisina è attenta e vigile, non disposta ad arretrare o a cedere diritti considerati acquisiti. “L’Inverno Arabo”, termine coniato dai media occidentali per definire il presunto scivolamento delle società arabe verso il fondamentalismo, non è assolutamente un processo scontato né tantomeno concluso.

Come DinamoPress abbiamo deciso di seguire il Social Forum senza organizzare nessuna attività direttamente, ma con la voglia di raccontare questo evento, le diverse attività cui prenderemo parte, ma soprattutto con la voglia di dare spazio ai movimenti tunisini per narrare, al di là degli stereotipi e dei luoghi comuni, le sfide della Tunisia post-rivoluzionaria.

Tunisi, 24-03-2013

Videointerviste alla vigilia del Forum:


La conferenza stampa di apertura: