EUROPA

#14n Occupazione della sede OCSE a Parigi

Contro l’austerità, diritto alla disoccupazione: il comunicato degli intermittenti francesi dopo l’occupazione della sede OCSE.

Nella giornata europea di azione per i diritti dei disoccupati, occupiamo la sede OCSE perché qui si fabbricano le politiche liberiste e neoliberiste. L’Organizzazione per la Cooperazione e per lo Sviluppo Economico ha come parola d’ordine la privatizzazione dei servizi pubblici e la flessibilità del lavoro, la precarizzazione dell’impiego. Insieme ad altre istituzioni, è all’origine delle politiche di austerità che provocano la demolizione della protezione sociale, il controllo e la criminalizzazione dei disoccupati, il continuo aumento di lavoratori poveri.

In Francia, sei disoccupati su dieci non percepiscono alcun indennizzo. Continuiamo a denunciare questo scandalo. La nostra attenta lettura dell’accordo Unedic del 22 marzo scorso e la sua applicazione a partire dal 1 ottobre ci fa arrivare alla conclusione che le condizioni d’indennizzo si stanno degradando drammaticamente.

Chi è responsabbile di queste politiche di distruzione dei diritti?

Abbiamo occupato numerose Agenzie del Lavoro, ci hanno detto che sbagliavamo a rivolgerci dove non si fa altro che applicare le direttive Unedic. Allora abbiamo occupato l’Unedic. Il direttore finanziario ci ha spiegato che dovevamo andare a lamentarci dai firmatari dell’accordo “sociale”: Medef e sindacati CGPME, UPA, CFDT, CFTC, FO.

Abbiamo occupato le sedi di alcuni di questi sindacati e abbiamo interpellato i rappresentanti dei sindacati di lavoratori salariati e degli imprenditori, presenti ai tavoli di concertazione convocati dal Primo Ministro.

Nessuno si sentiva responsabile dell’accordo perché appunto si è trattato di un accordo in cui ciascuno accettava di riconoscere nient’altro che le proprie proposte. Ci siamo rivolti al Ministro del lavoro. Ha trovato evidentemente buono l’intero testo dell’accordo che ha firmato. Probabilmente non può denunciare un accordo considerato eccellente, frutto del dialogo “sociale” all’Eliseo. Abbiamo deciso di saltare la casella Eliseo e rivolgerci direttamente ai ‘maìtres à penser’ del presidente della repubblica. Per questo siamo qui, all’OCSE.

Non vi chiediamo di giustificare l’attendibilità delle vostre prospettive. Disoccupati, intermittenti, interinali, precari, noi tutti ne conosciamo gli esiti quotidianamente, la nostra competenza a riguardo si nutre delle nostre esperienze di vita. Non aspettiamo niente dai preti del liberalismo. Con questo gesto ci auguriamo solamente di rendere evidente il fatto che è possibile venire a cercavi dentro le vostre chiese. E di incitare tutti quelli che subiscono la vostra legge a unirsi per destituire la vostra triste divinità, il mercato.

Alle violenze sociali che ci vengono imposte, si aggiungono la repressione e le violenze fisiche della polizia, sempre più dure. Parallelamente alla nostra azione, si stanno svolgendo molte mobilitazioni contro le violenze poliziesche – le nostre lotte sono identiche. Insieme, rifiutiamo di farci schiacciare, insieme rivendichiamo nuovi diritti.

Organizziamoci!

Leggi il comunicato in francese sul sito degli intermittenti.