ROMA

14 novembre: con gli occhi di chi c’era

(da Huffingtonpost.it). Evidentemente questo movimento fa paura, questa meravigliosa giornata doveva essere con ogni mezzo smorzata, violentata, stroncata.

Scrivo per raccontare lo sciopero generale del 14 novembre: le occupazioni di scuole e università nei giorni precedenti, i picchetti della mattina, il corteo per le vie della città, le violentissime cariche della polizia, quello che ho visto e vissuto.

Nelle ultime settimane gli studenti medi e universitari in tutta Roma hanno dato vita al percorso pubblico e condiviso di costruzione di questa giornata di sciopero europeo. Nelle facoltà e nelle scuole occupate si sono susseguiti momenti di dibattito, collegamenti con le facoltà occupate di Madrid e altre città italiane, le scuole e le università hanno vissuto una meravigliosa esplosione di saperi, cultura, creatività, come mai succede nei giorni di regolare didattica. Ci tengo a sottolineare lo stridente accostamento fra quello che gli studenti sono riusciti a costruire e la risposta brutale messa in atto in piazza da forze dell’ordine e istituzioni.

Dopo i picchetti della mattina davanti alle scuole e alla Sapienza, diversi cortei autoconvocati e organizzati dal basso sono partiti da più punti della città per poi convergere gli uni negli altri dando vita a una grandiosa manifestazione, decine e decine di migliaia di studenti da Roma e provincia, gioiosi e determinati a praticare l’obiettivo pubblicamente scelto e dichiarato: manifestare il proprio dissenso sotto al parlamento, raggiungendo un presidio lì autorizzato, esprimere la protesta contro le politiche di austerity imposte dalla troika, là dove vengono “ratificate”.

Il video del Teato Valle Occupato

Dopo aver generalizzato lo sciopero bloccando le vie della città, il corteo ha proseguito sul lungotevere nel tentativo appunto di aggirare i blocchi e raggiungere il presidio sotto Montecitorio, all’altezza di Lungotevere de Cenci abbiamo trovato un blocco della polizia, ci siamo schierati col book block in testa per tentare di passare comunque proteggendoci però dalle manganellate che come sempre arrivano. A quel punto si è scatenata la prima carica, senza alcuna provocazione da parte del corteo, la polizia ha iniziato a sparare lacrimogeni e picchiare, senza smettere per la successiva ora!

L’unica guerriglia agita in quelle strade è stata quella delle forze dell’ordine, che hanno disperso il corteo in più gruppi continuando ad inseguirli manganellando alla cieca. Io sono finita in un gruppo che girando a ponte Sisto, col furgoncino del Teatro Valle, provava a ricompattarsi per tornare indietro tutti insieme ripercorrendo il Lungotevere nella direzione e sul verso opposti ai precedenti, quindi verso Porta Portese. Ci è stato impedito di tornare indietro sani e salvi, la polizia ha continuato selvaggiamente a caricarci alle spalle con mezzi e uomini, rincorrendoci e buttandoci a terra per picchiarci come bestie e insultarci.

Questo fino a poco prima di Ponto Sublicio, dove altri uomini delle forze dell’ordine ci hanno sbarrato ogni via di fuga, chiusi davanti e dietro in una morsa mortale, ammassati in pochissimo spazio in duecento circa, ci hanno permesso di uscire solo previa identificazione e perquisizione uno alla volta, continuando ad insultarci, nel tentativo di umiliare, offendere, dopo la violenza fisica quella psicologica. Nel frattempo di raggiungevano notizie di pestaggi e arresti diffusi in tutte le vie del centro.

Siamo riusciti a tranquillizzarci solo quando una decina di persone si sono affacciate dalle finestre degli uffici lì sopra e gridandoci “stiamo con voi ragazzi” hanno iniziato a riprendere tutto con i cellulari, tutelandoci da altre possibili aggressioni, escluse quelle verbale che hanno continuato a rivolgerci.

Questi sono i fatti! Questo è successo! Le dichiarazioni del ministro Cancellieri sono totalmente sconsiderate. Non c’è stata alcuna gestione da parte della polizia, solo violenza indiscriminata, continuativa, senza nessun altro obiettivo se non quello di far male, offendere, terrorizzare.

Questi racconti devono moltiplicarsi e diffondersi, chi c’era deve usare la propria voce e i propri mezzi per diffondere la verità. Tanti studenti sono stati arrestati, come si evince benissimo dai video (qui sotto), i poliziotti dopo averli immobilizzati a terra gli hanno sfilato i caschi per continuare a picchiarli con calci e manganellate sulla testa nuda. Ci tengo a sottolineare quanto come questa risposta si sia ripetuta con ugual violenza o quasi in tantissime altre città italiane ed europee. Evidentemente questo movimento fa paura, questa meravigliosa giornata doveva essere con ogni mezzo smorzata, violentata, stroncata.