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In morte di Alessandro Pandolfi

Ieri è morto improvvisamente, dopo una breve malattia, Alessandro Pandolfi, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Urbino e ben noto negli ambienti accademici e di movimento per la sua produzione scientifica e per il generoso impegno di militante, che abbiano avuto occasione di apprezzare anche in seminari di autoformazione a Esc e nei collettivi universitari romani. Il suo nome resta legato ad alcune fondamentali imprese editoriali quali le due edizioni del prezioso manuale di scienze politiche, Ordine e mutazione. Figure, concetti e problemi del pensiero politico moderno, da lui diretto, il terzo volume 1978-1985 del feltrinelliano Archivio Foucault, di cui ha anche curato la prima presentazione italiana dei Corsi (i Résumés, 1999) e che ha commentato analiticamente nei Tre studi su Foucault (2000). L’altro, e ben collegato all’impianto foucauldiano, suo oggetto di interesse è stato il mercantilismo e il colonialismo europeo del XVII-XVIII secolo, cui aveva dedicato, a partire dalla tesi parigina di dottorato, Généalogie et dialectique de la raison mercantiliste, 1996, riprendendo il tema più di recente nell’edizione italiana antologica della classica Storia delle due Indie di G.-Th. Raynal. Aveva tradotto Comune, il terzo volume della trilogia di M. Hardt e A. Negri, e redatto la voce Natura umana in una collana del Mulino, oltre a numerosi saggi e articoli dedicati in prevalenza al pensiero di Foucault ma anche a problematiche politiche europee.

Chi ha avuto, come me, la fortuna di collaborare con lui in numerose iniziative presso l’Università di Urbino e nella redazione del manuale, lo ricorda oggi con commozione pari allo sgomento con cui ha appreso la notizia della sua morte prematura. Alessandro è stato un esempio, sempre più raro , di rigore scientifico unito all’impegno didattico e politico, alla capacità di “formare” studenti e lettori attraversando con perizia la giungla ostile della decadenza universitaria.