ROMA

Aggressione fascista al Pigneto. “È stata Casapound”

Agguato in dieci contro tre nel quartiere di Roma Est. I genitori della vicina scuola e la CGIL accusano senza mezzi termini Casapound. Intanto cresce la mobilitazione contro il raduno fascista di sabato 21 maggio.

Ieri sera, intorno alle 22.30, tre persone sono state aggredite da un gruppo di fascisti nel quartiere del Pigneto. Uscivano da una palestra, nei pressi di via Luchino dal Verme. Una macchina si è accostata, cercando un pretesto per provocarli. Riferendosi a un manifesto del partito fascista di Casapound è stato chiesto ai tre “perché non lo strappate mo?”. I ragazzi – “amici di palestra” di 25, 38 e 39 anni – raccontano di aver risposto che i manifesti erano stati staccati già prima del loro passaggio. Nel frattempo, però, dalla macchina sono scesi in quattro, armati di caschi e guanti rinforzati, e hanno raggiunto i tre amici, che si stavano allontanando. La prima persona colpita è caduta per terra, è stata accerchiata da quattro uomini e ha ricevuto numerosi colpi alla testa con pugni e caschi, riportando escoriazioni e un trauma cranico. Non è andata meglio altri altri due, raggiunti da otto fascisti che si nascondevano in altre macchine: anche loro sono stati picchiati pesantemente. Dopo qualche minuto gli aggressori sono scappati. Gli aggrediti, invece, sono finiti in ospedale con sette giorni di prognosi a testa.

Le modalità dell’agguato fanno pensare a una vendetta organizzata e premeditata. L’episodio, infatti, è avvenuto a pochi passi da via dell’Acqua Bullicante, dal luogo in cui solo pochi giorni prima “l’ennesima provocazione del partito di Casapound” a un quartiere storicamente popolare e antifascista” era stata respinta con determinazione. Il banchetto che distribuiva i volantini fascisti era stato preso d’assalto, in pieno giorno, da un gruppo di persone. Nemmeno la scorta della polizia era riuscita a proteggere i fascisti. Il candidato alle elezioni comunali di Casapound aveva subito cercato la solidarietà di altri esponenti politici, ma senza ottenere niente e dimostrando, invece, l’isolamento in cui si trova la formazione estremista. Aveva anche minacciato, salvo poi cambiare rapidamente idea, ritorsioni a un vicino centro sociale.

Ad essere colpiti, invece, sono state tre persone normali, non facenti parte di alcun centro sociale o gruppo politico. In dieci contro tre e di notte. A pochi chilometri da Casal Bertone che, denunciano diversi abitanti, proprio ieri sera è stato riempito di manifesti di Casapound. Uno degli aggrediti è padre di un bambino che frequenta la vicina scuola d’infanzia “Guattari”. In un comunicato i genitori accusano esplicitamente il partito fascista di Casapound dell’aggressione, descrivendo le modalità della stessa. Anche la FP-CGIL Roma e Lazio ha emanato un comunicato in cui oltre a nominare gli autori dell’agguato, chiama in causa “le coperture di cui godono, sia a livello politico che istituzionale” gli autoproclamatisi “fascisti del terzo millennio”. Uno degli aggrediti è membro della sede dell’organizzazione sindacale di via Carocci .

L’agguato avviene a pochi giorni dalla giornata del 21 maggio, in cui i fascisti hanno convocato una manifestazione nazionale. Contro questo appuntamento si è schierato un ampio fronte che comprende i centri sociali cittadini, l’A.N.P.I., diverse organizzazioni sindacali (dalla FIOM ai sindacati di base), il Comitato delle Madri per Roma Città Aperta (composto da mamme che hanno perso i figli a causa della violenza fascista). 34 parlamentari, invece, hanno scritto ad Alfano chiedendo di vietare il corteo. Le realtà antifasciste romane si sono date appuntamento alle 9 di sabato mattina a piazzale Esquilino con lo slogan “Casapound Not Welcome”.