ITALIA

Oltre un migliaio in corteo contro le scorie nucleari nella Tuscia

La manifestazione, partita da Corchiano, ha sfilato nelle campagne viterbesi per esprimere il dissenso di tutto il territorio contro la possibilità che venga individuato nella provincia il sito idoneo per il deposito nazionale di scorie nucleari. Un primo atto che annuncia una mobilitazione trasversale e ampia, pronta a proseguire nei prossimi mesi

È partito da Corchiano, in provincia di Viterbo, il corteo che domenica 25 febbraio ha manifestato la contrarietà del territorio della bassa Tuscia alla possibilità che nella zona venga individuata la sede del deposito nazionale di scorie nucleari.

La marcia, che contava più di mille persone e la presenza di molte associazioni e aziende locali, ha sfilato nella campagna circostante al centro abitato, ed è stata raggiunta durante il percorso da altri cortei provenienti dai paesi limitrofi. Infine la manifestazione ha raggiunto il Monumento Naturale Oasi WWF Pian Sant’Angelo, un grande prato dove le e i partecipanti si sono rifocillati prima del comizio conclusivo. Erano infatti presenti, anche durante la manifestazione, le principali istituzioni locali, dai sindaci del viterbese, con una composizione politica trasversale, ai presidenti dei Biodistretti, ma anche consiglieri regionali di maggioranza e di minoranza, oltre al vescovo di Civita Castellana.

“Credo che quella di oggi sia stata una grande manifestazione, perché siamo riusciti a passare dall’adesione formale alla partecipazione”, ha affermato Famiano Crucianelli, presidente del Biodistretto della Via Amerina, già deputato dal 1992 al 2006. “Questo è solo il primo atto, altri territori, come Montalto di Castro, come Bolsena, entreranno in campo, e noi sosterremo con forza le loro mobilitazioni. Spero che chi dovrà prendere delle decisioni prenda in grande considerazione la volontà forte e unitaria di tutto questo territorio nel rifiutare questa mela avvelenata. Ma posso dire che non ci sarà un deposito di scorie qui nella Tuscia, talmente forte è la partecipazione e talmente ampio è il consenso in questa mobilitazione”.

Immagine di copertina e nell’articolo di Milos Skakal per Dinamopress