ROMA

No Border Fest a La Città dell’Utopia

Contro il pacchetto sicurezza, il No Border festival propone un confronto e uno sguardo differente sui temi dell’accoglienza, della lotta alla xenofobia, della questione ambientale e dei conflitti nel mondo. Nella dodicesima edizione dell’evento convergono i temi caldi dei nostri giorni tra dibattiti, documentari, musica, cibo e cultura per costruire una mobilitazione verso idee e pratiche di pace

Cultura, dibattiti, musica per la libertà di movimento oltre ogni frontiera. Sabato 22 e domenica 23 ottobre torna il No Border Fest a La Città dell’Utopia a Roma, un momento di riflessione su come andare oltre i confini, senza pregiudizi e lenti securitarie, attraverso laboratori, musica, cibo, esposizioni, dibattiti e teatro.

In un momento storico-politico allarmante – in cui i partiti di maggioranza da tempo annunciano la volontà di attuare politiche securitarie, populiste, nazionaliste e xenofobe – è importante costruire momenti di condivisione di idee e pratiche alternative, che rimettano al centro l’urgenza di una mobilitazione volta a costruire percorsi di pace e forte nel chiedere di fermare la guerra.

Giunto alla sua dodicesima edizione, il No Border Fest è organizzato dal Servizio Civile Internazionale Italia, La Città dell’Utopia, Laboratorio 53, Associazione culturale terra/TERRA, Associazione SenzaConfine, Centro Socio – Culturale Ararat e MutuoSoccorso Milano. Nato nel 2009 sull’onda delle mobilitazioni contro il pacchetto sicurezza – che portò a criminalizzare momenti quali il viaggio, la migrazione e l’abitare – il festival torna a La Città dell’Utopia, dopo tre anni, proponendo prospettive differenti sulle migrazioni e sulle politiche attuali.

Oltre alle tematiche chiave dell’accoglienza e della lotta alla xenofobia, durante le due giornate verranno affrontati altri importanti temi, nazionali e internazionali, come la questione curda, quella palestinese, la questione ambientale e la necessità di politiche di agricoltura sostenibile.

Sabato 22 ottobre, alle 16, verrà presentato il libro “Vite provvisorie. Braccianti africani nell’agricoltura globalizzata del Saluzzese” di Marco Buttino – con la collaborazione di Benedetta Schiavone e l’introduzione fotografica di Federico Tisa. Campagne, in provincia di Cuneo, spesso indicate come “modello positivo di accoglienza”. A seguire, dalle 17 alle 18, l’incontro “Non abbiamo un datore di lavoro, abbiamo un padrone” – moderato da Maged Srour, con Benedetta Schiavone e Daniela Sala (FADA) – affronterà il tema del bracciantato, della precarizzazione e dello sfruttamento dei migranti nelle campagne, come strumento per contenere al massimo i costi di produzione.

Con il collettivo terraTERRA, alle 18 verrà poi proiettato il documentario Genuino clandestino. Dalle 18.30 alle 20 una tavola rotonda – moderata da Simone Manda e Marika Ikonomu – con l’aiuto di esperti e testimonianze dirette approfondirà il tema dei Centri di permanenza per il rimpatrio, prigioni invisibili pur non essendo ufficialmente delle carceri. Di difficile accesso per la società civile, nei Cpr i diritti basilari dell’uomo non vengono rispettati.

“Se non coltiviamo la nostra terra per più di tre anni, i coloni la occupano con i loro insediamenti, il mio campo è l’unico rimasto nella zona e i coloni l’hanno circondato con una rete elettrificata” racconta l’agricoltore Mohamad Abda. In analoga condizione si trovano molti contadini curdi, costretti a rischiare la vita per coltivare i loro campi sotto il tiro dell’esercito turco o per spegnere incendi dolosi appiccati alla vigilia del raccolto.

Il rapporto con la propria terra della popolazione palestinese, sottoposta a un regime di occupazione, e della popolazione curda, sotto continuo attacco da parte della Turchia e non solo, darà spunto di discussione su temi quali la resistenza non violenta, l’agricoltura sostenibile e l’impegno ambientale come mezzo per la protezione delle comunità più vulnerabili. Dalle 15 alle 16 della prima giornata interverrà Yilmaz Orkan (presidente di UIKI – Ufficio Informazioni del Kurdistan in Italia) e verrà proiettato il video di presentazione della campagna “Free Apo”, per la liberazione del Presidente Abdullah Ocalan. Nella seconda giornata, invece, dalle 15 alle 16.30 Fabrizio Astolfoni modererà il dibattito con Matteo Di Domenico, Serena Tofani (SCI – Youth Green Deal) e Marco Rondoni (Interventi Civili di Pace). A seguire la proiezione del documentario “Sarura: the future is an unknown place”, di Nicola Zambelli.  

Sabato alle 21 Zenìa trio – Suoni e storie di un paese immaginario in concerto. Domenica alle 18 una performance a cura di Senza Confine: Letture dal racconto di Dino Frisullo “Rawshen, la Pietra del Ritorno”. I brani saranno letti dall’attrice Tamara Bartolini, con accompagnamento delle sonorità del musicista curdo Mubin Dünen.

Entrambi i giorni, sarà visitabile l’installazione multimediale “Chissà che direbbe Alessandro…” a cura di Fabio Petrosillo, in memoria del giornalista e attivista Alessandro Leogrande. Sarà inoltre possibile consultare e acquistare i testi di tutta la bibliografia della sua produzione giornalistica.

Entrambi i giorni saranno accompagnati dagli stand dell’Associazione culturale terra/TERRA, della cooperativa editoriale “Sensibile alle foglie”, del centro socio-culturale curdo “Ararat” e della collettiva artistica LaSvortaLab.

Sarà infine possibile seguire online l’evento, grazie al progetto radio curato dall’associazione Laboratorio 53, che darà voce ai migranti e alle loro storie, insieme alla musica da tutto il mondo.

Maggiori informazioni sull’evento di No Border Fest sulla pagina Facebook di La Città dell’Utopia.

Immagine di copertina da pagina fb Senza Confine