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Il linguaggio “esplicito” di Madame. Parental Advisory: Psychoanalytic Lyrics

La scrittura di Madame, il cui omonimo primo album sta riscuotendo un enorme successo di pubblico in Italia, mostra una capacità inedita di abitare il linguaggio del rap, destrutturandone codici e mitologie dominanti. Come nella canzone “Clito”, che attraverso l’immagine di un “partner” sadico e violento, costruisce in realtà un’allegoria del “il nemico interno” della nostra soggettività, cioè la vita stessa

Forse non è lontano il giorno in cui l’ossessivo sessismo del rap italiano, oltre che fastidioso e retrogrado, inizierà ad apparire anche fuori moda. Come un vecchio cimelio, tipo le penne alla vodka o il cocktail bull shot, ma indegno persino del culto che i nostalgici riconoscono a questi reperti degli anni Ottanta.

Questa, almeno, è l’impressione che si ricava dall’ascolto delle canzoni di Madame, giovane artista che quest’anno ha sorpreso la giuria di Sanremo, vincendo il premio per il miglior testo con il brano Voce, e che da settimane è in cima alle classifiche di ascolti grazie alla pubblicazione del suo primo album. Un successo che premia la sua capacità di abitare il linguaggio del rap in modo nuovo, di destrutturarne i codici e le mitologie dominanti.

Molte delle canzoni di Madame non si prestano a una decodifica immediata. A volte al primo ascolto risulta difficile persino percepire con chiarezza le parole, che  sfuggono obbligando l’ascoltatore a sostare in quel territorio indefinibile che sta fra il puro suono e l’emergere del significato. La voce lascia trasparire la sua dimensione materiale, corporea: invece che rendersi invisibile, mezzo neutrale di trasmissione di contenuti, ostruisce l’accesso al significato. L’esempio più nitido di questa “strategia fonetica” è senza dubbio Sciccherie, il brano con cui Madame nel 2018, a soli sedici anni, si è imposta all’attenzione del pubblico. Concorrono a generare questo effetto diversi aspetti della sua scrittura: lo spostamento degli accenti, l’utilizzo di neologismi, i periodi spezzati fra una strofa e l’altra (a volte persiono le singole parole).

Da questa nebulosa fonosimbolica spesso emergono, catturando per primi l’attenzione dell’ascoltatore, frammenti di un linguaggio “esplicito” (basti ascoltare, per rendersene conto, bani come Sciccherie, Clito, 17…). La tessitura lessicale di questi testi, ad un ascolto disattento, sembra riprodurre i cliché della trap, riproponendo il linguaggio “esplicito”, violento e fortemente connotato sessualmente che caratterizza una parte considerevole di questo genere musicale.

Ma cosa è un linguaggio “esplicito”? Mi piace pensare che Clito sia la canzone più interessante dell’album Madame proprio per la capacità di evocare questa domanda e  di utilizzare il vocabolario del rap, anche nelle sue espressioni più volgari, per disinnescare la violenza simbolica che gli appartiene.

Per capire come ciò accada, come Madame riesca in questa operazione, è utile ricostruire la trama del brano e la stratificazione di possibili chiavi di lettura che lo caratterizza.

La canzone, al primo ascolto, sembra raccontare la storia di un amore “tossico”, di una relazione fatta di seduzione e allo stesso tempo di abuso, di manipolazione, di violenza fisica e psicologica. Già su questo piano si avverte qualcosa di diverso dalla solita canzone rap (o pop) di seduzione violenta: la voce narrante non è il carnefice, ma la vittima.

Ma il senso del testo non si ferma qui: presto si scopre che il “partner” sadico non è un individuo reale, una donna o un uomo in carne ed ossa, ma è la vita stessa, una vita fatta di inciampi e umiliazioni, una vita a cui dà forma la sfortuna, da intendersi non solo come casuale e cieco fato avverso, ma come “sfiga”, come cospirazione che ingravida il corpo. Lontana dal mito della “strada”, della collocazione del narratore in un contesto concreto e prosaico, Madame fa del rap un genere riflessivo, intimo e introspettivo (ma non “intimista”).

Questo passaggio ci permette il salto verso il terzo piano di significato che caratterizza Clito. In un’intervista Madame spiega come la canzone nasca da una ribellione contro il senso di colpa e la disaffezione alla vita. Una ribellione – o sarebbe meglio dire un processo di liberazione – che costituisce, a mio parere, il vero tema della canzone:

è una canzone allegorica. Io paragono la mia vita ad una donna e con questa donna ho una relazione sentimentale, amorosa, sessuale. Però lei abusa di me, mi fa del male. In un periodo brutto, abbastanza buio della mia vita, ero veramente piena di rabbia e quindi ho sfogato con parole violente e con parole crude, con parole anche volgari, quello che era un po’ il mio istinto (…). Al posto di darmi sempre la colpa, ho deciso di dare la colpa a qualcun’altro, in questo caso alla mia vita, alla sfortuna.

Questo partner violento che deride, che umilia, non personifica dunque solo la “vita” intesa come serie di esperienze dolorose. È piuttosto una sorta di “nemico interno”: un’area della nostra soggettività, un senso di colpa persecutorio, una voce della coscienza perversa, che osserva la nostra vita con distacco, ride dei nostri fallimenti e delle nostre ferite. La violenza del linguaggio e la sua sessualizzazione sono funzionali in Clito ad esprimere la struttura simbolica del nostro Super-io e delle immagini con cui esso prende forma. Il sesso non è concepito come orizzonte ultimo a cui farebbero riferimento i nostri apparati simbolici, i nostri discorsi (il cibo come metafora del sesso, l’arte come sublimazione del sesso ecc.). Al contrario è l’immaginario sessuale che viene utilizzato come metafora.

Clito, dunque, rivela qualcosa di profondo circa la vera natura del “linguaggio esplicito”, ne smonta il meccanismo ideologico. Più il linguaggio si fa esplicito, più in realtà il suo “contenuto” (l’“explicit content”), il suo referente reale (cioè il rapporto sessuale), risulta opaco, ed emerge come il vero “contenuto” di questo linguaggio “esplicito” sia in verità la sua “forma”. È un po’ quello che accade nella pornogrfia, un genere cinematografico che è ben lontano, nonostante il suo carattere estremo e privo di filtri, dal fornire una rappresentazione credibile del rapporto sessuale, ma che offre piuttosto allo sguardo una sorta di ginnastica oscena, che rappresenta rapporti di dominio: il cui “contenuto” non è l’azione che si vorrebbe rappresentare (il rapporto sessuale), ma la “forma” con cui viene esposto (il dominio violento dell’uomo sulla donna).

L’uso metaforico che Madame fa delle “explicit lyrics” svela la natura  simbolica (e la compromissione con immaginari profondamente misogini) delle varie figure di linguaggio che gravitano attorno a contenuti di carattere sessuale, non solo nella canzone rap: si tratta di modalità rappresentative del sesso e dei rapporti di genere che tuttora pervadono il nostro universo culturale.