MONDO

I movimenti tunisini dopo l’omicidido di Chokri Belaid e verso il Forum sociale mondiale

Intervista a Wassim Ltaief, attivista e studente.

L’anno scorso dal 12 al 15 luglio, si sono svolti a Monastir, città della costa a nord-est della Tunisia, gli incontri preparatori per il Forum Sociale Mondiale- Un altro mondo è possibile-, che si terrà dal 26 al 30 Marzo a Tunisi (qui il sito). E’ qui che ho conosciuto Wassim Ltaief, studente di ingegneria informatica e attivista tunisino. Ha partecipato al gruppo di Ahl al-Kahf, un collettivo di “artisti terroristi” molto conosciuti in Tunisia e a livello internazionale per quanto riguarda la StreetArt tunisina prima e dopo la rivoluzione. Ora ha ideato e porta avanti insieme ad altri, il progetto Blech 7es (che vuol dire Senza rumore), che si propone di autofinanziare, costruire e autogestire, per ora, uno studio di registrazione per poi chissà… magari riuscire ad allargarsi!

Stiamo assistendo in Tunisia ad un “periodo transizionale” molto complesso: l’assassinio di Chokri Belaid, le diverse piste d’indagine, l’aumento della violenza da parte delle forze dello Stato nei confronti di chi manifesta, l’inasprirsi del controllo e della censura, i soprusi e l’avanzare dei Salafiti, la crisi economica. Che cosa è importante raccontare per far comprendere a chi ne è al di fuori,l’attuale situazione politica tunisina? Cosa c’è al centro del dibattito politico?

In primis, è importante dire che il centro del dibattito politico non è sempre allineato con quelli che sono i veri problemi. La maggior parte dei grandi dibattiti di questi giorni sono spesso pseudo-problemi supposti che si sostituiscono alle emergenze reali. Ad oggi, partiti e media si concentrano soprattutto sul trovare delle soluzioni per uscire dall’attuale crisi economica e, soprattutto, politica. Sono state proposte diverse iniziative. Per esempio Nahda va verso la formazione di un nuovo governo politico e sta negoziando per trovare una nuova coalizione. E’ importante notare che la destra conservatrice (Nahda) ha aperto un tavolo di discussione, per la prima volta, con la destra liberale (Nida Tounes).. Si può capire da questo elemento, che le due destre si sono accordate sull’intento di costruire una nuova coalizione, e questo, se non verrà attuato a breve periodo, lo sicuramente lo per le prossime elezioni.

Dall’altra parte, il Fronte Popolare, ha rifiutato le negoziazioni con Nahda per la formazione di un nuovo governo, dicendo che quest’ultimo non avrebbe trovato delle soluzioni differenti e semplicemente avrebbe continuato sulla linea del vecchio governo di Jebali. Il fronte popolare ha convocato una conferenza nazionale di soccorso, per discutere sui problemi reali e uscirne con un piano di lavoro a breve termine, come la formazione di un governo di Unione Nazionale o di tecnocrati, e la formazione di comitati indipendenti per le elezioni, la giustizia e la stampa. Il FP ha un progetto completo ma di debole supporto, per il momento non ci sono intese o accordi per la sua iniziativa, e più o meno tutto il resto della scena politica preferisce appoggiare la formazione di un governo successivo alle negoziazioni del Nahda.

Jebali si è riufiutato di guidare la prossima coalizione, possiamo dire che ha, in questo modo, delegittimato il proprio partito dichiarandolo incapace di gestire l’attuale situazione? Quali sono le reazioni del Nahda? come vuole continuare la propria agenda politica ed uscire dalla sua crisi istituzionale?

Jebali si è dimesso perchè la sua proposta di un governo di tecnocrati non è piaciuta al Nahda. Nahda vuole un governo misto, tra uomini politici e tecnocrati, e riuscirà a farlo perchè possiede ancora il 41% del parlamento. Cercherà quindi, attraverso delle negoziazioni, il 10% che gli manca per essere maggioritario. Nahda cerca di guadagnare tempo, ma presto o tardi accetterà di formare una coalizione con la destra liberale sotto intendendo che ciò favorirà l’interesse del paese.

Nello stesso tempo il FP ha convocato per il 23 febbraio una manifestazione per il martire Cokri Belaid. Che cosa sta cercando di fare questo partito? Tu pensi possa rispondere alle richieste del popolo che non ha mai smesso di scendere in piazza?

Si, il fronte popolare possiede adesso il 12% delle preferenze sulla scena politica (quigli ultimi sondaggi). Sarà capace di mobilizzare il popolo e prepara un grande incontro per il 10 di marzo per i 40 giorni dal decesso di Chokri Belaid.

E’ in questo quadro politico che si svolgerà a Tunisi dal 26 al 30 marzo il Forum Sociale Mondiale, organizzato dal sindacato dell’ Ugtt. Tu hai partecipato agli incontri preparatori a Monastir e stai seguendo l’organizzazione. Presto uscirà il programma, ci sono già molte associazioni ed attività previste. Come collochi questo avvenimento nella scena politica attuale?Quali sono le vostre aspettative?

Io considero il Forum Sociale come un avvenimento di incontri e scambio di informazioni, contatti, formazione di reti di lotta, workshop e riflessioni. Il Forum Sociale non potrà influenzare la scena politica tunisina, ma potrà senza dubbio influenzare la gioventù tunisina, e gli attivisti di tutto il mondo… è un’ottima occasione di incontro. Mi aspetto che ci sarà un altissimo numero di partecipanti stranieri, questo ci permetterà di creare dei progetti politici al di fuori dei partiti. Se c’è una cosa che mi appare chiara in questi due anni trascorsi dalla Rivoluzione è che gli scambi, i contatti, le possibilità di incontrare e collaborare realmente con le diverse realtà di lotta presenti nel Mediterraneo e in tutto il mondo sono reali. Per quanto il nostro paese stia attraversando un momento molto complesso e difficile, soprattutto per noi che quella rivoluzione l’abbiamo fatta, credo molto alla realizzazione di progetti e di una politica dal basso, fuori dalle istituzione e dalla “politica dei palazzi”.