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MONDO

Cina e Usa: una nuova guerra fredda?

Presentiamo qui la traduzione, per Dinamopress e Sinosfere, di quattro articoli estratti dal quinto numero di episteme del sito Positions Politics: Una nuova guerra fredda?

Presentiamo qui la traduzione, per Dinamopress e Sinosfere, di quattro articoli estratti dal quinto numero di episteme del sito Positions Politics: Una nuova guerra fredda?

Con lo scoppio della pandemia nel 2020 abbiamo assistito, fra gli altri, alla formazione di un nuovo discorso ideologico a livello globale, quello della “nuova guerra fredda”. Se la guerra fredda è data come cosa nota, l’attenzione dovrebbe cadere sulla novità. Cosa c’è allora di nuovo? Tutto e niente, con vari gradi intermedi che passano dalla tragedia alla farsa. La novità e la natura dello spettacolo dipendono dal ruolo assegnato nel teatro della gerarchia globale.

Guerra calda o fredda? Per adesso solo umida

Introduzione allo speciale a cura di GioGo

#1 Usa, Cina e la nuova guerra fredda: da che parte stare?

di Tim Pringle

L’emergere della Cina come attore globale ha innescato a sinistra importanti dibattiti. Da un lato, si difende la Cina “socialista” in quanto sfidante dell’egemonia statunitense in un ordine mondiale capitalistico caratterizzato dalle avventure militarie dal mantenimento del dominio postcoloniale. Dall’altro, si considera la Cina ormai transitata dal socialismo di Stato a una forma di capitalismo autoritario a guida statale. Un contributo di approfondimento tratto dalla rivista Position Politics.

#2 La nuova guerra fredda? È questo il problema

di Dai Jinhua

La Guerra Fredda l’unico momento, in vari secoli della storia umana, che le società umane scelsero di sperimentare un’alternativa non capitalistica. È ancora possibile dunque utilizzare il termine con riferimento a Usa e Cina?

A mio avviso, potrebbe anche essere adeguato chiamare “nuova guerra fredda” le tendenze globali contemporanee, senonché il termine non includerebbe gli scossoni, il caos e l’instabilità che invece caratterizzano la situazione mondiale. La questione è innanzitutto, che senso dare al termine: è una dizione generica, un’etichetta oppure si ricollega a una fase specifica della storia del secolo scorso? Nel primo senso, di etichetta generica, “nuova guerra fredda” può anche essere accolta, essendo in grado di delineare chiaramente le frizioni e gli antagonismi sempre più acuti del mondo contemporaneo, di rilevare le molteplici vie lungo le quali le forze in contrasto si bilanciano, in assenza, almeno per ora, di un conflitto militare aperto, di una guerra guerreggiata. Ciò nondimeno, sono sicuramente già all’opera molte delle caratteristiche e dei connotati di una “guerra”.

#3 Le lotte politiche a Hong Kong nel mezzo del nuovo ordine globale

Dopo un trentennio di stagnazione neoliberale descritta da alcuni come la fine della storia, dal secondo decennio del nuovo millennio in poi si sono attivati due diversi processi socio-politici che hanno messo fine al discorso della “fine della storia”. Da un lato, sono emersi in tutto il mondo proteste e conflitti sociali, dai London Riots e dalle proteste in Tunisia che culminano nel Global Occupy, e si disperdono nelle infinite manifestazioni dei Gilets Jaunes, nelle proteste anti-autoritarie in America Latina e in Asia, per tornare negli Stati Uniti e in Occidente con l’attivismo contro il cambiamento climatico e le mobilitazioni Black Lives Matter.

Dall’altro lato, si osservano nuove contestazioni degli stati più potenti per modificare l’ordine mondiale dominante, i segni di questo processo sono da ricercare nell’ascesa dei governi di destra in varie parti del mondo così come nella cosiddetta “nuova guerra fredda” tra Cina e Stati Uniti. Forse uno dei luoghi più simbolici di questo decennio inquieto è Hong Kong, una città globale al centro dell’attuale ordine globale.

#4 Caldo e freddo. La politica machista di Duterte nelle Filippine

Nelle relazioni internazionali, il presidente della repubblica del sud-est asiatico sta adottando una strategia che i commentatori definiscono di “copertura e contenimento”. È parte, però, di una più ampia politica di asservimento della vita a favore dell’economia capitalista.

Nel passaggio dalla guerra fredda al periodo successivo della post-guerra fredda, il rapporto speciale delle Filippine con gli Stati Uniti ha conosciuto una svolta. In qualche punto lungo il percorso, le Filippine hanno lasciato il ruolo di custode e amante degli Stati Uniti, quando erano poste sotto la tutela e il patrocinio del suo ex colonizzatore e mettevano in mostra la democrazia mentre servivano le forze militari statunitensi con l’obiettivo di tenere al sicuro la regione dell’ Asia-Pacifico e il mondo libero contro il comunismo, e hanno preso ad agire come l’alleato più piccolo della fraterna coalizione globale guidata dagli Stati Uniti, schierandosi a supporto nella guerra mondiale permanente contro il terrorismo.

Articoli pubblicati originariamente su Position Politics, che ringraziamo per la disponibilità

Traduzione di GioGo per un approfondimento in collaborazione tra Dinamopress e Sinosfere.

Immagine di copertina di Marcus da Flickr.

Immagini nell’articolo: 1) Pixbay 2) foto di Usaid da Flickr 3) Hong Kong, archivio DinamoPress. 4) Gentile concessione di Concerned Artists of the Philippines. In foto, le proteste contro la legge Anti-Terrorismo del 29 gennaio 2021. L’installazione a forma di labbra rosse di Leeroy New, che simboleggia il bacio di solidarietà dato agli avvocati del popolo impegnati nella difesa presso la Corte Suprema contro 37 denunce relative alla legge Anti-Terrorismo, è stata utilizzata anche da manifestanti in mobilitazione contro i fatali “red-tagging” di Duterte.