EUROPA

Anche a Parigi non si respira. Proteste e scontri contro la violenza della polizia

Manifestazione a Parigi contro le violenze della polizia e per chiedere verità e giustizia per Adama Traoré. A una settimana dalla morte di George Floyd, più di 40.000 persone hanno partecipato al presidio convocato dal “Comitato verità per Adama”

Ieri martedi 3 giugno alle ore 19 migliaia di persone sono confluite davanti al Tribunal de Grande Istance di Porte de Clichy a Parigi per partecipare al presidio convocato qualche giorno prima dal “Comitato verità per Adama” riprendendo lo spirito delle rivolte esplose negli Stati Uniti dopo l’uccisione di George Floyd, ma anche a seguito della comunicazione dei risultati di una nuova perizia medica volta ancora una volta a scagionare i poliziotti responsabili della morte di Adama Traoré avvenuta 4 anni in un commissariato dopo l’arresto nella sua città natale Beaumont-sur-Oise.

 

Più di 40.000 le persone accorse davanti al tribunale, per denunciare il razzismo di stato e le violenze della polizia. Un risultato eccezionale a poche settimane dalla fine delle misure eccezionali di confinamento prese anche in Francia per rispondere alla crisi sanitaria.

 

Fonte: Cerveaux non disponibles

 

Quest’ultime hanno rivelato ancora una volta le grandi disuguaglianze sociali e razziali che caratterizzano la Francia contemporanea. Si è trattato, in effetti, di due mesi in cui si sono moltiplicati gli episodi di violenza nei quartieri popolari commessi dalla polizia. Questi sono avvenuti in quartieri già penalizzati da servizi sanitari pubblici degradati, in cui attenersi alle misure di confinamento è più difficile per via dell’insalubrità di molte abitazioni e in cui i tassi di mortalità sono stati di molto superiori alla media nazionale.

 

La manifestazione era prevista, anche se è vietata nel primo pomeriggio dalla Prefettura di Polizia di Parigi a causa dello stato di emergenza sanitaria.

 

Il malfamato prefetto Lallement, già scelto da Macron per massacrare i Gilets Jaunes e responsabile delle violenze nelle cités durante il confinement, aveva specificamente fatto pressione sulla sorella di Adama per far saltare l’appuntamento. Lei non ha ceduto al ricatto, al contrario questa decisione poliziesca ha moltiplicato la partecipazione, già elevatissima perché chi era in piazza sente come sua la rivolta negli Usa. L’affluenza partecipazione si è rivelata infatti sorprendente e per certi versi inaspettata.

Sui cartelli ci sono messaggi come «I can’t breathe», le ultime parole pronunciate da George Floyd, l’afroamericano morto a Minneapolis dopo il suo brutale arresto da parte della polizia, ma anche «Le nostre vite contano», «Il razzismo ci soffoca», «Nessuna giustizia, nessuna pace».

 

Quattro anni dopo la morte di Adama Traoré, un nuovo referto medico, effettuato su richiesta della famiglia del ventiquattrenne di colore, attribuisce la sua morte a un plaquage ventrale, tecnica di arresto ampiamente discussa e criticata.

 

 

 

Circondata dalla folla, Assa Traoré, la sorella del defunto dichiara: «Non importa il colore della pelle, non importa la religione, non si può rimanere spettatori di fronte all’ingiustizia e all’impunità della polizia». Alla folla, che la acclama, dichiara: «Mio fratello non tornerà, ma questa lotta la porteremo avanti per tutti noi». Ancora dopo le 20, centinaia di persone continuano a convergere sulla piazza. La folla è compatta, giovane e determinata.

 

Alla fine della manifestazione, a seguito di numerose provocazioni da parte della polizia scoppiano alcuni scontri.

 

Diverse centinaia di persone riescono a invadere il Périphérique, mentre su boulevard de Bessières vengono rapidamente costruite alcune barricate poi sgomberate a seguito di numerosi lanci di lacrimogeni da parte della polizia che rendono l’aria irrespirabile.

Una settimana dopo l’assassinio di George Floyd, a seguito di questo nuovo rapporto falso sulla morte di Adama, questa grande mobilitazione, che ha visto la presenza di molti giovani, segna una tappa importante per sollevare il velo sul carattere profondamente razzista dello Stato francese. Dopo la fortissima mobilitazione della Marche des Solidarites, questa giornata contro la violenza della polizia a Parigi si inserisce nella moltiplicazione della mobilitazione in Francia (vedi la grande manif di Marsiglia) e su scala internazionale. Nel pomeriggio di sabato si replica all’Hotel de Ville.

 

 

Foto di copertina e prima galleria di immagini via cerveaux non disponibles.

Seconda galleria di immagini: redazione DINAMOpress.