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Il diritto d’autore oltre il monopolio Siae: intervista a Soundreef
Abbiamo intervistato Davide D’Atri, fondatore di Soundreef, che ha parlato di come la sua società difende il diritto d’autore in alternativa alla Siae, e ha risposto ad alcune critiche che gli sono state mosse da Manuel Agnelli degli Afterhours, nell’intervista rilasciata a DINAMOpress qualche settimana fa.
In una recente intervista a DINAMOPress, Manuel Agnelli, leader degli Afterhours, ha affrontato a modo suo il tema del diritto d’autore nella musica. All’interno di una lunga riflessione sul lavoro artistico e la sua remunerazione, ha definito poco praticabili le alternative alla Siae. Un monopolio da riformare radicalmente, ha detto Agnelli, ma non da cancellare. Come esempio di inadeguatezza, ha citato la società Soundreef, che dal 2014, e con sempre maggior successo e visibilità (Fedez e Gigi D’Alessio, per restare nei cieli mainstream), si occupa di gestione e ripartizione di royalties per conto di autori, editori o etichette. discografiche. Ne abbiamo parlato con Davide D’Atri, 37 anni, romano, fondatore di Soundreef.
Negli ultimi mesi, anche grazie al boom della vostra società, è tornato al centro del dibattito pubblico il tema del diritto d’autore e dei confini della proprietà intellettuale. Questione complicata, stretta tra due esigenze che sembrano inconciliabili: da una parte, il diritto di vedere riconosciuto (e retribuito) il proprio lavoro artistico; dall’altra, la possibilità di accedere e condividere contenuti, piattaforme, risorse intellettuali e culturali sempre più comuni e connesse. Come vi ponete in questo scontro culturale ed economico?
Mai come adesso il mondo della musica deve, da una parte affrontare molti rischi, dall’altra ricercare una trasparenza ed un’equità mai raggiunti. La concertazione collettiva e la protezione dei piccoli è fondamentale, ma va raggiunta anche attraverso l’innovazione tecnologica e la ridistribuzione dei compensi in maniera analitica. Proponiamo un mercato della musica più libero ma rigidamente controllato a protezione degli autori e degli editori. La concorrenza va fatta sui servizi agli aventi diritto. Soundreef è assolutamente disponibile a lasciare alla Siae la raccolta dei compensi e delle informazioni se la Siae si impegna a farci avere tali compensi e le informazioni in tempi rapidi dall’utilizzo. La concorrenza si fa sulla trasparenza e rapidità di rendicontazione agli autori ed editori. Perché Siae non accetta questa proposta? Il mercato sarebbe controllato e gli autori avrebbero il miglior ecosistema possibile.
Come funziona il (o l’ex) monopolio Siae e quali sono invece le vostre prospettive? E quale differenza c’è con le edizioni che scelgono i “creative commons”?
La Siae gode di un’esclusività sull’intermediazione del diritto d’autore in Italia per autori italiani. In contrasto, l’Unione europea ha più volte ribadito che il mercato del diritto d’autore è libero in Europa e lo ha fatto definitivamente con la direttiva Barnier del 2014. Una società di gestione collettiva o ente di gestione indipendente come Soundreef può operare in Italia in quanto compete dall’Inghilterra. Anche nel 2014, i giudici di Milano furono dello stesso parere in primo grado ed in appello. Le licenze Creative Commons, invece, sono un modo per licenziare i propri brani in maniera flessibile (solo per usi commerciali, solo non commerciali, eccetera), ma non sono uno strumento per raccogliere i propri compensi su utilizzazioni commerciali.
>La rivoluzione “Do It Yourself” di 40 anni fa, accompagnata dall’avvento delle nuove tecnologie digitali, ha trasformato le strutture produttive, commerciali e di diffusione della musica. In particolare, rap, hip hop, techno ed electro affondano le radici nella rottura di recinti e proprietà, mescolando e saccheggiando fonti, generi, parole e suoni.
L’innovazione, la tecnologia ed il confronto sono alcuni dei driver della creatività artistica. É triste vedere che il dibattito Siae/Soundreef si stia riducendo ad una forte contrapposizione dove il dialogo e la concertazione non hanno posto. La paura dell’ignoto e dell’innovazione è un qualcosa di sempre negativo. É innegabile che l’arrivo di Soundreef in Italia sia stata un’occasione di riflessione e revisione per tutto il settore del diritto d’autore. Nessuno propone l’abolizione della Siae. Pensiamo solo che questa stessa istituzione possa beneficiare di alcuni processi evolutivi conseguenti ad una concorrenza controllata.
Quanti artisti vi hanno scelto e perché?
Ci hanno scelto 9 mila autori italiani, oltre il 10 per cento di tutti gli iscritti Siae. Un numero impressionante se consideriamo che la maggior parte delle iscrizioni italiane sono avvenute negli ultimi 18 mesi. Soundreef gestisce anche i diritti di oltre 20 mila autori ed editori stranieri. Gli autori ed editori ci scelgono per tre principali ragioni: la prima è che tutte le nostre ripartizioni sono analitiche. Quel che viene suonato viene pagato, non ci sono regole di ripartizione forfettarie. La seconda è che le tempistiche di rendicontazione e di pagamento sono molto rapide. Nel live, per esempio, rendicontiamo entro sette giorni dal concerto e paghiamo entro 90 giorni. Infine, tutta la rendicontazione è trasparente e online. Sull’account dell’autore e dell’editore è possibile vedere esattamente dove è suonata la musica ed i compensi relativi al singolo utilizzo.
Manuel Agnelli, nell’intervista a DINAMOPress, ha auspicato una pressione dal basso per “rifondare” in senso egualitario la Siae, non vedendo alternative efficaci a questo modello. In particolare, muove due critiche a Soundreef: la prima, si riferisce a una vostra presunta incapacità di gestire il rapporto tra editori e autori diversi; nella seconda, vi “accusa” riguarda di difendere il diritto d’autore della musica trasmessa nei supermercati.
Non ci piace rispondere ad un autore ed anzi speriamo di poter presto chiarire direttamente con Manuel Agnelli e raccogliere i suoi feedback. Precisiamo però che non esiste una problematica nella gestione del rapporto tra autori ed editori diversi. Ogni autore e editore ha la sua posizione Soundreef e riscuote direttamente il suo pro-quota sulla sua parte autoriale o editoriale come succede in Siae. Per quanto concerne la “musica nei supermercati” siamo fieri di quanto fatto: un network di musica completamente indipendente fatto di 32 canali radio che vengono diffusi in oltre 30 mila esercizi commerciali, bar, palestre, ristoranti e club. I nostri musicisti indipendenti vengono così promossi, oltre a guadagnare in maniera analitica e trasparente. Dovevamo iniziare da una nicchia e crediamo di aver scelto, nel 2011, quella giusta. Da allora abbiamo introdotto molti altri servizi fino ad arrivare a raccogliere compensi per tutte le utilizzazioni, comprese radio, tv e live.